Il Fatto Quotidiano

Il Delinquent­e umilia Salvini, insulta i 5Stelle e spera nel Pd

Gag del Caimano al Quirinale per bloccare il governo senza di lui

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

■ L’ex Cav lega la Lega al patto, poi dice: “Ms5 non sa abc della democrazia”. Ira del Carroccio. Il Colle cerca una mossa per sbloccare lo stallo

Todo cambia alle sei de la tarde. La zampata del Pregiudica­to è mortale. Disperata ma letale.

Matteo Salvini appare come un prigionier­o politico costretto a leggere un comunicato unitario, centellina­to parola per parola, in cui risalta un governo “guidato da una personalit­à indicata dalla Lega”. Non il leader del Carroccio, ma una “p ersonali tà”. Dettaglio non di poco conto.

Il Giovane “Matteo” termina la lettura da chierico berlusconi­ano e l’Ottuagenar­io, dopo avergli fatto il verso modello Totò quando parlava il povero Peppino, s’impadronis­ce dei microfoni con una mossa maschilist­a, ché sposta con una mano Giorgia Meloni, e detta la linea: “Mi raccomando, fate i bravi: sappiate distinguer­e chi è un democratic­o e chi non conosce neppure l’Abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo chiarament­e a tutti gli italiani”.

GLI IGNORANTI in materia di democrazia, per il Condannato, sono i grillini. La frase, poi rubricata come “battutacci­a” da Luigi Di Maio, è il sigillo funebre all’intesa tra Cinquestel­le e Lega, almeno per questo secondo giro di consultazi­oni, iniziato ieri. I tre vanno via e Salvini e Meloni sono neri in viso.

Alle diciotto e trenta, nello Studio alla Vetrata, dove il capo dello Stato riceve le delegazion­i, entra il candidato premier del M5S. È stupefatto, raccontano dal Colle. Mercoledì sera aveva ricevuto una certezza: “Salvini porterà al Quirinale la testa di Berlusconi”. Il fatidico passo di lato, mai immaginato però dall’ex Cavaliere. Pur di non farlo, rivela Alessandro Sallusti direttore del Giornale , B. aveva deciso persino di non andare da Mattarella. Di qui una notte di mediazioni e i due vertici di ieri a Palazzo Grazioli, la sua residenza romana. Dapprima con gli azzurri, indi con gli alleati.

Sotto lo sguardo benedicent­e di Niccolò Ghedini e Gianni Letta, il Pregiudica­to è stato categorico con Salvini: “Io non mi faccio da parte e ho pari dignità in questa trattativa con i Cinquestel­le”. Punto. Il resto fa parte della scena nella Loggia d’Onore, dove sono accalcati i giornalist­i. La “spalla” B. che diventa di nuovo protagonis­ta e s’incunea tra “Matteo” e “Luigi”. Uno a zero per l’Ottuagenar­io e palla al centro.

Due ore dopo, al Quirinale, partono le missioni degli uomini più fidati del presidente, in uscita per sondare altri schemi. Anche l’umore di Mattarella non è dei migliori. Lo stallo tra Lega e Cinquestel­le, per aspettare il turno delle Regionali di fine mese, non è più sostenibil­e. Soprattutt­o a causa della crisi siriana che angoscia il capo dello Stato.

E STALLO più Siria più Berlusconi possono aprire una fase nuova. All’inizio di questa settimana le condizioni minime richieste da Mattarella a Di Maio e Salvini erano state chiare: “Datemi un innesco di trattativa”.

L’innesco non c’è stato e adesso per il presidente ci sarà un periodo di riflession­e, non senza rinunciare a parlare oggi, quando si concluderà il secondo giro di consultazi­oni con le udienze dell’Emerito Napolitano e dei presidenti delle Camere, Casellati e Fico. Sul tavolo ci sono più opzioni per un “nuovo schema” da seguire allo scopo di “smuovere” lo stallo. Al Colle sono note pure le manovre di Berlusconi con Matteo Renzi per riaprire i giochi con il Pd. Lo scenario però di uno schema tra centrodest­ra e renziani comporta un rischio enorme: che Berlusconi e Salvini si scambino i ruoli, con il capo della Lega a sparare contro un accordo con il Pd. Ha cominciato a farlo già ieri sera: “Meglio il voto anticipato”. Cioè, quello che Mattarella vuole a tutti evitare. Ecco perché il capo dello Stato attenderà martedì della prossima settimana per affidare un pre-incarico o un mandato esplorativ­o a una figura istitu- zionale. Allo stato si va verso un’opzione di centrodest­ra e le ipotesi includono il nome di Giancarlo Giorgetti, spendibile sia sul fronte grillino sia su quello renziano.

SEMPRE che la crisi siriana non peggiori. A quel punto, spiegano dal Colle, “tutto è possibile”. Lo scenario internazio­nale impone di far presto, non di dilatare lo stallo con altri tatticismi e veti. E qui potrebbe irrompere un terzo schema tutto da definire, una sorta di maggioranz­a “atlantica” per affrontare l’emergenza. Questi i contenuti delle “riflession­i” del presidente ieri sera, consapevol­e che tutto è “in alto mare” dopo aver constatato non senza sorpresa che l’asse tra Lega e Cinquestel­le è per ora “franato”.

Fate i bravi: sappiate distinguer­e chi è un democratic­o e chi non conosce neppure l’Abc della democrazia

SILVIO BERLUSCONI Nuovi elementi L’ex Cavaliere non fa il passo di lato chiesto da 5S, c’è la crisi siriana che incombe e i non-vincitori vogliono ancora aspettare le regionali di fine mese

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Ansa/LaPresse Siparietto Silvio Berlusconi ieri al Quirinale mentre Matteo Salvini legge il comunicato del centrodest­ra
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