Il Fatto Quotidiano

“Volevo fare il giudice, noi siamo vittime”

Andrea Greco Candidato M5s alla Presidenza del Molise, tra le polemiche per lo zio killer

- » VINCENZO IURILLO

Ieri

il titolo sullo zio camorrista, Sergio Bianchi, un killer della Nuova Camorra Organizzat­a di Raffaele Cutolo ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia nel 1983. Era il marito della sorella del padre di Andrea Greco, il candidato M5s alla presidenza del Molise. Che nel 1983 non era nemmeno nato. “Ho studiato giurisprud­enza perché volevo fare il magistrato, ho sempre detto che la mafia è una montagna di merda e mi fa schifo. E sono 15 giorni che mio padre piange per questa storia. Noi siamo soltanto vittime”. Greco è furibondo e dal tono di voce fa poco per nasconderl­o. “Mi deve scusare se le sembro alterato, ma sono stanco”. Ci ha inviato i certificat­i penali del padre. Sono puliti. Incensurat­o e senza carichi pendenti. “A dimostrazi­one che lui non aveva alcuna relazione con quel contesto criminale. Ed ostacolò in ogni modo quel matrimonio”. Andrea Greco, lei ha 33 anni. Quando apprende della storia di suo zio? Mio padre mi disse che me ne avrebbe parlato da grande e a 20 anni mi ha detto tutto.

Ed ora questa vicenda esplode in campagna elettorale.

No, già due anni fa quando mi candidai al consiglio comunale di Agnone (Isernia) partirono lettere anonime che stravolgev­ano artatament­e il tutto per farmi apparire un criminale. Così 20 giorni fa, alla prima intervista tv su una emittente molisana, ho raccontato tutto. Non ho nulla da nascondere.

Lei aveva informato i capi del M5s? Di Maio e Fico sapevano?

Dopo aver vinto le regionarie on line ho informato tutti nel Movimento. Suo padre nel 1982 fu ferito con un colpo di pistola dalla polizia che cercava suo zio latitante. Può spiegarci come andarono con precisione le cose?

Mia zia si innamora e sposa questo delinquent­e. Mio padre prova a ostacolare questo matrimonio, poi si tra- sferisce da Agnone e va a vivere in un altro paese. Mio padre e mio zio non hanno mai vissuto insieme. Una soffiata attiva le forze dell’ordine, che una notte citofonano al campanello e poi sfondano la porta. Mio padre pensa a dei ladri, istintivam­ente richiude la porta. Uno dei poliziotti lo scambia per il latitante, urla ‘è iss’,. Gli sparano al braccio. Tre anni di interventi. Mio padre non nascondeva nessuno. Lo Stato ha transato 150 milioni di risarcimen­to per danno fisico permanente. Prima faceva l’a u to t r asportator­e, ha dovuto cambiare lavoro e fare l’ambulante. Dopo la scuola lo aiutavo a caricare la merce.

Ed ora cosa prova quando pensa a suo zio?

Ho maledetto tutti i giorni della mia vita quella persona. Per colpa sua abiamo passato tutto questo.

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Ansa Andrea Greco con Luigi Di Maio

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