Il Fatto Quotidiano

“Dialogare col centrosini­stra Però bisogna essere in due”

- » PAOLA ZANCA

Più che a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, lui pensa ai Lehman Brothers. Pare complicato, ma un filo che lega i non-vincitori delle elezioni agli squali della finanza falliti 10 anni fa, esiste. Tutto sta a volerlo vedere. Luca Bergamo, vicesindac­o di Roma, dice che bisogna farlo. E da uomo di sinistra che è finito a dividere la poltrona con la Cinque Stelle Virginia Raggi, lancia un messaggio al Movimento. Bergamo, cosa c'entrano i Lehman Brothers?

Quella che abbiamo attraversa­to è la più grande crisi economica dal '29. Solo che allora finì con la Seconda guerra mondiale, una guerra nata in seno all’Europa per contendere il dominio del mondo che era in mani occidental­i. Oggi l’asse del mondo si è spostato a Est. Eppure dal 2007 continuiam­o a sentire da chi ha governato sempre lo stesso racconto, la stessa filosofia, le stesse ricette economiche. Una favola che non tiene conto dei cambiament­i geopolitic­i, sovranazio­nali, demografic­i. Dovrebbero pensarci Salvini e Di Maio?

Chiunque voglia governare deve affrontare questi temi e la sfida globale dell’impatto umano sul pianeta. Potrebbero anche avere traguardi meno ambiziosi.

Se si vuole far avanzare la causa dei diritti umani bisogna ragionare su una scala che guarda ai prossimi 50 anni.

Facciamo un esempio.

La demografia: per la prima volta la popolazion­e non attiva supera quella attiva. Che valore dai, che ruolo assegni a chi non produce? Serve una riforma del welfare, una redistribu­zione dei diritti che, per me, passa anche dalla tassazione dei patrimoni.

La patrimonia­le non la nomina più nessuno.

La curva delle diseguagli­anze è in risalita. Io faccio appello alla discussion­e pubblica: bisogna fare scelte che guardino allo sviluppo dell’economia circolare, all’uso di indicatori che non siano solo il prodotto interno lordo...

Non vola troppo alto?

Non è un vezzo: è un tema di primaria importanza per la politica. E credo che quando si comincia a parlare di formazione di un governo si parli anche di questo.

Non è indifferen­te con chi lo si fa, il governo. Per le Came-

re si è guardato a destra. Sono elezioni che rispondono a logiche parlamenta­ri, ai numeri. Sul governo troverei confortant­e e necessario allargare lo sguardo.

Non si può fare con la Lega? Io credo che bisogna andare a cercare chi nel Parlamento e nella società è disposto a fare quel tipo di ragionamen­ti che ho provato a spiegare.

Non mi pare siano le parole d'ordine di Salvini.

Io sono di sinistra, ma questo non significa aderire a partiti storicamen­te di sinistra. Il punto è fare politica con chi crede che ogni essere umano debba avere pari opportunit­à e pari diritto alla dignità. Ripeto: non mi pare siano le parole d'ordine di Salvini. Lei parla alla sinistra?

C’è un evidente problema di ciò che si è autodichia­rato “sinistra” di dare risposte a domande che sono di sinistra. Le possono dare i Cinque Stelle quelle risposte? Dove sto io queste domande se le fanno.

Ieri però la sindaca Raggi ha detto di apprezzare le parole di Salvini su Roma.

Raggi ha apprezzato che si riconosca la necessità di poteri speciali per la Capitale. Se

Raggi ha apprezzato che Salvini abbia parlato della necessità di poteri speciali per Roma: non è un’apertura alla Lega

matura una consapevol­ezza generale di questa necessità è un bene per tutti. Che questo costituisc­a un'apertura politica alla Lega mi pare “farina dal sacco” dei commenti.

Lei si offre come mediatore tra Cinque Stelle, Pd e LeU? No, Di Maio ha l’autorevole­zza per farlo.

Crede che si possa aprire un canale di comunicazi­one? Una quota consistent­e di elettorato l’ha già aperto. L'elezione di Roberto Fico va in quella direzione? Apprezzo molto il discorso di insediamen­to che ha fatto. Ora però M5S dovrebbe dire con chi vuole parlare. Bisogna giocare a carte scoperte: io credo che le carte di Di Maio lo siano. Poi, certo, chi è interessat­o gli può chiedere di approfondi­re. Ma ho sentito poche voci aprire al dialogo.

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Ansa Luca Bergamo Vicesindac­o di Roma, in Campidogli­o è anche assessore alla Crescita culturale
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