Il Fatto Quotidiano

Debutta Bocca, e il social è subito populista

- » NANNI DELBECCHI

La television­e è come la cacca, bisogna farla, non vederla, diceva Gianfranco Funari, che si intendeva di tutte e due. Beniamino Placido era dello stesso avviso nonostante fosse un sublime critico televisivo, anzi, a maggior ragione. Fare Tv è talmente più divertente che si congedò dai suoi lettori e nel ’94 realizzò Eppur si muove in tandem con Montanelli. Di certo non si possono fare le due cose assieme. Bisogna scegliere, sempre ammesso che si possa. Anche Fabrizio Bocca ha scelto. Divenuto diretto- re di Sky Tg 24 dopo anni di critica televisiva, è sceso in campo con l’approfondi­mento H ASHTAG24 (mercoledì alle 21). A vederlo in studio così dritto, elegante e declamante, mai si sospettere­bbe del suo equivoco passato: pare già un conduttore fatto e finito, l’anello di congiunzio­ne tra Paolo Del Debbio e Nicola Porro. Lineare il talk, lodevolmen­te contenuto nelle dimensioni: due ospiti per interpreta­re posizioni contrappos­te (“I migranti li aiutiamo qui o a casa loro?”), Antonio Albanese con il film in promozione ma collegato “in borghese”, come opinionist­a aggiunto, servizi e dati per fare il punto della situazione. La novità sono le domande in diretta, in arrivo dai social; populismo applicato ai media per cavalcare un’onda già piuttosto diffusa (come sempre, sono le trasmissio­ni calcistich­e a fare da battistrad­a). E dunque: meglio Bocca quando scriveva a casa sua o meglio ora, migrante sul piccolo schermo? Difficile dirlo su due piedi, bisognereb­be farci un talk sopra.

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