Voleva abolirlo, ora Treu si dà dei collaboratori
Scontro sul bilancio. Consiglieri contrari alle spese proposte dall’uomo del Sì al referendum
Lo scontro sui destini del Cnel è da legge del contrappasso. Il presidente Tiziano Treu, l’uomo che voleva abolirlo, ieri si è erto a difensore dell’ente salvato dalla vittoria dal No al referendum. Ma è anche lo stesso che per la prima volta da tempo può disporre di un bilancio che consente le spese per le attività ordinarie. E così ne ha approfittato proponendo di stanziare 150 mila euro a supporto del suo lavoro, tra il malumore dei consiglieri.
ANDIAMO con ordine. Il Cnel è un organo costituzionale. Fornisce pareri al governo e promuove iniziative legislati- ve in campo economico e sociale riunendo il mondo del lavoro e delle professioni. Finora ha lavorato poco, ma potrebbe fare molto e la legge di bilancio gli affida il compito di elaborare i nuovi indicatori Bes (Benessere equo e solidale). Matteo Renzi ha usato la sua abolizione per far vincere il Sì al referendum. Fallita l’opera, a maggio 2017 il governo Gentiloni ha nominato Treu presidente, nonostante l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi fosse stato tra i grandi sponsor del Sì e firmatario di un documento per l’e l iminazione del Cnel. Ad agosto, poi, Palazzo Chigi ha deciso di nominare 48 nuovi consiglieri riconfermando tutte le categorie già rappresentate. Dopo una raffica di ricorsi degli esclusi, mercoledì scorso ha confermato in extremis le nuove nomine, scatenando le polemiche visto che il governo è in carica solo per l’ordinaria amministrazione.
IERI TREUè stato costretto a diramare una nota dura contro il Corriere della Sera, che contestando la nuova infornata ha accusato il governo di aver ri- pristinato le indennità ai consiglieri del Cnel. In realtà le indennità sono state abolite nel 2014 insieme ai rimborsi spese per i consiglieri (nel tentativo di affamare un ente alle prese già con tagli drastici). L’ultima legge di Bilancio ha ripristinato solo i rimborsi per i consiglieri che vengono da fuori Roma e la capacità di spesa per le attività ordinarie.
Da quando ha assunto l’incarico (gratuito), Treu sem- bra, bontà sua, aver cambiato idea sull’ente. Ora lo vuole rilanciare. Solo che si è più volte scontrato con i consiglieri attuali, in proroga dalla scorsa estate, sulla strada scelta. Ha tentato inutilmente di far approvare il bilancio di previsione 2018 (visto dal Fatto) il 25 gennaio e poi il 20 febbraio scorso senza però trovare l’accordo con i consiglieri, che hanno votato per un rinvio, anche perché ritengono debba essere la nuova consiliatura a occuparsene. E così adesso l’ente è in esercizio provvisorio. Il nodo del contendere sono diversi capitoli di spesa su cui i consiglieri hanno chiesto spiegazioni. Tra questi ci sono 150 mila euro a disposizione della presidenza che - pare - dovrebbero servire per due o tre incarichi di supporto alle attività di Treu (50 mila euro più di quanto stanziato per i rimborsi spese), che ha deciso di ripristinare questa voce cancellata nel 2014. Tra le altre previsioni di spesa figurano anche 30 mila euro per viaggi e delegazioni in Italia e all’estero della presidenza o dei consiglieri incaricati di rappresentare il Cnel. Dubbi sono stati sollevati anche sui 400 mila euro alla voce “servizi globali”, e su altre spese per studi e indagini. Il bilancio 2018 vale in tutto di 8,3 milioni, 7 dei quali messi dal Tesoro. Cifra lontana anni luce dai fasti del passato.
Zero indennità Ai membri del consiglio spetta solo un rimborso spese. Ma ci sono 150 mila euro per la presidenza