La crisi del nuovo esecutivo e quella della rappresentanza
Arriva l’esploratore. Ovvero, l’ammazza-stallo incaricato dal presidente Mattarella di mettere su un governo con quello che c’è, cioè quasi niente. Come montare una libreria senza tutti i pezzi, avendo poche viti e molti veti. La cosa si può fare, ma sarà sbilenca e precaria. Roba fatta per durare quanto basta a tornare subito al voto. Così il doppio turno negato nella legge elettorale si ripropone come turno doppio di elezioni ravvicinate. In fondo, è l’unico modo per sistemare le questioni interne a sinistra (Renzi) e destra (B.), che bloccano l’evoluzione del quadro politico nazionale. Con il vantaggio – sperano i furbi – di poter utilizzare l’alibi di un’altra campagna elettorale per rinviare scelte dure di politica interna e conti in sospeso con l’Europa. La governabilità è in coma. Ma anche la rappresentanza non se la passa bene.