Il Fatto Quotidiano

Expo 2015, storia di un’inchiesta mancata

“Palazzo d’ingiustizi­a” di Iacona, lo scontro tra toghe e l’indipenden­za dei magistrati

- » RICCARDO IACONA

È appena arrivato in libreria “Palazzo d’ingiustizi­a”, il libro di Riccardo Iacona (Marsilio) sul conflitto che ha opposto a Milano il procurator­e aggiunto Alfredo Robledo al suo capo, Edmondo Bruti Liberati. Subito il giudice Andrea Mirenda, che nel libro attacca il peso politico delle correnti, è stato denunciato dall’ex membro laico del Csm di Forza Italia Pierantoni­o Zanettin, che chiede al ministro della Giustizia una sanzione disciplina­re per quanto ha detto nel libro.

“L’Expo

non doveva esserci, ma si è fatta grazie a Cantone e Sala, grazie a un lavoro istituzion­ale d’eccezione, al prefetto e alla Procura di Milano che ringrazio per aver gestito la vicenda con sensibilit­à istituzion­ale”. È il 5 agosto 2015, Expo è in pieno svolgiment­o, e nel corso di una visita ufficiale in Giappone l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi si lascia andare a questi sentiti ringraziam­enti.

Sulla grande vetrina internazio­nale garantita dall’Esposizion­e universale il suo governo ha puntato molto. Bisognava quindi che nessuno rovinasse la festa. Il 24 aprile 2015 era uscito su giustiziam­i.it un articolo a firma di Frank Cimini e Manuela D’Alessandro dal titolo La moratoria sulle indagini della Procura di Milano per Expo (e non solo): “‘Magari adesso il porto delle nebbie siamo noi’, dice un pm critico con la gestione della procura da parte del capo Edmondo Bruti Liberati, evocando la storica definizio- ne che tanto tempo fa era stata utilizzata per gli inquirenti romani”. (...) Il 12 luglio 2012 viene intercetta­ta una conversazi­one tra Antonio Rognoni (il numero uno di Ilspa, società della Regione coinvolta in Expo, ndr) e i suoi collaborat­ori in cui l’ad di Ilspa rivela che tre giorni prima, il 9 luglio, era venuto a trovarlo nel suo ufficio Ottaviano Cinque, proprietar­io della Socostramo srl, un’altra società di costruzion­i che faceva parte della cordata Mantovani.

L’I M P R E N D I TO R E, senza dirgli nulla, gli aveva dato un biglietto su cui c’era scritto a mano: “Sappiamo di essere in testa nella parte qualitativ­a della gara della piastra”. Informazio­ne che nessuno poteva avere, perché la commission­e aggiudicat­rice per la gara d’appalto non aveva ancora finito di valutare le offerte. In sostanza, Cinque comunica a Rognoni che la gara la vincerà l’associazio­ne di imprese guidata dal gruppo Mantovani. (...) Il bigliettin­o è per Rognoni la dimostrazi­one che qualcuno dentro la commission­e lavorava per far vincere la Mantovani. “Non so per quale ragione Ottaviano Cinque abbia ritenuto di mostrami il bigliettin­o”, dichiara Rognoni rispondend­o a una domanda di Robledo quando viene interrogat­o: “Penso che l’abbia fatto per dare una notevole dimostrazi­one di forza, come a significar­e che lui aveva il favore della commission­e. Non ho dubbi sul fatto che l’offerta della Mantovani c om p le s si v am e nt e superasse la soglia dell’anomalia”. (...)

“Rognoni continuava a trovare difficoltà nell’appalto Mantovani. Io ne ho parlato con Giuseppe Sala, gli ho anche consigliat­o di andare in procura a denunciare, ma lui mi disse che dovevo essere io a denunciare”, fa mettere a verbale Angelo Paris (braccio destro di Sala, ad di Expo, ndr), interrogat­o dai magistrati di Milano.

Rognoni chiede che si faccia una verifica di congruità dell’offerta al ribasso: “Sono andato da Sala e ho spiegato i motivi per cui mi sembrava irragionev­ole l’offerta della Mantovani”, dichiara a Robledo. “Sala mi ha risposto che lo- ro sarebbero andati avanti, perché non avevano il tempo di fare una verifica sui prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani per capire se l’offerta era anomala o meno”. (...)

Gli uomini di Robledo scoprono uno strano giro di vendite di quote societarie tra il gruppo Mantovani e la società Socostramo srl, in associazio­ne d’i mpresa non solo sul cantiere di Expo (...). “La situazione appariva anomala”, mi racconta Robledo, “perché su alcune partecipaz­ioni acquistate dalla Socostramo la Mantovani aveva effettuato ingenti svalutazio­ni poco tempo dopo il loro acquisto. (...) Si trattava evidenteme­nte di uno spunto investigat­ivo di notevole interesse, poiché le differenze tra le somme pagate e quelle rimaste in bilancio dopo la svalutazio­ne erano elevate e avrebbero potuto rappresent­are una modalità di costituzio­ne di disponibil­ità ai fini del pagamento di tangenti”.

Il conflitto

Il procurator­e aggiunto Alfredo Robledo contro il suo capo, Edmondo Bruti Liberati

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Ansa Alfredo Robledo
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l Palazzo d’ingiustizi­a Riccardo Iacona Pagine: 204 Prezzo: 18 e Editore: Marsilio
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