Il calvario di Mauro, crocifisso al Var
Se qualcuno pensa che lo juventino uscito maggiormente a pezzi dalla burrascosa notte del Bernabeu sia Gigi Buffon, sconfitto e cacciato dal campo da un arbitro “animale e con una pattumiera al posto del cuore”( ipse dixit), si sbaglia. Lo juventino che dalle 23 di mercoledì 11 aprile non riesce più a chiudere occhio, la notte, è Massimo Mauro, che nella Juve giocò una trentina di anni fa, ai tempi di Laudrup e Platini, ma che la casacca bianconera ha continuato a vestirla anche nella sua nuova vita di commentatore televisivo per Sky. Ed è vero, gli ex juventini trasformatisi in opinionisti tv sono un esercito: da Vialli a Del Piero, da Ferrara a Tacchinardi. Mauro però, a differenza di tutti si è distino per la guerra senza quartiere portata avanti, fin dal pronti-via!, contro il Var: l’innovazione tecnologica introdotta in serie A a partire da agosto ed entrata subito in collisione col malcontento della Juventus, il club da sempre più discusso in fatto di polemiche arbitrali.
FORTE dei pronunciamenti apertamente negativi espressi fin da subito dai maggiori esponenti del club bianconero (come il presidente Agnelli: “È stata una leggerezza, non si fa una sperimentazione così in cam- pionati importanti come la serie A o la Bundesliga”; o il direttore Marotta: “Col Var si è perso il romanticismo del calcio: elimina tutte le emozioni”; o il capitano Buffon: “Col Var si perdono la valutazione e la sensibilità dell’arbitro nel gestire la gara e il tempo, si è sempre fermi, sembra pallanuoto”), Massimo Mauro, nei secoli fedele, ha ingaggiato una lotta al malefico strumento così rabbiosa e virulenta da costringere il direttore di Sky Sport, Federico Ferri, a emettere un giorno un comunicato dal titolo: “Var, per noi di Sky è sì”, nell’intento di rimediare alle terribili cose dette da Mauro sul Var dopo un gol di Mandzukic annullato in Atalanta-Juventus 2-2. Lui però non s’è dato per vinto. E non ha mai smesso di ammonire e predicare che il Var era la maledizione del calcio. “Il Var è una barzelletta: quello che vedi in tv è una finzione rispetto all’azione in campo. E’ una tecnologia messa in mano ai burocrati che di pallone non capiscono nulla. Questo non è più calcio”, sentenziava. Tre giorni prima di Real Madrid-Juventus, alla presenza del designatore arbitrale Rizzoli, Mauro era addirittura arrivato a dire: “La Var mi fa cagare”. Per dire quanto cazzuto si sentisse, in questa sua missione. Era carico ma sicuro di sé, il marmittone Mauro.
POI, alle 23 di mercoledì 11 aprile, a Real Madrid-Juventus appena conclusa ecco apparire in tv il volto torvo del presidente Agnelli. Che dalla Spagna in mondovisione dice: “L’arbitro ha sbagliato, non era rigore. Qui non si tratta di vincere o no una partita, qui si tratta di andare avanti in Champions League. È evidente che l’introduzione del Var va accelerata. Abbiamo la tecnologia per evitare questi errori”. La Voce del Padrone. Chiara. Definitiva. Inequivocabile.
Raccontano che da quella notte il soldato Mauro vaghi ramingo per strade e vicoli di Torino scuotendo la testa, borbottando, singhiozzando. E c’è da capirlo, poveretto. Diceva che il Var era la rovina del calcio: ora deve dire che è la salvezza. Su con la vita guerriero. Come si dice in questi casi, domani è un altro giorno.