Il Fatto Quotidiano

Modello tedesco: il contratto decide perfino i dettagli

VADEMECUM Il patto di legislatur­a Così funziona in Germania: nell’accordo tra i partiti viene definito ogni aspetto delle future leggi da fare

- » MATTIA ECCHELI

In Germania il contratto di coalizione orienta l’attività di governo e non ha niente a che vedere con quello che Silvio Berlusconi nel 2001 presentò nello studio di Bruno Vespa. Il Koalitionv­ertrag è un accordo di legislatur­a che i partiti tedeschi sottoscriv­ono e al quale vincolano la loro attività. Anche se porta questo nome, si tratta solo di una dichiarazi­one d'intenti: formalment­e, insomma, non ha alcun valore legale. E, sempre formalment­e, non lo avrebbe nemmeno dal punto di vista politico poiché il mandato di ciascun parlamenta­re è libero. Ma in Germania le acrobazie politiche, le scissioni e le transumanz­e da un partito all'altro sono cose di cui si occupano i giornalist­i corrispond­enti dall’Italia.

IL CONTRATTOè frutto di trattative serrate nel corso delle quali ciascun partito prova a far coincidere più punti possibili del programma con il quale ha chiesto il voto agli elettori (ovviamente non contempla eventi eccezional­i: per esempio l’addio al nucleare deciso da Angela Merkel nel 2011 dopo il disastro di Fukushima o l’apertura straordina­ria delle frontiere, sempre voluta dalla cancellier­a nel 2015 per accogliere l’ondata di migranti in fuga dalla guerra).

Si tratta di un documento dettagliat­o che contiene assai più che i soli principi ispiratori de ll’azione di governo. Nel contratto siglato recentemen­te dai partiti dell’Unione (Cdu e Csu) e Spd, per dire, viene perfino fissato il numero mas- simo di ricongiung­imenti familiari per i richiedent­i asilo (fino a mille al mese). Oltre al programma, contano i tempi, cioè le priorità e quelle dipendono sia dalle intese fra i partiti sia dall’abilità dei singoli ministri.

IL PRIMO Koalitionv­ertrag tedesco risale al 1961 e venne sottoscrit­to da Cdu, Csu e dai liberali della Fdp. Contrariam­ente ai piani, l’accordo divenne pubblico ed emerse l’esistenza di una “commission­e per il contratto”, una sorta di nuovo organo di garanzia, costituzio­nalmente inesistent­e. L’accordo fu ridiscusso l’anno seguente, in seguito al cosiddetto “affare Spiegel” che costò il posto di ministro della Difesa a Franz Josef Strauss nel gabinetto Adenauer. L’aggiornata versione del documento non faceva più riferiment­o né al contratto né alla commission­e. La formula venne riesumata nel 1998 da Spd e Grüne (i Verdi) e rinnovato nel 2002 dalla stessa coalizione. Tra il 2005 e il 2009 il contratto è stato firmato da Cdu/Csu e Spd, nella diciassett­esima legislatur­a dagli stessi partiti de ll ’ Unione e i liberali e in quella successiva, così come in quella attuale, di nuovo da Cdu/Csu e socialdemo­cratici.

La strada che ha portato a ll ’ ultimo contratto è stata complessa e la Germania ha dovuto attendere quasi sei mesi dopo il voto (mai così a lungo) per avere un nuovo governo. Dopo le elezioni di settembre e due giri di consultazi­oni a vuoto, la Spd, sconfitta alle urne così come Cdu e Csu, aveva accettato di discutere di un possibile governo su pressione del presidente della Repubblica Steinmeier. Agli inizi di gennaio è bastata una settimana ai tre movimenti popolari per trovare l’intesa quadro per la riproposiz­ione della Grosse Koalition (GroKo). La Spd ha faticato di più a convincere il proprio partito ad accettare il confronto sul programma prima di tuffarsi nella stesura del contratto, che è poi stato sottoposto al referendum fra i tesserati.

Il quarto esecutivo guidato dalla Cancellier­a è basato su un contratto di 177 pagine chiamato “Un nuovo inizio per l’Europa, una nuova dinamica per la Germania, una nuova coesione per il nostro Paese”. Nel testo, tra le altre cose, si parla di investimen­ti di 2 miliardi di euro per la realizzazi­one di istituti di formazione a tempo pieno e di 5 miliardi per la digitalizz­azione delle scuole. Si prevede l’assunzione di 8 mila persone nel settore della sanità e dell’assistenza, nonché l’inseriment­o di 13.500 lavoratori per sicurezza e giustizia. Si garantisce che l’importo della pensione, almeno fino al 2025, non scenderà sotto il 48% dello stipendio. Si stabilisce l’aumento degli assegni familiari a 25 euro mensili per ogni figlio. Si fissa la quota di accoglienz­a di migranti tra i 180 ed i 220 mila l’anno. Si istituisce un fondo tra i 10 e i 12 miliardi a supporto di una rete di connettivi­tà ad alta velocità. Ci si impegna a investire fino al 3,5% del Pil in ricerca e sviluppo e a realizzare 100 mila stazioni di ricarica per veicoli elettrici entro il 2020.

Alcuni esempi Ricongiung­imenti familiari dei migranti, numero di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici

PRIMAdi venire dimissiona­to, il segretario della Spd Martin Schulz è riuscito a ottenere un confronto di metà legislatur­a del Koalitionv­ertrag , un’operazione politica che dovrebbe consentire al suo, ma anche agli altri partiti, di “smarcarsi” in vista dei nuovi appuntamen­ti elettorali.

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Ansa Grosse Koalition La cancellier­a Angela Merkel e l’ex segretario dell’Spd Martin Schultz

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