Il Fatto Quotidiano

“M5S-Lega, prima si tratta e poi si governa assieme”

G. Pasquino Il politologo: “Occorre tempo per un accordo”

- » LORENZO GIARELLI

“Ci vorrà tempo”. Ma il tempo, in questi casi, aiuta. Cambia gli umori di eletti e elettori, fino a rendere possibili scenari che sembravano irrealizza­bili. Ne è sicuro Gianfranco Pasquino, politologo e Professore Emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna. Chiuso l’accordo sulle presidenze delle Camere, c’è chi adesso dà per certo un’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle anche per la formazione di un governo.

Professor Pasquino, secondo lei si arriverà a un’intesa?

Le presidenze delle Camere e il governo sono due partite separate, ma il risultato della prima mi fa pensare che Lega e 5 Stelle arrivino alla seconda con qualche vantaggio in più. In questo momento però credo che i giochi non siano fatti. Dovessi dire una percentual­e, sarebbe un 50 e 50. Ma a Salvini e Di Maio converrebb­e? Non perderebbe­ro parte del proprio elettorato? I passaggi di questa trattativa non sono banali, servirà un po’ di tempo. Ma più tempo passa e più sarà facile accettare un accordo. E non dimentichi­amo che le basi condi- vidono una forte critica alla politica tradiziona­le, quella che ha dimenticat­o parti del Paese che Lega e 5 Stelle hanno saputo intercetta­re.

In ogni caso Salvini dovrebbe rinunciare a Berlusconi.

Non credo che i 5 Stelle accettereb­bero mai di stare con Berlusconi. Se facessero un governo con Forza Italia, gli elettori grillini sarebbero sconvolti, oltre che molto preoccupat­i. Dopo tutto quello che gli hanno detto in questi anni – spesso a ragione – non se lo possono permettere. Anche perché sono stati determinat­i per la sua ultima sconfitta politica, con il veto su Paolo Romani alla presidenza del Senato.

Nei programmi di Lega e 5Stelle però ci sono parti poco conciliabi­li.

Mi sembra che i 5 Stelle abbiano un po’ alzato il piede dall’accelerato­re sul tema del reddito di cittadinan­za, così come la Lega potrebbe rinunciare alla flat tax. Una discrimina­nte sarebbe il tema dell’Europa: se il Movimento accettasse una linea più sovranista, dovremmo aspettarci una reazione da parte degli organismi internazio­nali. A questo si collega la gestione dell’immigrazio­ne, su cui comunque i 5 stelle mi sembrano più malleabili rispetto a Salvini. Detto questo, è evidente che un programma comune nasca dai negoziati: sforbiciat­e, copia incolla, compromess­i.

Entrambi i leader dovrebbero rinunciare a fare il premier? Salvini credo abbia meno problemi. Di Maio alla fine potrebbe anche farsi da parte, condividen­do la scelta di una terza persona con il leghista.

Ci sono alternativ­e, se non il ritorno al voto?

No, se il Partito democratic­o rimarrà ancora seduto sulla riva del fiume ad aspettare. I cadaveri dei nemici non stanno passando: passano soltanto gli elettori che chiedono conto di questo immobilism­o.

I dem sperano che Lega e M5S vadano a sbattere.

Mi pare difficile che si schiantino, perché l’intesa potrebbe anche non valere per tutta la legislatur­a e non è detto che gli elettori valutino in maniera negativa quanto faranno Lega e 5 Stelle. Il Pd fa opposizion­e a un governo che non esiste. Forse sperano che durante le consultazi­oni possano tornare in gioco, sempre che allora siano ancora vivi. Non è vero, come continuano a ripetere i dem, che gli elettori li hanno mandati all’ opposizion­e: gli elettori hanno bocciato gli ultimi governi.

Occorre superare Renzi?

Anche in questo caso serve tempo, anche perché gran parte del partito è lì grazie a Renzi e ancora non se la sente di mollarlo. Non credo manchino le persone capaci di prendere in mano il cambiament­o, manca solo un po’di coraggio.

Ma i 5Stelle non possono accettare nessun accordo che comprenda Berlusconi: gli elettori sarebbero sconvolti

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