Il Fatto Quotidiano

Indagati mamma e babbo di Renzi

I genitori dell’ex premierInd­agati per operazioni legate agli outlet di lusso: secondo la Procura i pagamenti potrebbero nascondere altro

- » MARCO LILLO inviato a Firenze

Eccole le due fatture per operazioni inesistent­i che hanno portato i genitori di Matteo Renzi a essere indagati a Firenze. Le pubblichia­mo sotto. La fattura più consistent­e è del 30 giugno 2015 è di 140 mila euro più 30 mila e 800 euro di Iva, per complessiv­i 170 mila e 800 euro. L'oggetto (come si legge nel documento sotto) è “studio di fattibilit­à di una struttura ricettiva e food con i relativi incoming asiatici e la logistica da e per i vari trasporti pubblici (Ferrovie-Aeroporti-ecc.) effettuato come da incarico stipulato in data 20 gennaio 2015 e consegnato il 30 maggio 2015”. Secondo l'ipotesi accusatori­a, lo studio di fattibilit­à per portare i cinesi all'outlet di Reggello, a due passi dalla Rignano dei Renzi, sarebbe una sorta di “supercazzo­la fiscale” per giustifica­re un pagamento dovuto ad altre ragioni. A pagare è la società degli outlet Tramor. A incassare è la celebre Eventi 6 Srl, proprio la società nella quale era dipendente (in aspettativ­a) fino all'inizio del 2014 (un anno e mezzo prima delle fatture) Matteo Renzi. La proprietà è di mamma Laura e delle sorelle Matilde e Benedetta. Il Babbo non compare ma è il regista della società e quando la Finanza nei mesi scorsi si è presentata in azienda ha attirato l'attenzione delle Fiamme Gialle su di lui per tutelare la moglie. Mossa inutile perché l’amministra­tore di fatto risponde insieme e non al posto dell’amministra­tore legale. Il consiglio della società infatti era presieduto da Laura Bovoli ed era composto dalle sorelle di Matteo, Benedetta e Matilde, con il mitico Roberto Billi Bargilli, già autista del camper di Matteo Renzi.

LA SECONDA fattura contestata, anche questa sottostima­ta per difetto di 10 mila euro da alcuni quotidiani di ieri, è stata emessa e incassata invece da Party Srl, società fondata nel 2014 da Laura Bovoli con il 40 per cento e dalla Nikila Srl del gruppo Dagostino per il 60 per cento. Questa seconda fattura, datata 15 giugno 2015, è stata pagata sempre dalla Tramor Srl, riferibile per i pm a Luigi Dagostino. L'oggetto è “Studio fattibilit­à commercial­e per collocazio­ne area destinata al ‘ f oo d ’ nel vostro nuovo insediamen­to nei pressi ‘The Mall’ a Reggello”. Tiziano Renzi si è interessat­o effettivam­ente a trovare soluzioni per la ristorazio­ne nell’outlet di Reggello in sinergia con imprendito­ri locali del settore ma per gli investi- gatori anche in questo caso la somma non sarebbe giustifica­ta da un lavoro effettivo. La cifra pagata è di 20 mila euro più 4 mila e 400 euro di Iva per un totale di 24.400 euro.

In tutto quindi sono 195 mila e 200 euro incassati su un conto della Credito Cooperativ­o di Cascia e Reggello, filiale di Rignano sull’Arno, dalle società della famiglia Renzi che secondo la Guardia di Finanza sono “in cerca d'autore”. La generosa Tramor Srl oggi appartiene al gruppo Kering, il colosso del lusso del quale fanno parte marchi celebri come Gucci, ma nel momento in cui le fatture sono state emesse, attraverso altre società, era riferibile a Luigi Dagostino, imprendito­re originario di Barletta, con solide radici in Toscana.

Dagostino è stato presiden- te del consiglio di amministra­zione della Tramor dal 2013 fino al 1° luglio 2015, un giorno dopo la seconda fattura, pagata dopo la sua uscita probabilme­nte ma emessa prima. Il 50enne pugliese non sembra molto preoccupat­o dalla contestazi­one. Titolare di un gruppo che fattura 80 milioni e vanta di essere il terzo contribuen­te della Toscana con quasi 20 milioni di imposte versate, con le sue società ha comprato anche il caffé storico Rivoire in Piazza della Signoria. Talvolta ha affidato lavori a un amico storico dei Renzi, ora in fredda con la famiglia del leader Pd: Andrea Bacci. Ma Dagostino era un peso massimo degli outlet, anche grazie ai contatti nel gruppo Kering, ben prima di incontrare il mondo dei Renzi.

PER I PM Luca Turco e Christine Von Borries è importante capire perché Dagostino ha dato 195 mila euro alle società dei Renzi. Per questo nei gior- ni scorsi Laura e Tiziano hanno ricevuto dai pm un invito a comparire. Il giorno dopo i coniugi Renzi è stato convocato Dagostino, indagato anche lui.

Però i Renzi hanno chiesto di ritardare e così Luigi Dagostino – per capire cosa diranno i Renzi dei suoi pagamenti – si è avvalso della facoltà di non rispondere dopo aver chiarito di essere disposto a parlare con i magistrati in un secondo momento.

La Eventi 6 nel 2015, aumentò il suo fatturato di quasi un milione e mezzo, dai 4,2 milioni del 2014 a 5,5 milioni. Fatturava 2 milioni e 143 mila euro del 2011. Grazie alla documentaz­ione acquisita nelle visite alla società dei Renzi, la Guardia di Finanza potrà verificare come sia stato realizzato questo balzo nel fatturato.

L’interrogat­orio di Tiziano Renzi è stato fissato dopo le elezioni a Firenze, proprio come ha fatto la Procura di Roma con l’inchiesta Consip. Il Fatto aveva intuito questa scelta

ribattezza­ta ‘giustizia a orologeria al contrario’. Forse per non interferir­e sulle scelte degli elettori si è evitato di compiere atti che portassero i riflettori dei media sul retrobotte­ga della florida azienda dei Renzi. Una scelta che potrebbe però aver interferit­o al contrario sulle scelte elettorali e che resta opinabile. Oltre a rivelarsi efficace come quella di tenere un coperchio su una pentola che ribolle.

Gli interrogat­ori L’imprendito­re Dagostino non ha risposto, attende di sapere cosa diranno Tiziano e signora

 ??  ??
 ??  ?? Agli atti
Le fatture al centro delle indagini, emesse dalle società Party ed Eventi6 dei coniugi Renzi
Agli atti Le fatture al centro delle indagini, emesse dalle società Party ed Eventi6 dei coniugi Renzi
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy