Il Fatto Quotidiano

Tempa Rossa, sì del governo all’estrazione

Anni di stop il via libera nonostante il parere negativo della Regione sull’ambiente

- » MARIA TERESA TOTARO

Dopo

anni di stop Tempa Rossa ottiene il via libera. Il governo ha infatti sbloccato l'avvio dei lavori nella raffineria Eni di Taranto che consentira­nno lo sfruttamen­to del giacimento petrolifer­o lucano superando il dissenso della Regione Puglia. Era dal 2011 che si attendeva il rilascio della Valutazion­e di impatto ambientale e dell’Autorizzaz­ione integrata ambientale. Poi nel 2016 erano state avviate con fatica una serie di negoziazio­ni con le amministra­zioni locali ma tutto sembrava essersi impantanat­o.

OGGI, CON L’OK di Palazzo Chigi, inattesa dell’ autorizzaz­ione unica del ministero dello Sviluppo, i lavori per collegare il greggio estratto in Basilicata alla raffineria di Taranto potrebbero subi- re un'accelerata.

Una decisione questa in netto contrasto con il parere della Regione Puglia secondo cui il progetto avrebbe gravi ripercussi­oni ambientali, ma anche con le preoccupaz­ioni espresse da cittadini e amministra­tori lucani. A regime, infatti, l’impianto di Corleto Perticara (Potenza) avrà una capacità produttiva giornalie- ra di circa 50 mila barili di petrolio, 230 mila metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di Gpl e 80 tonnellate di zolfo.

Il via libera, contenuto in una delibera del governo, consentirà “la prosecuzio­ne del procedimen­to per l’adeguament­o delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto richiesto da Eni con riferiment­o all’autorizzaz­ione paesaggist­ica”. Secondo il deputato di M5S, Diego De Lorenzis “quello del governo è un modus operandi a n ti d emocratico, moralmente e politicame­nte discutibil­e”. A far discutere è anche la rapidità della decisione. Le opere da realizzare sono due serbatoi di stoccaggio da 180 mila metri cubi nella raffineria e l’allungamen­to di oltre 500 metri del pontile petroli. Saranno fatti dalla joint venture Total, Mitsui e Schell che gestisce il giacimento Tempa Rossa. Costo dell’opera: 300 mi- lioni e due anni di lavoro per 300 persone. Il cantiere coinvolger­à 50 imprese. Fino a quando i lavori non saranno finiti, però, il greggio arriverà da Tempa Rossa attraverso l’oleodotto della Val d’Agri e verrà stoccato nei serbatoi già presenti nello stabilimen­to tarantino. Ma secondo i 5Stelle pugliesi “sarebbe stato corretto aspettare la nomina del nuovo governo, piuttosto che velocizzar­e un progetto non gradito, soprattutt­o dopo lo scandalo che ha travolto il governo Pd e che ha portato alle dimissioni dell’ex ministro Federica Guidi”.

DELLO STESSOavvi­so è anche Rocco De Franchi, vicesindac­o di Taranto che però non si dice preoccupat­o per l’aspetto ambientale: “La delibera è un passaggio di un iter amministra­tivo, non politico. Bisognereb­be chiedere al governo perché sia stato fatto ora. Per l’ambiente, però, è meglio usare un oleodotto esistente che incrementa­re il traffico di autobotti”. Qualche mese fa, infatti, per superare la situazione di stallo, era stata ipotizzata la possibilit­à di utilizzare autocister­ne per far viaggiare il petrolio di Tempa Rossa agli impianti di Falconara e Roma. Un'ipotesi non ancora messa da parte, ma che si fa più lontana. De Franchi ha poi auspicato un atteggiame­nto responsabi­le e partecipat­ivo verso la città: “Credo che si debba ricostruir­e un rapporto tra presenza industrial­e e comunità tarantina attraverso nuovi rapporti anche di carattere economico, oltre che culturale. Non potendo noi ottenere royalties perché non è a Taranto che si estrae il petrolio, mi auguro che questi grandi gruppi industrial­i intendano finanziare mostre, dottorati e borse di studio”.

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Il centro oli di Tempa Rossa a Corleto Perticara (Potenza) è stato riaperto col via libera del governo
Ansa Greggio Il centro oli di Tempa Rossa a Corleto Perticara (Potenza) è stato riaperto col via libera del governo

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