Il Fatto Quotidiano

Tutti i segreti di “Loro” 1 e 2, il doppio film di Sorrentino su Silvio

Resiste il “no” di Cannes: la paura di conseguenz­e legali

- » FEDERICO PONTIGGIA

Fatti Loro. Di Cannes, di Sorrentino e, ovvio, di Berlusconi. Il dittico con Toni Servillo dedicato a Silvio e alla sua corte non ha un posto al sole sulla Croisette. Strano, perché Sorrentino è di casa: dei suoi sette lungometra­ggi sei, eccetto il primo L’uomo in più (2001), hanno corso per la Palma. Loro è diverso: un po’ perché è stato suddiviso in due parti di due ore ciascuna, un po’ perché Berlusconi è tema ipersensib­ile e il prospetto post-elettorale non aiuta. Cannes traccheggi­a, siamo fermi a “le discussion­i sono ancora in corso” proferito dal delegato generale Thierry Fremaux il 12 maggio, e a oggi tre sono le ipotesi prevalenti. Prima, logistico- narcisista: fissando l’uscita nelle nostre sale di Loro 1 al 24 aprile, con il festival francese che inaugura l’ 8 maggio, Sorrentino ha peccato di hybris, avocando uno status à la Nanni Moretti, per le cui opere Fremaux & Co. derogano dalla richiesta anteprima mondiale; fosse questo il punto dolente, dopo avergli fatto prendere una strizza, tra qualche giorno Cannes accoglierà il figliol prodigo, p r o b a b il m e n t e hors compétit io n. Seconda ipotesi, estetica: il film è brutto, non riuscito o comunque mal si attaglia alla nuova pol iti que di Fremaux che predica il ritorno a una pauperisti­ca virtù e una cinefilia castigata: che c’azzecca Berlusconi? Terza ipotesi, politica: chissà che carte di dissuasion­e ha in mano B., e chissà a chi tocca il “ved o”, Cannes o ancor prima Sorrentino? A chi fa paura Loro? Berlusconi e, per le even- tuali conseguenz­e legali della messa in cartellone, il festival paiono i principali indiziati, ma il proscenio internazio­nale potrebbe gravare anche sugli artefici: i panni sporchi si lavano in famiglia, e forse è meglio per tutti. “Mi sono giunte strane voci che sia una aggression­e politica nei miei confronti. Spero che non lo sia”, disse Silvio lo scorso ottobre. Ma di che film stiamo parlando? Non un déjà-vu , speriamo noi, giacché Sorrentino e Servillo hanno già dato ne Il Divo (2008) e La grande bellezza( 2013) con politica per ascissa e società per ordinata. L’augurio è che anziché cartesiano il piano sia inclinato, per scrollarsi di dosso ipoteche e certezze: nel Divo il regista istruì uno scarto di senso, una dissonanza ideologica tra la persona Andreotti e i nostri convincime­nti al riguardo, e la sua abituale chiave poetico-stilistica: forma (cinematogr­afica) e figura (biografica) si strattonav­ano, il pop illuminava, di Andreotti avremmo inteso qualcosa che non sapevamo. “Sono interessat­o all’uomo che sta dietro il politico”, ha detto stavolta Sorrentino, e non è peregrino.

Sorrentino Nella prima parte la corte che lo assedia, nella seconda va in scena il crepuscolo Cosa ti aspettavi? Di poter essere l’uomo più ricco del Paese e anche che tutti ti amassero alla follia?

NELLA PRIMA PARTE, dove Gianpaolo Tarantini (Riccardo Scamarcio) e la moglie perdono il nome ma non il vizio, B. è un po’ Godot e un po’ il bottino della caccia al tesoro: un Lui oggetto di valore, forza centripeta, zenit. Nella seconda parte, Loro 2, troveremo ancora e meglio, per dirla con Veronica Lario, “le figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica”, nonché corpi intermedi e intermedia­ri, api regine e fuchi, ma anche un Berlusconi diviso tra la naturale propension­e alla felicità e la tristezza consustanz­iale all’esercizio del potere. Un uomo circondato da pochi amici, il più vecchio che è Fedele Confalonie­ri, Ennio Doris, molti collaborat­ori, innumerevo­li lacché, musici di corte quali Mariano Apicella, la moglie Veronica (Elena Sofia Ricci) che non saprà riconquist­are, mamma Rosa, altre copie conformi ai nomi e cognomi della cerchia, e però irrimediab­ilmente solo: forse il vulcano di Villa Certosa erutterà prima o poi, ma il movimento di Silvio è uguale e contrario, è un’implosione nostalgica, una senescente volontà di potenza, un ritorno al futuro, a quelle vendite immobiliar­i telefonich­e che lo fecero potente e felice. Un pessimista con speranza, anzi, un ottimista con delusione, che Confalonie­ri (Fabrizio Bentivogli­o) riporta alla realtà: “Ma te che cosa ti aspettavi, di poter essere l’uomo più ricco del Paese, fare il premier e che anche tutti ti amassero alla follia?”.“Sì, io mi aspettavo proprio questo”. Un potente, suo malgrado, che alterna colpi di testa (la partecipaz­ione alla festa di compleanno della diciottenn­e Noemi Letizia nel 2009 a Casoria, non dovrebbe mancare) e colpi politici: come riconquist­are la scena? Sono passati dieci anni, ma sembra oggi. Ed è un problema, in più, per Sorrentino.

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Ansa Party Il protagonis­ta è Toni Servillo
 ?? Ansa ?? Sul set Un momento delle riprese. Con Paolo Sorrentino c’è Riccardo Scamarcio
Ansa Sul set Un momento delle riprese. Con Paolo Sorrentino c’è Riccardo Scamarcio

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