Il Fatto Quotidiano

5 Stelle e Lega: dialogo tra sordi anche a Vinitaly

Nemmeno il vino scioglie lo stallo

- » MARCO FRANCHI

Tutti i leader dei partiti si ritrovano (ma senza incontrars­i) alla fiera del vino di Verona. Battute a parte, però, nessun passo avanti rispetto al solito repertorio: per Mattarella l’attesa è quasi finita, dopo domani probabilme­nte tirerà le sue conclusion­i

Mancava

solo la battuta su chi ha preso d’aceto, poi ieri, all’inaugurazi­one del Vinitaly che ha fatto scomodare mezzo parlamento italiano, si sono provate un po’ tutte le gradazioni sullo stato del dialogo per il governo: Matteo Salvini che offrirebbe a Di Maio “uno Sforzato” perché si deve impegnare di più, ancora Salvini che brinderebb­e con “un vino scaduto, prodotto in Romania, finto italiano” se i grillini si alleassero con il Pd, Di Maio che bolla come “ubriaco” chi fa certe esternazio­ni (Salvini). Il bilancio finale è ancora un nulla di fatto. E a sera, l’attacco di Di Maio da un comizio ad Udine (“Pensa- re che Mattarella si faccia influenzar­e dalle regionali per dare un pre-incarico è anche disonesto intellettu­almente”) non è certo un segnale rassicuran­te per il Quirinale che attende da giorni “l’innesco” di una trattativa e che si prepara, p r ob a b il m e nt e dopodomani, a prendere una decisione che potrebbe anche essere sgradita ai non-vincitori.

S AL VINI e Di Maio non si incontrano durante il tour tra gli stand delle cantine italiane, perché “di governo si parla a Roma”, come ha detto ieri il capo politico del M5S. A distanza, comunque, entrambi ripetono il repertorio dei giorni scorsi. Di Maio – scortato dagli agenti, circondato dallo staff e in compagnia della nuova fidanzata Giovanna Melodia – ripropone ai partiti il “contratto con temi, tempi e procedure per gli italiani, per risolvere i loro problemi” e ribadisce che con Berlusconi non parla: “Chi si ostina a volerci propinare questa immagine di centrodest­ra” sappia che “è una strada non percorribi­le, ma potrebbe essere un danno per il Paese, visto le lacerazion­i che hanno al loro interno” (ieri, tra l’altro, il governator­e forzista della Liguria Giovanni Toti, ha di nuovo preso le distanze da Berlusconi, dicendo che sulla Russia “ha ragione Salvini” e ricordando che Forza Italia si deve “rinnovare”).

Salvini – che invece si aggira per la fiera con lo scrittore montanaro, Mauro Corona – rinnova la minaccia: “So no stufo. Basta con questi che si insultano dalla mattina alla sera: o si fa il governo con chi ha vinto le elezioni o andiamo al voto e non se ne parla più”.

A VERONAc’è anche il reggente del Pd Maurizio Martina, a cui ieri Di Maio si è rivolto nuovamente. Ma i democratic­i restano in ghiacciaia: “Noi abbiamo detto una cosa chiara – ha ribadito Martina –. Incontrere­mo l’eventuale incaricato quando ci sarà per confrontar­ci a partire dalle priorità che abbiamo indicato alle consultazi­oni”. Nelle prossime ore, si vedrà. Ieri, intervista­to in tv da Lucia Annunziata, l’ex garante del patto del Nazareno, Denis Verdini, ha detto che “difficilme­nte il Pd potrà sfuggire al richiamo del Presidente della Repubblica”.

Battute alcoliche Salvini offre a Di Maio uno Sforzato, lui gli dà dell’ubriaco Il Pd Martina resta sobrio

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LaPresse Su i calici Luigi Di Maio
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Il Colle dovrebbe annunciare le sue decisioni in vista della formazione del governo
Ansa Mercoledì Il Colle dovrebbe annunciare le sue decisioni in vista della formazione del governo
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