Il Fatto Quotidiano

Piazza S. Carlo, la sindaca rischia di finire a processo

La Procura: “Carenze nell’organizzaz­ione dell’evento per la finale di Champions”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI Torino

La sindaca di Torino, Chiara Appendino rischia il processo per accuse, in concorso, di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Mercoledì sera, per una tragica coicidenza, nella serata della partita tra Real Madrid e Juventus, ha ricevuto l’atto con cui la Procura le comunica che è terminata l’inchiesta sugli incidenti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno scorso, serata in cui migliaia di tifosi bianconeri si erano radunati davanti a un maxischerm­o per assistere alla finale di Champions League tra la squadra di Massimilia­no Allegri e quella di Zinédine Zidane. È stata la stessa sindaca a rendere darne notizia: “Resto a disposizio­ne della magistratu­ra, come lo sono sempre stata”, ha commentato.

OLTRE A LEI, anche altre quattordic­i persone hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagine per l’accusa, in concorso, di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Tra queste persone compaiono l’ex capo di gabinetto della sindaca, Paolo Giordana; il direttore del Suolo pubblico del Comune Paolo Lubbia; la dipendente Chiara Bobbio; l’allora questore di Torino Angelo Sanna e il suo capo di gabinetto Michele Mollo; il dirigente del Commissari­ato Centro Alberto Bonzano; il presidente di “Turismo Torino” (ente organizzat­ore materiale) Maurizio Montagnese e il dirigente Danilo Bessone insieme ad altre persone con ruoli più tecnici.

Quella notte, per una ragione tuttora ignota, la folla venne messa in fuga. Moltissime persone furono gravemente ferite nella calca e più di 1.500 finirono in ospedale. Qui è stata ricoverata a lungo Marisa Amato, che quella sera camminava col marito in una via vicina a piazza San Carlo. Fu travolta dalle persone in fuga e calpestata. Oggi è su una sedia a rotelle. Andò peggio a Erika Pioletti, 38enne della Val d’Ossola arrivata a Torino per guardare la finale insieme al fidanzato: è morta dopo 12 giorni di ricovero al San Giovanni Bosco. Molte delle colpe di questi fatti sono stati attribuiti alle carenze organizzat­ive.

L’EVENTO in piazza venne organizzat­o dall’ente turistico della città, “Turismo Torino” su mandato dell’amministra- zione cittadina nel giro di pochissimi giorni (fu stabilito il 26 marzo, circa una settimana prima) e con un budget ridotto che non permise l’ingaggio di abbastanza steward per la sicurezza. Quella sera, però, complice il ponte del 2 giugno, in piazza San Carlo si stimarono circa 40mila persone: la piazza era colma e non c’erano neanche vie di fuga adeguate, come avrebbe raccomanda­to la circolare predispost­a dal capo della polizia Franco Gabrielli dopo l’attentato di Manchester.

Le transenne utilizzate per delimitare gli spazi non furo- no rimosse e anzi “costituiro­no – si leggeva negli inviti a comparire di novembre – una barriera contro la quale le persone venivano travolte da quelle alle loro spalle che, per mancanza di sbocchi, a loro volta cadevano al suolo, dove c’erano contenitor­i di vetri rotti”. Vetri rotti, pezzi delle bottiglie di birra vendute dagli abusivi contro i quali nessun agente mosse un dito e che potevano essere vietate più duramente da un’ordinanza comunale.

QUESTE e altre carenze organizzat­ive sono state documentat­e dal sostituto procurator­e Antonio Rinaudo e dall’aggiunto Vincenzo Pacileo che hanno coordinato gli approfondi­menti svolti dalla Digos della questura di Torino. Il 6 novembre sono stati inviati venti avvisi di garanzia contro gli indagati, ai quali si aggiunge alcune settimane dopo il prefetto Renato Saccone, la cui posizione però adesso va verso l’archiviazi­one. Tra mercoledì e ieri i legali di altri cinque indagati, componenti della commission­e provincial­e di vigilanza, non hanno ricevuto nessun atto e si presume che la procura possa chiedere il prosciogli­mento anche per loro.

Morì una ragazza Chiusa l’indagine per Appendino e altri 14 Accusati di omicidio e disastro colposo

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LaPresse Notte maledetta Piazza San Carlo a Torino il 3 giugno e il sindaco Chiara Appendino

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