5 Stelle e Lega: dialogo tra sordi anche a Vinitaly
Nemmeno il vino scioglie lo stallo
Tutti i leader dei partiti si ritrovano (ma senza incontrarsi) alla fiera del vino di Verona. Battute a parte, però, nessun passo avanti rispetto al solito repertorio: per Mattarella l’attesa è quasi finita, dopo domani probabilmente tirerà le sue conclusioni
Mancava
solo la battuta su chi ha preso d’aceto, poi ieri, all’inaugurazione del Vinitaly che ha fatto scomodare mezzo parlamento italiano, si sono provate un po’ tutte le gradazioni sullo stato del dialogo per il governo: Matteo Salvini che offrirebbe a Di Maio “uno Sforzato” perché si deve impegnare di più, ancora Salvini che brinderebbe con “un vino scaduto, prodotto in Romania, finto italiano” se i grillini si alleassero con il Pd, Di Maio che bolla come “ubriaco” chi fa certe esternazioni (Salvini). Il bilancio finale è ancora un nulla di fatto. E a sera, l’attacco di Di Maio da un comizio ad Udine (“Pensa- re che Mattarella si faccia influenzare dalle regionali per dare un pre-incarico è anche disonesto intellettualmente”) non è certo un segnale rassicurante per il Quirinale che attende da giorni “l’innesco” di una trattativa e che si prepara, p r ob a b il m e nt e dopodomani, a prendere una decisione che potrebbe anche essere sgradita ai non-vincitori.
S AL VINI e Di Maio non si incontrano durante il tour tra gli stand delle cantine italiane, perché “di governo si parla a Roma”, come ha detto ieri il capo politico del M5S. A distanza, comunque, entrambi ripetono il repertorio dei giorni scorsi. Di Maio – scortato dagli agenti, circondato dallo staff e in compagnia della nuova fidanzata Giovanna Melodia – ripropone ai partiti il “contratto con temi, tempi e procedure per gli italiani, per risolvere i loro problemi” e ribadisce che con Berlusconi non parla: “Chi si ostina a volerci propinare questa immagine di centrodestra” sappia che “è una strada non percorribile, ma potrebbe essere un danno per il Paese, visto le lacerazioni che hanno al loro interno” (ieri, tra l’altro, il governatore forzista della Liguria Giovanni Toti, ha di nuovo preso le distanze da Berlusconi, dicendo che sulla Russia “ha ragione Salvini” e ricordando che Forza Italia si deve “rinnovare”).
Salvini – che invece si aggira per la fiera con lo scrittore montanaro, Mauro Corona – rinnova la minaccia: “So no stufo. Basta con questi che si insultano dalla mattina alla sera: o si fa il governo con chi ha vinto le elezioni o andiamo al voto e non se ne parla più”.
A VERONAc’è anche il reggente del Pd Maurizio Martina, a cui ieri Di Maio si è rivolto nuovamente. Ma i democratici restano in ghiacciaia: “Noi abbiamo detto una cosa chiara – ha ribadito Martina –. Incontreremo l’eventuale incaricato quando ci sarà per confrontarci a partire dalle priorità che abbiamo indicato alle consultazioni”. Nelle prossime ore, si vedrà. Ieri, intervistato in tv da Lucia Annunziata, l’ex garante del patto del Nazareno, Denis Verdini, ha detto che “difficilmente il Pd potrà sfuggire al richiamo del Presidente della Repubblica”.
Battute alcoliche Salvini offre a Di Maio uno Sforzato, lui gli dà dell’ubriaco Il Pd Martina resta sobrio