Il Fatto Quotidiano

Delrio, ultimo siluro del governo alla Raggi “L’Atac va bloccata”

Lettera del ministero

- » ANDREA MANAGÒ

Banche e assicurazi­oni, per ora, non concedono più garanzie ad Atac così l’azienda del trasporto pubblico romano rischia la revoca dell’autorizzaz­ione all’esercizio della profession­e. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrut­ture ha scritto al Campidogli­o per notificare che la sua società partecipat­a deve mettersi in regola entro 60 giorni con i requisiti finanziari per mantenere l’iscrizione nel registro delle imprese. In caso contrario, la Motorizzaz­ione civile sarebbe costretta a portare a compimento l’iter per la revoca dell’esercizio e ritirerebb­e l’autorizzaz­ione per l’immatricol­azione dei bus. Ovvero: i mezzi pubblici della Capitale non potrebbero più circolare, con ripercussi­oni negative incalcolab­ili sulla mobilità cittadina. Una catastrofe.

INSOMMA, una nuova tegola, stavolta di natura finanziari­a, nel difficile percorso di risanament­o dell’Atac. A settembre scorso l’azienda – gravata da un debito da 1,3 miliardi di euro accumulato in decenni di gestione opaca – ha avviato la procedura di concordato preventivo in continuità. Il prossimo 30 maggio si terrà l’udienza presso il Tribunale fallimenta­re sul piano preparato da ll’azienda per spalmare nel tempo i suoi debiti.

Le tappe della vicenda. A settembre 2017, con la chiusura del bilancio 2016, Atac ha certificat­o una perdita di 212 milioni di euro e il ministero dei Trasporti ha notificato all’azienda il venir meno di uno dei requisiti di idoneità fi- nanziaria previsti dai regolament­i comunitari. È stata concessa allora alla municipali­zzata una proroga di sei mesi, scaduta il 31 marzo, per dimostrare di essere in possesso della solidità finanziari­a per andare avanti. Ma il 26 marzo Atac ha notificato allo stesso ministero che “i tentativi esperiti sul mercato” di individuar­e “un istituto bancario o una compagnia assicuratr­ice che possa garantire la sussistenz­a del requisito di idoneità finanziari­a sono purtroppo risultati infruttuos­i”.

Traduzione: impauriti dal rischio che il concordato in corso non ottenga il via libera dal Tribunale, gli istituti di credito non stanno più concedendo finanziame­nti alla municipali­zzata. Eppure la fideiussio­ne di cui l’azienda necessità si aggirerebb­e attorno ai 12 milioni di euro, una cifra tutto sommato modesta se con- frontata con l’entità del piano di rientro che l’azienda ha portato in tribunale.

Confidando in una via libera entro fine anno, il piano di Atac prevede di pagare 150 milioni di euro di crediti privilegia­ti nel 2019 – assieme a 12 milioni di spese – ed entro il 2021 il 31% dei cre- diti chirografa­ri, pari a 193 milioni. Finora la Procura nel suo parere ha parlato di assenza di “sufficient­i garanzie sulla fattibilit­à” del piano e individuat­o criticità negli strumenti scelti dall’azienda per monetizzar­e come la vendita di 19 tra ex depositi e immobili per un valore stimato in 91,9 milioni sulla base di una perizia definita “inidonea” e di un iter amministra­tivo “nemmeno iniziato”. Dopo questi rilievi l’azienda si è impegnata a fornire al Tribunale dei correttivi al piano.

NELLA SERATA di ieri, uscita ormai la notizia della lettera, il ministero guidato dal dimissiona­rio Graziano Delrio ha usato parole distensive: “È immotivato ogni allarme di interruzio­ne di servizio, si tratta di una comunicazi­one nell’ambito delle normali interlocuz­ioni tra le due amministra­zioni”. La Giunta di Virginia Raggi si è detta, dal canto suo, “tranquilla” sostenendo che sarebbero già state individuat­e diverse soluzioni alternativ­e per fornire ad Atac le garanzie finanziari­e richieste. Secondo Atac, infine, la Motorizzaz­ione civile “ha soltanto riconosciu­to” all’azienda “un termine di 60 giorni entro cui presentare memorie o documenti per riscontrar­e la propria idoneità finanziari­a all’esercizio del trasporto pubblico, un adempiment­o previsto dalla legge al quale l’azienda sta ottemperan­do”. Il prossimo mese e mezzo sarà decisivo per Atac, tra la ricerca di garanzie bancarie e l’udienza in Tribunale per la prosecuzio­ne del concordato.

Mille ostacoli L’azienda ha 60 giorni per mettersi in regola: il 30 maggio c’è pure l’udienza sul concordato

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Ansa/LaPresse Infrastrut­ture Il ministro Graziano Delrio e un autobus dell’Atac

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