Il Fatto Quotidiano

UNITI IN EUROPA CONTRO IL SISTEMA

- » LUIGI DE MAGISTRIS, LORENZO MARSILI E YANIS VAROUFAKIS*

Nel cuore dell’Europa si nasconde un inganno: un processo decisional­e classista, opaco e imposto dall’alto è stato presentato come tecnico, managerial­e e neutrale. Questo processo viene dipinto come impolitico, mentre è stato politico fino al midollo. Ha scavalcato le democrazie per imporre misure a vantaggio delle oligarchie. Ma non è stata un’entità astratta – “l’Europa” – a imporci la riduzione della democrazia e l’aumento delle disuguagli­anze. Sono stati i politici dei diversi Paesi a imboccare quella strada. In ogni singola capitale come a Bruxelles. Hanno scelto di imporre le solite misure autodistru­ttive di austerità, deregolame­ntazione, privatizza­zione e attacco ai sindacati. Mentre chiudevano gli occhi sul crollo dei salari, sulla corruzione, sui paradisi fiscali e sulla crisi abitativa e dei servizi pubblici. Lo vediamo benissimo nelle nostre città, dove il ricatto del debito viene utilizzato per forzare tagli di bilancio e smantellam­ento delle politiche sociali. Anche per questo sabato 14 aprile scenderemo in piazza con i cittadini di Napoli contro il debito ingiusto delle stagioni dei commissari straordina­ri all’emergenza rifiuti e terremoto. Per difendersi dopo aver generato il disastro, le élite di governo hanno scaricato le loro colpe su “l’Eu ro pa ”. Generando un’ondata di rigetto e alimentand­o i movimenti xenofobi. L’establishm­ent e le forze nazionalis­te si rafforzano così a vicenda. Il primo con le sue politiche produce meno democrazia e più disu- guaglianze, quindi più rabbia. Le seconde raccolgono questa rabbia e ne fanno strumento di consenso elettorale.

Sono entrambi soluzioni sbagliate e spaventose. Noi pensiamo che né Macron, né Farage, né establishm­ent, né nazionalis­mo, possano rappresent­are il futuro del nostro continente. Dobbiamo uscire da questa falsa scelta, di cui in Italia anche il M5S rischia di cadere vittima. Deve esserci un’alternativ­a. E per fortuna c’è.

Un’alleanza europea anti-sistema.

Un mese fa, a Napoli, abbiamo lanciato il percorso per costruire la prima lista transnazio­nale per presentare alle elezioni europee del maggio 2019 un unico programma di cambiament­o reale in tutto il continente. Un europeismo antisistem­a capace di rimettere il demos al centro della democrazia. Il 26 aprile ci incontrere­mo nuovamente a Li- sbona e daremo un nome a questo progetto.

Abbiamo intrapreso questa strada perché la soluzione alla drammatica crisi dei nostri Paesi e delle nostre città non può che essere europea. Questo oggi è il campo di gioco e il luogo del conflitto sociale. Pensare di rovesciare il sistema tornando al passato, agli stati nazionali autoritari e patriarcal­i, è un’illusione figlia del grande inganno creato dall’establishm­ent.

PER ESEMPIO: l’elusione fiscale, che consente a grandi corporatio­n di massimizza­re i loro profitti togliendo risorse al welfare, è resa possibile proprio dalla frammentaz­ione dello spazio europeo. Mentre la concorrenz­a fiscale al ribasso di uno Stato contro l’altro impoverisc­e i lavoratori di tutti gli Stati. Per non parlare delle sfide dell’automazion­e, delle migrazioni e del cambiament­o climatico, che non potranno mai essere affrontate singolarme­nte da un solo Paese.

Il nostro programma si fonda su due pilastri. Primo, un New Deal Ecologico, attuabile senza alcuna modifica dei Trattati. Racchiude un insieme di politiche economiche, ecologiche e sociali con cui affrontare le crisi del debito pubblico e privato, far ripartire gli investimen­ti, contrastar­e la povertà e garantire i beni di prima necessità, fra cui la casa, e realizzare un massiccio piano di investimen­ti verdi dell’ordine di 500 miliardi, pari al 4,5% del PIL europeo, in stret- ta cooperazio­ne con le amministra­zioni municipali.

Secondo, un processo per arrivare ad una Assemblea Costituent­e europea per sostituire i Trattati esistenti e stendere, fuori da ogni logica inter-governativ­a, un Costituzio­ne democratic­a capace di restituire democrazia e sovranità alle cittadine e ai cittadini del nostro continente. La strada davanti a noi. Questo progetto riguarda in prima persona gli italiani e le italiane. La scommessa è costruire un movimento politico nuovo, una convergenz­a credibile e coerente, con la testa in Europa e i piedi nei territori. Crediamo questo sia un processo capace di aggregare e restituire speranza e passione.

Vogliamo farlo insieme a tante e tanti altri. Ma vogliamo farlo in fretta e con modalità nuove. A giugno 2018 presentere­mo il nostro Manifesto comune e faremo il giro delle capitali europee per presentare e lanciare il progetto. Per la fine dell’estate 2018 la nostra base, in tutta Europa, selezioner­à attraverso elezioni online la lista dei candidati e un candidato unico per la Presidenza della Commission­e Europea.

Il treno è partito. Siamo determinat­i a riprenderc­i le nostre città, le nostre regioni, i nostri Paesi, il nostro continente.

*Il testo è co-firmato da Benoît

Hamon, già candidato alle presidenzi­ali francesi e leader del

nuovo partito Generation.s; Agnieszka Bak, leader del partito polacco Razem; Rasmus Nordqvist,

leader del partito danese Alternativ­et; Rui Tavares, leader

del partito portoghese LIVRE

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