Il commercialista a processo per peculato alla conquista di Catania (nel nome di B.)
Devoto ad Almirante e a Silvio: a destra lo insidia il leghista ex Dc
La data è simbolica: sono i primi 100 giorni del nuovo scenario politico (per la precisione, ne saranno passati 98 dal 4 marzo). Sarà quindi una prima risposta concreta su eventuali smottamenti del consenso, sebbene filtrati dalle caratteristiche proprie del voto locale. Per il Pd è il primo appuntamento senza Matteo Renzi segretario (anche se poco è cambiato: l’ex premier controlla un bel pezzo delle truppe parlamentari e della strategia del Nazareno). Per il Movimento 5 Stelle sarà una risposta sulla leadership di Luigi Di Maio e la sua gestione della vittoria elettorale, ma soprattutto una prova d’appello sulle capacità di consolidarsi anche come realtà amministrativa. Ambito in cui storicamente fa molta fatica. Quello grillino – la definizione è dell’Istituto Cattaneo, dopo le amministrative di giugno 2017 – è un elettorato “a fisarmonica“: si allarga quando la competizione elettorale ha dimensione nazionale, si restringe invece quando il voto è locale (nei comuni che hanno votato la scorsa primavera, rispetto alle Politiche del 2013, il Movimento aveva perso il 18%).
Poi c’è la partita interna al centrodestra: negli ultimi voti – Amministrative 2017 e Politiche 2018 – la Lega ha divorato l’elettorato di Forza Italia. Matteo Salvini spera di confermare questa tendenza. Intanto l’ha fatta pesare nella scelta dei candidati. La casella più contesa era in Friuli- Venezia Giulia. L’ha ottenuta il leghista Massimo Fedriga a spese del preferito di Berlusconi, Renzo Tondo. Nell’accordo il Carroccio ha concesso all’alleato la presidenza del Senato, finita alla forzista Casellati. Ma la scelta di Fedriga è dettata anche, e soprattutto, dai numeri: in cinque anni la Lega ha quadruplicato i suoi consensi in Regione (dal 6,7 del 2013 al 25,8 del 2018).
Le sfide nelle Regioni per influenzare il Colle
Che non sia solo un voto locale – come amava ripetere Il suo faccione tracimante da quei manifesti 6x3 te lo ritrovi in ogni strada di Catania. Salvo Pogliese, 46 anni, europarlamentare di Forza Italia, vuole diventare sindaco di Catania. Dalla sua ha una certa popolarità conquistata negli anni grazie al tipico cursus honorum del giovane di destra: militante del Fronte della Gioventù da ragazzino, consigliere comunale a 25 anni (primo degli eletti con An), due legislature come deputato regionale Pdl e infine l’approdo a Strasburgo nel 2014.
SEBBENE ABBIA virato su posizione moderate, non ha mai dimenticato la lezione del Renzi prima e dopo ogni sconfitta – l’ha detto Salvini molto chiaramente: “Un a bella vittoria del centrodestra in Molise e Friuli-Venezia Giulia lancerebbe un bel segnale al Quirinale perché vorrebbe dire che in Italia c’è voglia di un cambio”. Il capo del Carroccio dà per scontato che le consultazioni an- maestro Giorgio Almirante, che ricordava, nel 2015, in modo forse eccessivamente oleografico: “Almirante è stato uno dei protagonisti di quel processo di pacificazione nazionale teso a superare le d i v i s i o n i p ost-belliche, lavorando con uomini di destra, centro e sinistra, affinché l’Italia potesse riunificare la sua anima di popolo e costruire un futuro di pace senza conflitti ideologici”. dranno per le lunghe e il voto ( a fine aprile) le possa in qualche modo orientare.
In Friuli il suo Fedriga è favoritissimo nei sondaggi contro il candidato del Pd Sergio Bolzonello, vice della governatrice uscente Debora Serracchiani. I Cinque Stelle sperano di confermare, perlomeno, l’i n c o r a g- Forte di quella lezione, Pogliese oggi prova a pescare un po’ ovunque, con un occhio particolare al mondo delle professioni e al volontariato: così, partendo dal 32% che il centrodestra ha raggiunto a Catania il 4 marzo, mira al 40 che gli darebbe la vittoria al primo turno.
Rampollo di una famiglia catanese di peso - il padre commercialista e consulente economico finanziario del giante risultato friulano delle Politiche: 24,5%.
In Molise, secondo Euromedia Research, sarà ballottaggio tra centrodestra e M5S, quasi appaiati attorno al 35%. I numeri però sono vecchiotti, raccolti prima del 4 marzo e prima anche che fossero ufficializzati i candidati. Le Politiche hanno con-
Sopra i 15mila abitanti Sette sopra i 100mila e 21 capoluoghi Imbarazzo
È a giudizio per le “spese pazze” dei gruppi regionali La sua difesa: “Sono io ad aver dato soldi al Pdl...” Mattarella ascolta Il capo del Caroccio: “Una nostra vittoria lancerebbe un bel segnale al Quirinale”
gruppo Abate ( centri commerciali), lo zio avvocato penalista - Pogliese, commercialista come il padre, è assai amato nei molti Caf della città e considerato uno dei consiglieri più ascoltati da Silvio Berlusconi, che quando si attovaglia in quel di Catania lo vuole sempre al suo fianco.
C’È QUALCOSA però che turba i sonni dell’ex ragazzo prodigio nella corsa alla conquista di Palazzo degli Elefanti, che i sondaggi danno per sicura, complice anche l’impopolarità maturata dalla giunta della fu primavera di Enzo Bianco. E non è certo la candidatura di In Sicilia si vota in ben 138 Comuni (in queste due pagine gli approfondimenti sui principali: Catania e Messina). I Cinque Stelle vengono dal “c app ott o” delle Politiche ( ha vinto 28 collegi su 28) e dalla delusione delle Regionali (a novembre Nel- disturbo che si è andato a inventare Angelo Attaguile, leghista siciliano in salsa democristiana, che vorrebbe sfruttare l’onda del successo di Salvini, propagatasi finanche in terra siciliana: chi è vicino a Pogliese non se ne preoccupa più di tanto e ritiene che finirà come alle Regionali, quando lo stesso Attaguile prima si mise di traverso alla candidatura Musumeci e poi dovette ritirarsi in buon ordine, previo richiamo ufficiale del leghista Giorgetti.
Quel che non fa stare tranquillo l’ex attivista del Fronte della Gioventù è un processo palermitano per peculato che