Il Fatto Quotidiano

Pugnalata, poi bruciata: l’omicidio di Mireille Knoll spaventa gli ebrei di Francia

Parigi indaga per “anti-semitismo”: sospetti sul vicino di casa. Un caso simile pochi mesi fa

- » LUANA DE MICCO

E ra

sopravviss­uta alla Shoah Mireille Knoll. La 85enne è stata trovata morta venerdì, il corpo pugnalato e in parte bruciato, nel suo appartamen­to dell’11° arron

dissement di Parigi, dove viveva sola. Uccisa perché era ebrea. Ieri la procura di Parigi ha riconosciu­to l’aggravante antisemita dell’omicidio che sta scuotendo la Francia e la comunità ebraica, e conferma anche le recenti statistich­e del ministero dell’Interno che, pur registrand­o un calo degli atti- antisemiti nel 2017 (-7,2% rispetto al 2016), hanno mostrato l’a umento del carattere sempre più violento (+26%). Il crimine risale alle 19 di venerdì. Gli aggressori hanno ucciso Mireille Knoll con una dozzina di coltellate e hanno dato fuoco al corpo, forse per cancellare le tracce. I pompieri hanno trovato il corpo martoriato riverso sul letto.

LA COMUNITÀ EBRAICA era già sotto choc - e sempre più tentata di lasciare il paese nella quale risiede la seconda comunità al mondo dopo gli Usa - per un altro brutale omicidio dell’aprile 2017, ma il cui carattere antisemita è stato riconosciu­to solo a inizi marzo, dopo una lunga battaglia giudiziari­a. La vit-

tima era Sarah Halimi, 65 anni, uccisa a botte e poi lanciata dalla finestra da un vicino di casa di 27 anni al grido “Allah Akbar”.

Tra venerdì e sabato, due uomini sono stati arrestati per “omicidio collegato all’appartenen­za della vittima a una fede religiosa” e per “furto aggravato”. Anche in questo caso, uno di loro, di 29 anni, è un vicino, che l’anziana donna conosceva da tempo e che era da poco uscito di prigione. La Knoll aveva presentato da poco un esposto contro di lui perché minacciava di bruciarle casa. L’altro è un senzatetto di 22 anni, anche lui pr eg iu dic at o. Mireille Knoll non nascondeva di essere di confession­e ebraica. Francis Kalifat, presidente del Crif, il Consiglio rappresent­ativo delle istituzion­i ebraiche, ha parlato di una donna “modesta che viveva da anni in quella casa popolare e non possedeva né soldi né gioielli”. Suo marito era stato deportato. Lei era sopravviss­uta alla peggiore retata di ebrei francesi: il rastrellam­ento del Velodrome

d’Hiver: nel luglio 1942 più di 13mila ebrei, un terzo dei quali bambini, furono instradati verso i lager. Mireille si era salvata fuggendo in Portogallo grazie al passaporto brasiliano della madre.

Insicurezz­a La numerosa comunità sempre più tentata di abbandonar­e il Paese e scegliere Israele

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Sopravviss­uta Mireille è scampata alla retata nazista del 1942
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