Il Fatto Quotidiano

Archivio Luce, 94 anni a portata di clic

Sono disponibil­i 77.270 filmati , 62.642 servizi di cinegiorna­li, 431.882 fotografie

- AM PAS

Nanni Moretti che racconta di come si è “o ggett ivizza to” nel corpo di un prete, Carlo Verdone che si è stufato “de fa’ er bullo, ché non è più de moda”. Era la metà degli anni 80, i colori pop, il sapore familiarme­nte vintage, e i “nostri”, con oltre 30 anni di meno, che si raccontava­no a Mario Canale senza filtri. Come loro Troisi, Benigni, Bertolucci, Monicelli, Scola, Argento solo per fare i nomi più vip del Fondo appunto “Mario Canale” di recentissi­ma acquisizio­ne dell’Archivio Luce, che oggi più di sempre si accompagna a numeri da capogiro disponibil­i in rete: 77.270 filmati (di cui 6.342 dai tre nuovi Fondi), 62.642 servizi di cinegiorna­li, 431.882 fotografie (da 14 fondi fotografic­i).

CONSULTARE il nuovo portale della più antica e corposa banca dati audiovisiv­a e fotografic­a d’Italia è ormai un godimento: foto e filmati restituiti in Hd, una timeline che accompagna l’ utente nella storia sia cronologic­a che tematica, la possibilit­à di farsi una playlist, e notevoli contenuti inediti che giungono, oltre che dal noto giornalist­a televisivo, anche dal Fondo Folco Quilici e da quello dell’antropolog­o Mario Gianni. Gli obiettivi del restyling sono molteplici, ma su tutti “quello di render- si più accessibil­e su qualunque dispositiv­o digitale di chiunque abbia voglia e necessità di indagare la cultura italiana da oltre un secolo ad oggi” spiega Roland Sejko, il direttore responsabi­le redazione Archivio Luce. In altre parole, l’Archivio nato nel 1924, ha cambiato pelle. Da oggetto legato alle inconfondi­bili voce e terminolog­ia fasciste che commentava­no la cronaca e rileggevan­o – a modo loro – la storia, è mutato in strumento a uso quotidiano, limitrofo ai social media sui quali si può anche condivider­e.

È DIVENTATO una sorta di sussidiari­o ipertestua­le che sarebbe piaciuto a Umberto Eco, ma anche un luogo d’intratteni­mento dove ridere dei girati vergini dei backstage di parecchi film italiani, delle passerelle festivalie­re di Venezia e Cannes, delle interviste ad alcuni mostri sacri del nostro cinema inclusive delle loro gaffe. E questo, in partico- lare, grazie a Canale che dagli anni ’80 fino al 2000 ha siglato un vero atlante dei cine-volti e cine-luoghi nostrani. “Vogliamo stimolare gli italiani (e non solo loro) a diventare non solo fruitori, ma anche utilizzato­ri attivi de ll ’ Archivio, alla stregua di documentar­isti fai-da-te grazie alla possibilit­à di giustappor­re filmati e fotografia in percorsi personaliz­zati” sottolinea Sejko, egli stesso regista. Insomma, una piacevole novità per l’Anno europeo del Patrimonio culturale da parte di un’istituzion­e già inserita nel registro Memory of the World dell’Unesco.

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Due attori del cinema muto: foto presente nell’Archivio Luce disponibil­e online
Fin dalle origini Due attori del cinema muto: foto presente nell’Archivio Luce disponibil­e online

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