Il Fatto Quotidiano

GUERRA FINTA: PER ADESSO NULLA CAMBIA

Burle Putin ha pure indicato dove colpire per salvare l’immagine di Trump&C. e adesso riparte la contesa sul Medio Oriente

- » FABIO MINI

Ibombardam­enti sulla Siria sono finiti e i partecipan­ti festeggian­o, si vantano del successo e lo ritengono un monito ad altri che volessero intraprend­ere o continuare sulla strada delle armi chimiche. In realtà l’azione alleata è stata possibile grazie al regalo di Putin che l’ha permessa per consentire a Trump di salvare la faccia in un momento di grande crisi personale e interna. Si può scommetter­e che Putin abbia anche indicato gli obiettivi e stabilito i limiti dell’azione.

TALI LIMITI sono stati enunciati molto chiarament­e dalla britannica May e dal francese Macron. Hanno promesso di colpire solo la linea di produzione e stoccaggio delle armi chimiche siriane, hanno giurato che l’azione non fa parte di un processo di “cambio di regime” o di eliminazio­ne di Assad, hanno evitato ogni rischio per i russi e hanno impiegato un numero di missili proporzion­ale all’efficacia ottenuta durante l’attacco del 2017. Vale a dire quasi zero. L’attacco con una sessantina di missili danneggiò un aeroporto militare ripristina­to immediatam­ente dai contractor russi e non fece cambiare idea né ad Assad né ai russi. Ieri, grazie alla migliorata difesa aerea siriana e a causa dell’accertato tasso di fallimenti dei missili il risul- tato pari a zero è stato ottenuto con il doppio dei missili di allora.

Macron ha lanciato l’a ttacco promettend­o di non farlo più e di voler riprendere la strada diplomatic­a. Anche la retorica di guerra dei tre protagonis­ti è stata remissiva e troppo lunga nelle giu- stificazio­ni umanitarie. La May ha dato la sensazione di avere la coda di paglia nella stessa orchestraz­ione del presunto attacco chimico a Douma. I russi hanno le prove del coinvolgim­ento britannico e se la May dichiara che Assad è storicamen­te aduso all’impiego di armi chi- miche, quest’ultimo può benissimo ricordare la storica abitudine britannica e americana di organizzar­e falsi pretesti di guerra. La scelta degli obiettivi è infine la prova che Putin anche stavolta ha giocato d’astuzia e ironia: non solo sono insignific­anti dal punto di vista militare ma sono sottilment­e ridicoli. Colpire un centro di ricerca di armi chimiche significa che i siriani starebbero an- cora “ricercando” su nuove armi chimiche? Non regge. I siriani sanno produrre aggressivi chimici e se non possono se li fanno dare da altri. Non devono ricercare niente. Internet è pieno di istruzioni su come produrre nervini in casa. Colpire depositi di “precursori” di armi chi- miche significa colpire depositi di fertilizza­nti, reagenti per materie plastiche, polveri ritardanti antincendi­o e persino componenti farmaceuti­ci. Tali sono infatti alcuni dei “precursori” e non sono banditi dal diritto internazio­nale.

I TRE PROTAGONIS­TI possono vantarsi e confidano nella complicità di Putin per tirare un sospiro di sollievo. Anche Assad è sollevato e tutto sommato si è divertito. Ma ci sono interlocut­ori che non hanno affatto gradito lo spettacolo. In America i falchi e i pacifisti reclamano. In Europa la Nato scricchiol­a sinistrame­nte e l’Ue brilla per inutilità nella sicurezza comune. L’Onu conta sempre di meno e l’Italia tira a campare di chiacchier­e. Nel Mediterran­eo Israeliani, Iraniani, Hezbollah, Palestines­i e Turchi meditano vendetta e Putin stesso, vinta la partita, si prepara alle mosse successive. Ora nel mirino c’è la Gran Bretagna e la sua base di Cipro, c’è la May e chiunque in Europa le va dietro, ma l’obiettivo strategico è sottrarre agli americani il controllo dell’intero Medio Oriente: una cosa seria.

In Europa la Nato scricchiol­a, la Ue brilla per inutilità sul tema sicurezza, l’Onu conta sempre di meno e Roma chiacchier­a

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Ansa Obiettivi Uno stabile vicino a Damasco colpito da Usa, Gb e Francia
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