Il Fatto Quotidiano

Siria Come nel Far West: tra Stati Uniti e Russia vince chi estrae prima la pistola

- LUIGI FERLAZZO NATOLI MONICA STANGHELLI­NI DARIO LODI VALERIO CATTANO ANTONIO MALDERA FRANCESCO STACCIOLI USB LAVORO PRIVATO P. ALFREDO FERETTI PRESIDENTE CENTRO LA FAMIGLIA

In attesa dell’esito del secondo giro di consultazi­oni da parte del flemmatico presidente Mattarella, non posso che auspicare un incarico esplorativ­o o pieno senza perdere più tempo in altri inutili giri.

Non posso che auspicare, altresì, che i soliti insulti più o meno di facciata di Salvini e Di Maio si risolvano in una definitiva chiarifica­zione: fare il governo insieme (ma senza B.), oppure no.

E sarebbe, infine, da augurarci che il Pd residuale, si emancipi dal padre-padrone Renzi, e si sieda a discutere con i Cinque Stelle. Insomma, come è stato detto, basta con consultazi­oni a gogò e con insulti da Bar sport e si pensi a fare un governo nell’interesse del Paese.

Se non ci si mette d’accordo si rischia l’esecutivo tecnico

La domanda è: se continua questa fase di stallo nel formare un governo perché tutti rimangono sulle loro posizioni, si rischia di tornare all’ennesimo governo di scopo, tecnico, o in qualunque modo lo si voglia chiamare, ma sicurament­e non voluto dai cittadini al voto? Salvini non lascia Berlusconi, il M5S non vuole fare un governo dove sia presente anche Forza Italia ( giustament­e), il Pd vuole stare all’opposizion­e sperando di veder passare i cadaveri di un eventuale governo M5S-Lega e nel frattempo, a 40 giorni dal voto, il paese è in stanca attesa.

Il capo dello Stato Sergio Mattarella pare non abbia nessuna intenzione di farci tornare al voto, cosa comunque inutile con questa vergognosa legge elettorale. Quindi c’è il rischio che, ben volentieri (soprattutt­o dopo aver ricevuto Napolitano che gli avrà dato le dritte), il presidente si rivolgerà a Gentiloni o darà l’incarico a una persona al di fuori dalla diatriba di questi giorni che faccia i soliti interessi delle banche e dell’Europa? Sarebbe l’ennesimo sopruso nei confronti degli italiani. LA TRAGEDIA SIRIANAdev­e essere fermata. Non si capisce la qualità intellettu­ale e morale dei due grandi Paesi (Stati Uniti e Russia), incapaci di trovare un accordo per impedire la strage. Il Paese dovrebbe essere occupato sia da Putin sia da Trump (Assad ha stracciato i diritti umani, il motivo per entrare c’è, sotto bandiera Onu) per il cessate il fuoco e per il via a elezioni regolari. Non è per niente chiaro a cosa serva lo stillicidi­o siriano, a cosa serva lasciare che la situazione marcisca. Nel caos, entrano anche i turchi e i curdi, con i primi che sembrano liberi di massacrare i secondi. Poi c’è Israele che uccide alla minima provocazio­ne. Ma il Medio Oriente potrebbe essere salvato, se si anteponess­e il buonsenso – che civiltà avanzate come quella russa e americana dovrebbero avere – ai piccoli interessi egoistici e machisti. Possibile che non si veda quanto male faccia l’arcaico braccio di ferro? Possibile non si provi vergogna di fronte a certi spettacoli (e questo vale anche per il trattament­o europeo riservato agli immigrati)? GENTILE DARIO, come lei ben scrive, non si capisce la scelta morale di Stati Uniti e Russia nella tragedia siriana: non si capisce, perché di tutto si tratta tranne che di moralità. Gli Stati Uniti, assieme agli alleati (Francia e Inghilterr­a) hanno creduto che la rivolta contro il regime iniziata nel 2011 poteva essere controllat­a per buttare a mare il governo di Assad. La bomba è scoppiata nelle loro mani: fra quelli che l’Occidente chiama in modo generico “ribelli”, hanno prevalso gli estremisti islamici dell’Isis e dei gruppi legati ad al Qaeda. Il regime di Damasco è stato salvato dalla Russia e dall’Iran in nome di quegli interessi che lei definisce giustament­e “egoistici e machisti”, ma che Ho letto sul Fatto Quotidiano del 10 aprile, nella pagine della posta, un intervento che sollecita l’abolizione del Senato. Rispetto l’opinione del lettore, ma sono in totale disaccordo. Trovo molto pericoloso suggerire ai nostri politici un’iniziativa del genere, tanto più in un periodo in cui stanno cercando un motivo, o un pretesto, per mettersi insieme. L’idea di migliorare la situazione italiana abolendo il Senato è sono proprio quelli che contano quando si parla di geopolitic­a e interessi economici e militari. Troppo tardi per immaginare una pace delle armi e libere elezioni: ha vinto un blocco, che ha approfitta­to delle debolezze dell'altro. In mezzo, ci sono i timori di Israele per l’avanzata di Teheran e di Hezbollah, e i calcoli della Turchia che mai come ora può regolare la questione con i curdi: come nel Far West, in questo momento in Siria e attorno ai suoi confini, chi estrae per primo la pistola, ha la meglio. Tutto ciò è frustrante e lascia attoniti: purtroppo, il Medio Oriente non è mai stato un luogo dove ha prevalso il buonsenso e la vicenda siriana non fa eccezione, a dispetto del nostro orrore. un’illusione che fatica a tramontare, nonostante gli inequivoca­bili risultati di due referendum a favore dell’attuale assetto istituzion­ale. Una Camera alta esiste in tutti i grandi Paesi ed è dotata di funzioni di sostanza (come negli Stati Uniti). In un Paese come il nostro poi, in cui i politici ne combinano di tutti i colori, spesso il bicamerali­smo, come ha sottolinea­to in passato anche il direttore Travaglio, è una garanzia per rimediare a errori e strafalcio­ni. Teniamoci stretto il Sena- to, dunque, e concentria­moci sui veri problemi economici e sociali (a partire dalla disoccupaz­ione, dalla povertà, dalla legalità). DIRITTO DI REPLICA

Usb lavoro privato ritiene molto grave quanto contenuto nell’a r t icolo uscito sull’edizione del 7 aprile de Il Fatto Quotidiano sul mancato o ritardato versamento della parte di addizional­i comunali che alimenta il Fondo di solidariet­à del Con riferiment­o all’articolo dell’11 aprile “Fondi violenza sulle donne soldi a tutti tranne ai centri” che fa riferiment­o all’aggiudicaz­ione di un contributo di 125 mila euro al Centro per la famiglia di Roma fondato da padre Luciano Cupia. Voglio precisare che l’Ass ociazi one Centro La Famiglia, fondato da p. Cupia, di cui sono il Presidente pro tempore, non ha partecipat­o al bando citato nell’articolo e di conseguenz­a non ha ricevuto i fondi relativi. Probabilme­nte si tratta di un caso di omonimia. Preciso anche che da più di cinquant’anni il nostro Centro presta servizio gratuito e a offerta libera attraverso 40 profession­isti volontari che offrono liberament­e la loro profession­alità a tutti, in modo laico e rispettoso della persona e dei suoi disagi.

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Ansa Armi chimiche La popolazion­e di Douma colpita

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