Sono di sinistra e ho votato M5S: dopo l’ok al Senato, temo di avere sbagliato
Finché ci saranno in Parlamento uomini come Martina la Seconda Repubblica è sempre presente. Abbiamo cacciato i peones ma i dirigenti responsabili di quella politica che abbiamo voluto cambiare sono sempre inchiodati alla poltrona. Ieri a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata sembrava di assistere alle comiche di Totò dove, a spalla, la brava conduttrice, ascoltando gli sproloqui del segretario del Pd, cercava di indirizzarlo su un percorso credibile e meno comico, con delle domande che comprendevano già la risposta. Ma quello insisteva su quanto aveva imparato a memoria, più che un’ intervista era come una barzelletta di Renato Rascel. “Sul tram-scusi che ora è?”. “Giovedì-grazie allora scendo”. Una rappresentazione che non ci rallegra, considerando che persone così fiere del loro operato siedono ancora in Parlamento.
Elezioni delle Camere in linea con la volontà popolare
Finalmente abbiamo i presidenti di Camera e Senato che rappresentano, che piaccia o no, il volere degli italiani espresso chiaramente alle elezioni del 4 marzo con quasi il 38% al centrodestra e il 33% al M5S.
Il Partito democratico è rimasto, come giusto, fuori dai giochi. Anche in questo gli elettori si sono espressi chiaramente e, nonostante qualcuno sperasse in un accordo con il M5S (soprattutto chi vede Salvini come il fumo negli occhi, contraddicendosi spesso con quanto detto prima contro Renzi), fortunatamente il Pd è stato escluso dalle due poltrone.
Il Pd, con Matteo Renzi, ha fatto pessime scelte quando è stato al governo facendo leggi inutili e costose sul lavoro, favorendo un’immigrazione incontrollata che arricchisce solo Ong e cooperative ma crea danni ai cittadini, tagliando sempre più i fondi alla Sanità e perdendo tempo nell’ostinazione di voler cambiare la Costituzione to- SONO UN’ELETTRICE DI SINISTRA( gliendo democrazia al paese (cosa stroncata al referendum). Questo ha fatto sì che il Pd abbia perso ogni credibilità e ha fatto in modo che i mani o una Casellati, ma anche un Giggino ‘a Purpetta. Uno politico: l’indisponibilità del Pd, cioè del secondo partito italiano, a trattare col centrodestra e/o col M5S. A quel punto i vincitori delle elezioni – Lega e 5Stelle – hanno preso l’iniziativa per trovare un’intesa tra i due blocchi disponibili, stante l’indisponibilità del terzo. Ecorrettamente si sono divisi le due presidenze, nel rispetto della volontà della maggioranza degli elettori. Ovviamente, accettando quello schema, i 5Stelle non potevano pretendere di scegliere, oltre a quello della Camera, anche quello del Senato. Si sono giustamente opposti al pregiudicato Romani, ma non potevano fare altrettanto con la Casellati per ragioni di opportunità etico-politica che a quel punto sarebbero valse non solo per lei, ma per tutti gli altri candidato di centrodestra che in questi vent’anni hanno avallato e votato le leggi vergogna e difeso l’indifendibile B.. O meglio: avrebbero potuto farlo, ma in quel caso il centrodestra avrebbe eletto ugualmente il proprio presidente del Senato, e magari si sarebbe accordato con Renzi per eleggere un renzusconiano alla Camera. Così il primo partito sarebbe rimasto a bocca asciutta e Roberto Fico non sarebbe al vertice di Montecitorio. Se poi, come lei paventa e io ritengo ancora improbabile, il M5S dovesse trasformare la maggioranza tecnico-istituzionale nata sulle presidenze delle due Camere in una maggioranza di governo, il finale della sua lettera sarebbe perfettamente giustificato. Anzi, forse un po’ minimalista. cittadini, stanchi di tutto ciò e venendo da 4 governi non eletti, abbiano dato un segnale chiaro di volere un cambiamento radicale. Questo cambiamento è cominciato, speriamo continui con la scelta del presidente del Consiglio. Ha ragione. Tra nuovi movimenti, fuoriusciti, rientrati e minoranze varie ho perso un passaggio relativo a LeU. Chiedo venia.