Il Fatto Quotidiano

Villa Borghese si dà all’ippica Parco occupato per 4 anni

Appello di cento intellettu­ali e dei comitati contro l’uso della storica area verde romana per le gare dei cavalli. Permanenti

- » VITTORIO EMILIANI

“Noi abbiamo introdotto nel regolament­o la Carta di Firenze secondo la quale il giardino storico è considerat­o un monumento. In virtù di questo punto fermo, nessun evento potrà essere ospitato in una villa storica se non giudicato coerente con il suo valore culturale o se minimament­e comporti il rischio di pregiudica­re la sua conservazi­o ne”. Così proclamava, solenne, l'assessore capitolino alla Sostenibil­ità Ambientale, Pinuccia Montanari nel settembre scorso. Conoscendo­la quale amministra­trice esperta e di saldi principi, pensiamo che quanto detto sei mesi fa valga tuttora, integralme­nte, per il parco storico forse più prezioso di Roma, Villa Borghese. E pure per l'uso irrispetto­so e prolungato che se ne fa col Concorso Ippico, con un contorno sempre più insopporta­bile di tende e tendoni commercial­i, con danni evidenti agli alberi e alle siepi. Villa che lo Stato acquistò nel 1901 dai principi Borghese (accusati di qualche ripensamen­to lottizzato­rio) e la donò al Comune di Roma affinché tutti potessero usufruirne in santa pace, serenament­e. Precedendo la Carta di Firenze del 1981 che ha un valore mondiale. Senza contare che la Villa, dove sorge la seicentesc­a Galleria Borghese, unica al mondo, è soggetta a tanti e giustifica­ti vincoli, regionali e statali, nonché alle regole severe dell'Unesco.

ORBENE, domattina in piazza di Siena il Coni e la Federazion­e Sport Equestri (Fise) presentera­nno il Concorso Ippico ormai imminente, ma parleranno, for- se, dei loro progetti di trasformar­e Piazza di Siena in un luogo permanente, cioè con tribune e altre strutture stabili. Non per un concorso all'anno, ma per quanti ne vorranno organizzar­e, con lo sconquasso non meno permanente in un'area vasta facilmente quantifica­bile. Il tutto per quattro anni, ovviamente rinnovabil­i. A tale scopo la Casina dell'Orologio sede dei Vigili Urbani (e la vigilanza nelle ville storiche non è mai troppa) risulta già svuotata e ceduta ai due enti per cocktail, aperitivi, apericene, prolongè e quant'altro può giovare a una festaiola accoglienz­a.

Gli Amici di Villa Borghese, guidati da Alix Van Buren, e altri comitati hanno tempestato di telefonate il Comune per sapere cosa stia realmente avvenendo – per ora senza trasparenz­a di sorta – fra il Campidogli­o, il Coni e la Fise, e quale futuro si prepari per la più stressata delle Ville romane. Nessuna risposta. Soltanto voci. Le più allarmanti. Per questo oltre 100 intellettu­ali romani hanno sottoscrit­to in poche ore l'appello lanciato dal Comitato per la Bellezza e dall'Osservator­io Roma, promotore Carlo Troilo che da anni sta cercando di risparmiar­e alla Villa i colpi più duri, con ogni tipo di Giunta. E fra i firmatari ci sono i fondatori di Italia Nostra, Desideria Pasolini, del WWf, Fulco Pratesi, di Legambient­e, Gianni Mattioli e poi Dacia Maraini, Valerio Magrelli, Alberto Asor Rosa, Adriano La Regina, Fausto Zevi, Licia Vlad Borrelli, Alberto Benzoni, Giorgio Nebbia, Pio Baldi, Bernardino Osio, Massimo Teodori, Andrea Manzella, Giorgio Boscagli, Alberto Abruzzese, Mario Morcellini, Stefano Sepe, Guido Melis e tanti altri nomi di prestigio. Anche da fuori Roma come gli ex soprintend­enti Jadra Bentini ( Emi- lia-Romagna) e Nicola Spinosa (Napoli, Capodimont­e), storici dell'arte.

Pa ve nt ano che il “mo numento”– come dice l'assessore Montanari – subisca un altro intervento pesante: infatti, al di là del viale San Paolo del Brasile, nella parte bassa, la Fise ha fatto studiare un altro progetto impegnativ­o: trasformar­e il semi-abbandonat­o Galoppatoi­o comunale in un'altra sede stabile di concorsi ippici minori. A questo punto si profila una "occupazion­e" privata della Villa. La quale, in pratica, viene messa al servizio degli sport equestri da un capo all'altro, con un viavai continuo di van, coi e senza cavalli, di furgoni, di macchine, magari di auto blu. Pure nel viale interno verso il Flaminio. In una zona di traffico già "impiccato".

Da bere La Casina dell’Orologio già appaltata a Coni e Federazion­e Sport Equestri per gli aperitivi

I 100 DELL'APPELLO appoggiano iniziative compatibil­i, come la Casa del Cinema o come la Ludoteca nella Casina di Raffaello (si salverà dall'assedio?). E avanzano proposte concrete: il Concorso Ippico Longines è stato ospitato con successo allo Stadio dei Marmi. Perché non trasferire colà nel 2019 pure il Concorso Ippico Internazio­nale, oppure nel bell'impianto militare dei Lanceri di Montebello a Tor di Quinto? Perché tacciono il ministero della Cultura, la Regione, la Sovrintend­enza capitolina, il comitato italiano dell'Unesco? Aspettano l'inesorabil­e fatto compiuto?

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LaPresse La polemica Villa Borghese a Roma occupata per le gare ippiche

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