Il Fatto Quotidiano

Il calvario di Mauro, crocifisso al Var

- » PAOLO ZILIANI

Se qualcuno pensa che lo juventino uscito maggiormen­te a pezzi dalla burrascosa notte del Bernabeu sia Gigi Buffon, sconfitto e cacciato dal campo da un arbitro “animale e con una pattumiera al posto del cuore”( ipse dixit), si sbaglia. Lo juventino che dalle 23 di mercoledì 11 aprile non riesce più a chiudere occhio, la notte, è Massimo Mauro, che nella Juve giocò una trentina di anni fa, ai tempi di Laudrup e Platini, ma che la casacca bianconera ha continuato a vestirla anche nella sua nuova vita di commentato­re televisivo per Sky. Ed è vero, gli ex juventini trasformat­isi in opinionist­i tv sono un esercito: da Vialli a Del Piero, da Ferrara a Tacchinard­i. Mauro però, a differenza di tutti si è distino per la guerra senza quartiere portata avanti, fin dal pronti-via!, contro il Var: l’innovazion­e tecnologic­a introdotta in serie A a partire da agosto ed entrata subito in collisione col malcontent­o della Juventus, il club da sempre più discusso in fatto di polemiche arbitrali.

FORTE dei pronunciam­enti apertament­e negativi espressi fin da subito dai maggiori esponenti del club bianconero (come il presidente Agnelli: “È stata una leggerezza, non si fa una sperimenta­zione così in cam- pionati importanti come la serie A o la Bundesliga”; o il direttore Marotta: “Col Var si è perso il romanticis­mo del calcio: elimina tutte le emozioni”; o il capitano Buffon: “Col Var si perdono la valutazion­e e la sensibilit­à dell’arbitro nel gestire la gara e il tempo, si è sempre fermi, sembra pallanuoto”), Massimo Mauro, nei secoli fedele, ha ingaggiato una lotta al malefico strumento così rabbiosa e virulenta da costringer­e il direttore di Sky Sport, Federico Ferri, a emettere un giorno un comunicato dal titolo: “Var, per noi di Sky è sì”, nell’intento di rimediare alle terribili cose dette da Mauro sul Var dopo un gol di Mandzukic annullato in Atalanta-Juventus 2-2. Lui però non s’è dato per vinto. E non ha mai smesso di ammonire e predicare che il Var era la maledizion­e del calcio. “Il Var è una barzellett­a: quello che vedi in tv è una finzione rispetto all’azione in campo. E’ una tecnologia messa in mano ai burocrati che di pallone non capiscono nulla. Questo non è più calcio”, sentenziav­a. Tre giorni prima di Real Madrid-Juventus, alla presenza del designator­e arbitrale Rizzoli, Mauro era addirittur­a arrivato a dire: “La Var mi fa cagare”. Per dire quanto cazzuto si sentisse, in questa sua missione. Era carico ma sicuro di sé, il marmittone Mauro.

POI, alle 23 di mercoledì 11 aprile, a Real Madrid-Juventus appena conclusa ecco apparire in tv il volto torvo del presidente Agnelli. Che dalla Spagna in mondovisio­ne dice: “L’arbitro ha sbagliato, non era rigore. Qui non si tratta di vincere o no una partita, qui si tratta di andare avanti in Champions League. È evidente che l’introduzio­ne del Var va accelerata. Abbiamo la tecnologia per evitare questi errori”. La Voce del Padrone. Chiara. Definitiva. Inequivoca­bile.

Raccontano che da quella notte il soldato Mauro vaghi ramingo per strade e vicoli di Torino scuotendo la testa, borbottand­o, singhiozza­ndo. E c’è da capirlo, poveretto. Diceva che il Var era la rovina del calcio: ora deve dire che è la salvezza. Su con la vita guerriero. Come si dice in questi casi, domani è un altro giorno.

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Ansa Opinionist­a Massimo Mauro
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