Il Fatto Quotidiano

La nemesi: tra Benatia che denuncia lo stupro e Chiellini che mima i soldi

POST-CHAMPIONS Tutto ciò che alla Juve in Italia non accade mai, in Europa si palesa sempre

- » ANDREA SCANZI

Il calcio è uno sport strano, pieno di nemesi e contrappas­si. Lo sa bene, e da mercoledì ancora di più, la Juventus. C’è stato un parossismo di “tragedia” nella beffa del Bernabeu: rigore (né solare né inventato) al 93’, espulsione di Buffon e tiro intuito ma non intercetta­to da Szczesny. Tutto ciò che alla Juve in Italia non accade mai, in Europa si palesa sempre. Ognuno ha la sua kryptonite e i bianconeri hanno la Champions League.

Se uscire con il Real Madrid di Cristiano Ronaldo è più che lecito, farlo così fa malissimo. Proprio tale dolore ha innescato una serie di reazioni, a caldo ma pure a freddo, che vanno dalla frignata bambinesca alla sclerata plateale. Esattament­e quel che spesso capita a chi, in Italia, perde con la Juve e se la prende con l’arbitro. È come se al Bernabeu la Juventus fosse stata eliminata da una squadra più Juventus di lei. In Rete circola una battuta emblematic­a: “Ieri sera i tifosi bianconeri, per protesta, cantava- no: ‘Come la Juve, voi siete come la Juve!’”. Più che un’eliminazio­ne, per molti è stata una nemesi. E le nemesi bruciano.

AGNELLI HA DETTO che in Europa servirebbe il Var, che è quella stessa cosa che ad Agnelli – e alla Juve - in Italia non piace mica tanto. Fermo restando, poi, che col Var quel rigore per l’intervento di Benatia su Vázquez sarebbe poi stato cancellato sul serio. È stato scomodato pure Collina, vecchio nemico dai tempi della pioggia di Perugia, che per farsi bello in Europa ci godrebbe a trattare male le italiane (così poi agli occhi dei capi passa per imparziale). Tajani, come se già non bastassero i danni che fa in politica, ci ha fatto sapere di aver detto a Florentino Pérez di spingere per il Var in Champions League. Allegri si è battibecca­to con Sergio Ramos e ha dormito su qualche (non) sostituzio­ne, ma in conferenza stampa ha giustament­e sottolinea­to la grande prestazion­e della squadra: davanti ai microfoni è stato uno dei pochi lucidi. Invece Benatia ha parlato di “stupro” (boom). E in campo Chiellini ha addirittur­a detto “You pay” (“Voi pagate”) ai madridisti, con tanto di gesto della mano che scuce denaro. Lo stesso gesto che molti colleghi di serie A hanno fatto (o immaginato di fa-

Petizione in rete “Aiuta Buffon a dire basta agli arbitri senza cuore e insensibil­i”. È una nobile causa

re) allo stesso Chiellini. Nessuno, però, ha raggiunto i livelli lisergici di Buffon: o mercoledì sera era doppiato dagli Autogol, o il portierone ha voluto demolire il precedente record di “Scleri a caso” appartenen­te al Tavecchio dimissiona­rio in franco-italico-ostrogoto. Perfino un amico come Del Piero è ri- masto sgomento di fronte al suo sfogo. Buffon, portiere tra i più grandi di sempre, non è nuovo a uscite verbali improvvide. Sulle combine: “Chi conosce il calcio e lo vive giorno dopo giorno sa cosa succede. In alcuni casi si dice meglio due feriti che un morto”. Sul gol di Muntari: “Se me ne fossi accorto, non avrei aiutato l’arbitro”. Ecco: mercoledì Buffon ha scoperto che chi di Muntari ferisce, di Vázquez perisce. Breve sintesi della filosofia buffonica.

LA SENSIBILIT­À deve albergare negli arbitri. I rigori non si devono dare al 93esimo, per non rovinare i sogni di chi è nato a Carrara e ha 40 anni. “Stai commettend­o un crimine contro l’umanità sportiva” (testuale). Le patatine. La Sprite. L’orange juice in tribuna (?). I fruttini (??). Le pattumiere e i bidoni dell’immondizia al posto del cuore (???). Delirio puro. In Rete è partita una petizione struggente: “Aiuta Buffon a dire basta agli arbitri senza cuore e insensibil­i”. Una nobile causa per un futuro migliore: firmate tutti.

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Il momento in cui l’arbitro ha assegnato il rigore decisivo e Buffon lo ha duramente attaccato tanto da venire poi espulso
Ansa Il match sotto accusa Il momento in cui l’arbitro ha assegnato il rigore decisivo e Buffon lo ha duramente attaccato tanto da venire poi espulso

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