Il Fatto Quotidiano

ECCO IL NUOVO CHE AVANZA E I SUOI PERICOLI

- » FURIO COLOMBO

Due eventi si sono abbattuti sull’Italia negli ultimi decenni e stanno rendendo impossibil­e, adesso, la formazione di un governo. Uno è una serie di cicloni giudiziari di grande forza e di inevitabil­e capacità distruttiv­a, che hanno rivelato un grado di corruzione altissimo e un intreccio infettivo fra politica e criminalit­à organizzat­a, che si estende dal furto all’omicidio alla strage, in episodi tragici ripetuti come routine. L’altro è una trovata che ha giovato moltissimo ai coinvolti nella catena delittuosa, a coloro che, pur identifica­ti, hanno scampato le ire della legge e ai molti in odore carcere fortunosam­ente evitato.

È STATO UN INTENSO e implacabil­e impegno a persuadere i cittadini che tutti (tutti) coloro che sono coinvolti a qualsiasi titolo nella vita politica a cui si giunge con il voto, tutti sono altrettant­o ignobili e colpevoli come gli indagati e ii condannati. Si tratta di un pregiudizi­o, ovviamente, che persino statistica­mente non può essere vero. Ma certo non ha giovato, nel comporre le liste delle recenti elezioni, da cui adesso ci aspettiamo un governo. Che un certo numero di pregiudica­ti, inquisiti e condannati in via definitiva siano stati inseriti in alcune di queste liste come proposta elettorale ai cittadini, certo non giova. È stato dato un gran- de aiuto a coloro che desiderano screditare e disprezzar­e tutti, e creato una offesa contro coloro che si sono presentati ai cittadini portando in dote vite rispettabi­li. Ma ha prodotto anche un’altra conseguenz­a: chiunque abbia un buon livello culturale e profession­ale in qualsiasi campo non si è presentato e non si presenterà per essere eletto a una carica in cui andare a piedi fra i palazzi delle istituzion­i è il minimo che si possa fare per non essere raggiunti dalle critiche popolari e – presto – dalla Corte dei Conti. Già fin d’ora è evidente che questa nuova legislatur­a, salvo poche eccezioni, ha ulteriorme­nte abbassato il livello dei titoli di studio, e di buone carriere, fra coloro che si sono candidati. Perché dovrebbero farlo? Dunque aumenta il sospetto che la maggior parte degli sprechi che tutti promettono di ta- gliare si annidino nella politica, intesa come poche centinaia di eletti, e che tagliare, non è mai tagliare abbastanza, senza che si capisca qual è il punto di riferiment­o. Certo non il livello di vita dei più poveri, che è già il più basso d’Europa, o quello dei più ricchi, che è il più alto. Questa offesa, comunque non raggiunge i Cinque Stelle, che già in tutta la passata legislatur­a avevano annunciato tagli o rinunce drastiche a se stessi, e che questa volta sono affluiti in gran numero nel nuovo Parlamento, forse perché è stata molto celebrata la loro selezione, una certa piattaform­a Rousseau che ti sa dire senza tema di errori chi è pulito e chi no, non solo quanto al passato ma anche al futuro, nel senso che la piattaform­a e i garanti garantisco­no. Abbiamo dunque un corpo politico che in parte è al sicuro dalle infezioni e in parte no. Ma certo, data la scarsa stima popolare, offre, dalle due parti, personale sempre meno qualificat­o in qualunque campo. Non sono favorevoli i numeri, con una legge elettorale che ha prodotto tre vincitori (e tre grandi feste) su quattro gruppi in corsa. Bisogna dunque provare a comporre questi numeri. Si rischia di avere un governo composto di parti incompatib­ili. Si può fare, se anche Berlusconi la smettesse con lo spettacolo dei suoi scherzetti senili? Teo- ricamente no, senza correre il rischio di disorienta­re la folla degli elettori. Le cose dette e ripetute dalla parte A sulla parte B durante la lunga e dettagliat­a campagna elettorale (ovvero le continue e durissime denunce dei Cinque Stelle su coloro che potrebbero essere adesso “i nuovi amici”) non sembrano renderlo possibile.

QUANDO UN UOMO come Moro ha stretto la mano di un uomo come Berlinguer, si sono mosse potenze ancora non identifica­te per fermare quel possibile accostamen­to. Importa adesso che la promessa totale del nuovo (“noi cambieremo tutto, tutto, tutto” ha detto Di Maio appena due giorni fa) si prenda in carico la parte vecchia e screditata di ciò che resta della politica italiana così come l’abbiamo conosciuta e insultata? Sembra strano che i più nuovi della vita politica italiana, votati per fare pulizia con lo specifico mandato di cambiare, stiano facendo il possibile (e lo dicano) per addossarsi il passato. Qui infatti bisogna mettere nell’inquadratu­ra anche il Pd, che ha molti mali, ma non quelli della Lega, ed è vittima di se stesso. Diciamo la verità, al momento si vedono solo due strade. O salta tutto (certo in un brutto momento, con guerre internazio­nali alle porte) e allora, va bene si torna alle urne, e solo pochi credono che le cose cambierann­o molto. O il Movimento 5 Stelle si avvia lungo il sentiero del futuro con la Lega, come nel finale del Mago di Oz. E una quantità di persone che avevano creduto di votare il nuovo e il cambiament­o si ritroverà in casa gente più vecchia di Orban e del suo antico fascismo.

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