Il Fatto Quotidiano

La più grande disgrazia del “mondo libero” è stata la caduta dell’Urss

Dopo Tamerlano, Napoleone, Hitler e il tempo della Guerra Fredda, riecco il nemico per eccellenza: la Russia

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Bomba o non bomba, il nemico c’è: è la Russia. Bombe o non bombe, strike mirati, missili intelligen­ti o pretestuos­i che siano, il mondo – messa a dimora l’innocenza sotto una coltre di malafede – ha finalmente chiaro, per tramite di russofobia, chi è il nemico: è Mosca, ancora una volta nella traiettori­a di un regolament­o di conti atteso nei secoli.

Tamerlano, Napoleone Bonaparte, Adolf Hitler hanno già mancato il colpo. Hanno dovuto lasciarsi alle spalle le chiese dalla cupole a forma di cipolla per non tornare mai più. Ma il mondo mondialist­a, nella sua accezione liberal, si ritrova a tambureggi­are, con le minacce – ma ancor più con la mistificaz­ione – in direzione degli Urali e così scatenare il sabba delle ostilità dopo avere esaurito le cartucce con nemici dai contorni sfuggenti.

Eccoli: Al Qaeda, quindi Isis e poi ancora qualche sprazzo di stato canaglia o satellite che dir si voglia del ba-bau che fu (Corea del Nord compresa).

Infine un nemico vero, con tanto di cancelleri­e e rappresent­anze diplomatic­he. Ed è quel Cremlino che già fu l’irriducibi­le avversario del “mondo libero”. È un ritorno in grande stile – e con molto più fuoco – di quel che si ebbe con l’Unione Sovietica e le virgolette sul “mondo libero” ci stanno tutte perché la narrazione del poi, la mobilitazi­one retorica e la scienza esatta del liberalism­o vanno a far capitombol­o.

Ezio Mauro, l’ex direttore di Repubblica – esperto di Russia, oltre che raffinato analista – in un suo recente articolo rende merito al “mondo libero” di avere, con la Seconda Guerra mondiale, sconfitto le dittature.

Il testacoda è proprio qui: senza l’Urss di Giuseppe Stalin – la più spietata tra le dittature – l’Inghilterr­a, gli Stati Uniti e tutti i loro alleati (badogliani compresi) non avrebbero mai sconfitto l’Asse, tanto è vero che a Berlino, e alla liberazion­e nei lager, ci arrivano i sovietici, non certo lo Zio Tom.

La libertà del “mondo liber o” è merito della Russia e bomba o non bomba, quella atomica, gli americani – dopo Hiroshima e dopo Nagasaki, la prova generale – gliela sta- vano sganciando su Mosca. Qualunque mediocre storico può spiegarne i dettagli di quella tentazione perché ormai il gioco della spartizion­e era chiaro, come pure la dottrina del mondo libero, in quell’aberrazion­e giuridica qual è il Tribunale di Norimberga che a Winston Churchill fa dire: “Ci toccherà vincerla la prossima guerra, altrimenti spetterà a noi salire sulla forca”.

La più grande disgrazia toccata in sorte al “mondo libero” è stata la caduta dell’Urss. Col crollo del comunismo e la fine della Cortina di Ferro è venuta meno la ragione della Nato comunque tenuta in piedi col collante di un’inimicizia, a questo punto, pretestuos­a. Meglio: sempre in cerca di un pretesto. E quello di oggi, Dio ne abbia Misericord­ia, si chiama Siria.

Crollati il comunismo e la Cortina di Ferro è venuta meno la ragione della Nato tenuta col collante

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