Fabrizio, artigiano gentile di una Rai quasi scomparsa
Il conduttore è morto a 60 anni dopo una malattia diagnosticata sei mesi fa. In onda fino all’ultimo, perché così eravamo abituati a vederlo: ogni “oggi”, a tutte le ore
Se c’è qualcuno difficile da associare all’idea di scomparsa, quello è Fabrizio Frizzi che invece se n’è andato a sessant’anni, dopo quattro mesi di battaglia combattuta alla sua maniera, come se anche la malattia fosse una materia di quella vita che, notoriamente, è tutta un quiz. Poteva saltar fuori nel salotto di casa in qualsiasi fascia oraria e nemmeno ci facevi caso; Frizzi c’era sempre, da sempre, ed era sempre lui, al servizio della prima ipnosi televisiva, domani sarà anche un altro giorno ma gli oggi sono sempre gli stessi.
Aveva cominciato con la Tv dei ragazzi, e da un certo punto di vista non aveva mai smesso, mai aveva abbandonato la pimpante conduzione da capo scout, né l’aspetto del bimbo cresciuto troppo in fretta per non ridere troppo spesso. Nel 1982, ventiseienne, debutta in Rai con Il Barattolo, ma galeotto fu Pane e
marmellata , in coabitazione con Rita Dalla Chiesa; con questa signora che ha dieci anni più di lui è colpo di fulmine, e da lì a poco arriverà il matrimonio. Intanto Michele Guardì cercava l’uomo giusto per la sua televisione del mattino tutta giochi, storie, sogni e gettoni d’oro. Trova il mix perfetto proprio in Frizzi, che confesserà come “Piazza Italia”, la scenografia dei Fatti
vostri, sia stata costruita su misura per lui. Qui si consolida la sua personalità di conduttore di famiglia, alla Baudo e alla Corrado, senza il carisma della prima generazione ma con lo stesso senso dell’artigianato. È il ragazzo giusto al momento giusto; il tempo dei padri della telepatria era finito, cominciava quello dei fratelli maggiori.
IL DEBUTTO in prima serata arriva nel ’91 con il varietà del sabato sera S co mme tt ia mo
che…? e arriverà anche la sera del 23 maggio 1992, quando una bomba uccide Giovanni Falcone e la sua scorta ma Rai1 decide di mandare comunque in onda Scommettiamo . Una scelta vergognosa di cui Frizzi diventa il capro espiatorio, simbolo della superficialità e del cinismo: “Sono stato travolto degli eventi senza rendermene conto”, dichiarerà, ammettendo il suo errore. “Dissi che non me la sentivo, ma hanno insistito. Qualcuno disse ‘non dobbiamo dare l’impressione che il Paese si fermi’, e non ebbi il coraggio di andarmene a casa”.
L’unico, vero infortunio della sua carriera non ne interrompe il momento magico. Si specializza negli show a base di buoni sentimenti, che diventano ancora più buoni per il fatto che li presenta lui, il suo
sex-appeal ignifugo convince Viale Mazzini a renderlo conduttore fisso di Miss Italia; ma è proprio la conduzione di Miss Italia 2002, giudicata “noiosa” dal neodirettore di Rai1 Fabrizio Del Noce, a fargli abbandonare temporaneamente il servizio pubblico. Dopo una breve parentesi aMediaset, Frizzi torna da mamma Rai: l’età dell’oro è passata, resta quella dell’argento del Frizzolone tutto fare. Come
pippobaudo del Terzo millennio è stato scavalcato dall’amico Carlo Conti; lui, accomodante, si accontenta di rimanere il Fabrizio Frizzi del secondo.
LO STILE È IL CONTRARIO
del coraggio di don Abbondio; se ce l’hai, nessuno te lo può togliere, nemmeno nei momenti peggiori; il rimanere se stesso anche dopo l’improvvisa malattia così come il riserbo dei media hanno avuto qualcosa di esemplare, su cui farebbe bene a riflettere una Tv sempre più avida della vita degli altri. Tornato al timone dell’Eredità tutto era ripreso come prima, e nulla lo era più; i visi dei concorrenti inquadrati in primo piano, il conduttore quasi sempre a figura intera, da più lontano possibile, per suggerire l’idea che aveva ripreso il suo posto e la vita pure, gli oggi erano di nuovo sempre gli stessi.
Frizzi non sapeva, o non voleva far sapere al suo pubblico? Ci sono quiz per i quali non esiste la risposta esatta.