Il Fatto Quotidiano

“Un chiodo da 20 mila euro nel perone: voleva rovinarmi”

Pioggia di testimonia­nze ed esposti in Procura contro la cricca lombarda delle protesi

- » LUIGI FRANCO

“Il dottor Calori mi propose, per correggere un disallinea­mento femororotu­leo, di spaccare e staccare la cresta tibiale, spostarla sul perone fissandola con un chiodo. Costo visita 200 euro, del folle ed inutile intervento chirurgico 20mila euro. Costo dello spavento, incalcolab­ile”. È di racconti come quello postato su Facebook da Rosa S. che potrebbero ora riempirsi i fascicoli delle indagini della procura di Milano che ieri hanno portato all’arresto per corruzione dell’i mp ren di to re Tommaso Brenicci, di due primari e della direttrice sanitaria dell’ospedale ortopedico Gaetano Pini, di due primari del Galeazzi. Tra di loro Giorgio Maria Calori, 61 anni, a capo della Chirurgia ricostrutt­iva del Pini e docente all’università statale, che viene definito dal gip Teresa De Pascale un medico “dall’approccio interventi­sta”, un profession­ista “volto al maggior guadagno piuttosto che alla preminente cura del paziente”.

ROSA non si è fatta convincere da Calori: “Mi recai a Bologna al Rizzoli – prosegue il racconto – e con 80 euro ricevetti: una visita accurata e sensata e soprattutt­o un piano cure con fisioterap­ia, ginnastica posturale ed esercizi potenziame­nto femorale. Ad oggi ho la mia gamba tutta intera e sana!”. Ma le storie di molti altri pazienti del primario rischiano di non avere avuto un analogo lieto fine, a giudicare dalle numerose segnalazio­ni che sono arrivate in procura non appena è uscita la notizia dell’inchiesta. Testimonia­nze di chi ritiene di avere subito danni fisici dopo essere finito sotto i ferri di quello che sino all’altro ieri era considerat­o un luminare dell’ortopedia.

Le indagini ora approfondi­ranno anche questi aspetti alla ricerca di elementi da aggiungere all’episodio già raccontato in un’intercetta­zione finita agli atti: il presunto tentativo da parte di Calori di convincere un facoltoso paziente della presenza di un’infezione, in realtà inesistent­e, che necessitav­a un intervento urgente per evitare “l’amputazion­e del piede”. E la testimonia­nza di un anestesist­a del Pini che racconta di essersi rifiutato di procedere con l’operazione di un paziente cardiopati­co in assenza del cardiologo: “Ne nasceva un’accesa discussion­e, poiché Calori insisteva affinché il paziente fosse operato ne ll’immediatez­za, millantand­o apertament­e conoscenze ad alti livelli istituzion­ali anche nella magistratu­ra”.

Capitolo, quello di interventi inutili e dannosi, non nuovo a Milano, dove è stato condannato in appello all’ergastolo Pier Paolo Brega Massone, primario della Santa Rita, la “clinica degli orrori”. E dove a giugno inizierà il processo a Norberto Confalonie­ri, un altro primario del Pini, arrestato l’anno scorso per tangenti e lesioni, che in una telefonata raccontava di aver provocato “la rottura di un femore” a una paziente anziana per “allenarsi” in vista di un intervento privato. È proprio da uno sviluppo dell’inchiesta su Confalonie­ri che è nato il filone che ieri ha portato agli arresti chiesti dai pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella.

FINORA le indagini si sono concentrat­e sulla corruzione, in un sistema di tangenti dove gli interessi dei medici spesso coincideva­no con quelli di Brenicci, il fornitore di protesi e altri dispositiv­i. Tanto che tre dei quattro primari, compreso Calori, risultano soci occulti delle sue società e intestatar­i insieme a lui di alcuni brevetti. Tra gli indagati, con l’ipotesi di favoreggia­mento e abuso d’ufficio, anche l’ex sottosegre­tario della giunta Maroni Gustavo Cioppa, considerat­o dal gip “portavoce” in Regione del progetto di accreditam­ento del reparto di Calori come punto di riferiment­o lombardo per le infezioni articolari. Di lui il gip osserva il “forte legame, benché indiretto, con il Pini, dal momento che suo figlio avvocato (non indagato, ndr) ha ricevuto dal 2012 al 2014 l’affidament­o di alcune consulenze” per circa 100mila euro. Intanto il neo governator­e Attilio Fontana annuncia che la Regione si costituirà parte civile. Con quello dell’imprendito­re, iniziano oggi gli interrogat­ori.

Procura e Pirellone Oggi iniziano gli interrogat­ori Fontana: “La Regione costituita parte civile”

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In che mani Giorgio Maria Calori in una telefonata intercetta­ta viene definito “un vero delinquent­e” da un altro primario

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