Il Fatto Quotidiano

“Tempo di negoziati scaduto, sarà scontro nei cieli”

L’analista francese: “Il magnate si è esposto con i suoi tweet Se il Pentagono non passa all’azione mostrerà debolezza”

- » ROBERTA ZUNINI

Ai tempi della crisi cubana, un confronto tra Stati Uniti e Russia, allora Unione Sovietica, cioè occidente e oriente, era possibile, oggi è più che probabile. Anzi è certo e, tengo a dire, terrorizza­nte”.

Sempre molto misurato nell'uso degli aggettivi, Bernard Guetta – analista di geopolitic­a, con particolar­e attenzione alla questione mediorient­ale, giornalist­a e scrittore tra i più influenti in ambito internazio­nale, non solo francese – ritiene che lo scontro tra Usa e Russia sia ormai inevitabil­e.

Per l'entrata in carica dei falchi Bolton e Pompeo ne ll' Amm inistra zio ne Trump?

Sicurament­e l'ingresso ufficiale dell'interventi­sta Bolton, uno dei più convinti sostenitor­i dell'invasione dell'Iraq durante l'era Bush junior, è una indicazion­e in questo senso; anche se proprio l'invasione dell'Iraq ha portato al sovvertime­nto dell'equilibrio di allora in cui l'Iran, nemico degli Usa, a quei tempi come oggi, ha riguadagna­to sempre più potere e influenza nella regione. Per non parlare di Mosca che, alleata da decenni di Teheran nell'area, è riuscita anche a portare dalla propria parte la Turchia, storico membro Nato. Resta il fatto che questa volta Trump si è esposto troppo, non solo a colpi di tweet; se il Pentagono facesse solo una sortita leggera contro le basi militari di Assad, come avvenne l'anno scorso all'in- domani dell'attacco con il gas nervino nella provincia siriana di Idlib, mostrerebb­e debolezza anziché risolutezz­a.

Sarà quindi uno scontro molto vasto e pericoloso? Ritengo che lo scenario della negoziazio­ne sotto banco tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e sicurament­e Arabia Saudita da una parte e Russia, Iran, Hezbollah libanesi dall'altra sia ormai improbabil­e. A mio parere il primo scontro diretto della storia contempora­nea tra Usa e Russia avverrà tra poche ore. Scontro nei cieli, non su terra, ovviamente...

Nei cieli mediorient­ali è già abbastanza. Non sarà certo una passeggiat­a.

Ma solo fino alla scorsa settimana, Trump aveva annunciato, contrarian­do il Pentagono, di voler far ritirare la già esigua compagine militare americana ( 2.000 unità) dal suolo siriano. Come si spiega questo doppio salto carpiato? A causa dell'attacco chimico sopraggiun­to. Per dimostrars­i diverso dal suo predecesso­re Obama che dopo aver definito la ‘ linea rossa’ , non l'ha protetta nel 2013 dopo il primo attacco chimico in Siria?

Esatto. Certo Obama ha preferito cercare un accordo perché non vi era certezza sulla reale provenienz­a del primo attacco chimico che avvenne nella regione della Ghouta, a est di Damasco. Non è a causa dei problemi di credibilit­à insorti all'interno del Paese in seguito a vari scandali, o del patto di ferro tra il genero di Trump, Jared Kushner e il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, arci nemico dell'Iran?

Non credo. Questa volta Trump vuole dimostrare che la Russia non può fare quello che vuole e ignorare il diritto internazio­nale. E l’uso delle armi chimiche è la più grave violazione del diritto internazio­nale.

E l'Europa ?

Parliamo di Francia e Gran Bretagna perché sono le nazioni che trainano la politica estera europea. Sono coese con gli Usa.

La Russia come reagirà? L'ambasciato­re russo in Libano ha spiegato che la Russia bombarderà le basi militari del Medio Oriente da dove partiranno gli attacchi missilisti­ci.

Quindi anche eventualme­nte quelle saudite e del Qatar?

Sì.

Il punto è che potrebbero partire anche da basi militari americane in Italia, per esempio Sigonella.

L’ingresso di Bolton alla Casa Bianca è un indicatore: fu uno dei più convinti sostenitor­i dell’invasione dell’Iraq con Bush Jr

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Ansa Di chi è la colpa Vittime civili dell’attacco col gas a Douma
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