Villa Borghese si dà all’ippica Parco occupato per 4 anni
Appello di cento intellettuali e dei comitati contro l’uso della storica area verde romana per le gare dei cavalli. Permanenti
“Noi abbiamo introdotto nel regolamento la Carta di Firenze secondo la quale il giardino storico è considerato un monumento. In virtù di questo punto fermo, nessun evento potrà essere ospitato in una villa storica se non giudicato coerente con il suo valore culturale o se minimamente comporti il rischio di pregiudicare la sua conservazio ne”. Così proclamava, solenne, l'assessore capitolino alla Sostenibilità Ambientale, Pinuccia Montanari nel settembre scorso. Conoscendola quale amministratrice esperta e di saldi principi, pensiamo che quanto detto sei mesi fa valga tuttora, integralmente, per il parco storico forse più prezioso di Roma, Villa Borghese. E pure per l'uso irrispettoso e prolungato che se ne fa col Concorso Ippico, con un contorno sempre più insopportabile di tende e tendoni commerciali, con danni evidenti agli alberi e alle siepi. Villa che lo Stato acquistò nel 1901 dai principi Borghese (accusati di qualche ripensamento lottizzatorio) e la donò al Comune di Roma affinché tutti potessero usufruirne in santa pace, serenamente. Precedendo la Carta di Firenze del 1981 che ha un valore mondiale. Senza contare che la Villa, dove sorge la seicentesca Galleria Borghese, unica al mondo, è soggetta a tanti e giustificati vincoli, regionali e statali, nonché alle regole severe dell'Unesco.
ORBENE, domattina in piazza di Siena il Coni e la Federazione Sport Equestri (Fise) presenteranno il Concorso Ippico ormai imminente, ma parleranno, for- se, dei loro progetti di trasformare Piazza di Siena in un luogo permanente, cioè con tribune e altre strutture stabili. Non per un concorso all'anno, ma per quanti ne vorranno organizzare, con lo sconquasso non meno permanente in un'area vasta facilmente quantificabile. Il tutto per quattro anni, ovviamente rinnovabili. A tale scopo la Casina dell'Orologio sede dei Vigili Urbani (e la vigilanza nelle ville storiche non è mai troppa) risulta già svuotata e ceduta ai due enti per cocktail, aperitivi, apericene, prolongè e quant'altro può giovare a una festaiola accoglienza.
Gli Amici di Villa Borghese, guidati da Alix Van Buren, e altri comitati hanno tempestato di telefonate il Comune per sapere cosa stia realmente avvenendo – per ora senza trasparenza di sorta – fra il Campidoglio, il Coni e la Fise, e quale futuro si prepari per la più stressata delle Ville romane. Nessuna risposta. Soltanto voci. Le più allarmanti. Per questo oltre 100 intellettuali romani hanno sottoscritto in poche ore l'appello lanciato dal Comitato per la Bellezza e dall'Osservatorio Roma, promotore Carlo Troilo che da anni sta cercando di risparmiare alla Villa i colpi più duri, con ogni tipo di Giunta. E fra i firmatari ci sono i fondatori di Italia Nostra, Desideria Pasolini, del WWf, Fulco Pratesi, di Legambiente, Gianni Mattioli e poi Dacia Maraini, Valerio Magrelli, Alberto Asor Rosa, Adriano La Regina, Fausto Zevi, Licia Vlad Borrelli, Alberto Benzoni, Giorgio Nebbia, Pio Baldi, Bernardino Osio, Massimo Teodori, Andrea Manzella, Giorgio Boscagli, Alberto Abruzzese, Mario Morcellini, Stefano Sepe, Guido Melis e tanti altri nomi di prestigio. Anche da fuori Roma come gli ex soprintendenti Jadra Bentini ( Emi- lia-Romagna) e Nicola Spinosa (Napoli, Capodimonte), storici dell'arte.
Pa ve nt ano che il “mo numento”– come dice l'assessore Montanari – subisca un altro intervento pesante: infatti, al di là del viale San Paolo del Brasile, nella parte bassa, la Fise ha fatto studiare un altro progetto impegnativo: trasformare il semi-abbandonato Galoppatoio comunale in un'altra sede stabile di concorsi ippici minori. A questo punto si profila una "occupazione" privata della Villa. La quale, in pratica, viene messa al servizio degli sport equestri da un capo all'altro, con un viavai continuo di van, coi e senza cavalli, di furgoni, di macchine, magari di auto blu. Pure nel viale interno verso il Flaminio. In una zona di traffico già "impiccato".
Da bere La Casina dell’Orologio già appaltata a Coni e Federazione Sport Equestri per gli aperitivi
I 100 DELL'APPELLO appoggiano iniziative compatibili, come la Casa del Cinema o come la Ludoteca nella Casina di Raffaello (si salverà dall'assedio?). E avanzano proposte concrete: il Concorso Ippico Longines è stato ospitato con successo allo Stadio dei Marmi. Perché non trasferire colà nel 2019 pure il Concorso Ippico Internazionale, oppure nel bell'impianto militare dei Lanceri di Montebello a Tor di Quinto? Perché tacciono il ministero della Cultura, la Regione, la Sovrintendenza capitolina, il comitato italiano dell'Unesco? Aspettano l'inesorabile fatto compiuto?