Il Fatto Quotidiano

Trattativa, Mancino pentito “Non ritelefone­rei al Colle”

Stato-mafia, giudici in camera di consiglio, si attende la sentenza L’ex ministro fa autocritic­a sulla chiamata al consiglier­e di Napolitano

- » GIUSEPPE LO BIANCO E SANDRA RIZZA

“Ci

sono state espression­i estreme e inopportun­amente polemiche da parte delle difese che hanno travalicat­o la dialettica processual­e”, dice il pm Vittorio Teresi prima dell’ingresso in camera di consiglio della Corte. Dopo 220 udienze, 250 testi, e una trentina di collaborat­ori di giustizia ascoltati in cinque anni nell’aula bunker di Palermo, cala il sipario sul dibattimen­to della trattativa Stato- mafia con l’ennesima schermagli­a tra accusa e difesa. “Questa dialettica non ci appartiene e la respingiam­o”, prosegue il pm che rinuncia, anche a nome del collega Roberto Tartaglia, alle repliche finali. E se l’avvocato di Dell’Utri, Giuseppe Di Peri, protesta, facendo rilevare che le parole del pm costituisc­ono già una replica, il collega Basilio Milio, difensore di Mori, si scusa: “Si è parlato di espression­i estreme e asseritame­nte diffamator­ie nei confronti della Procura. Se così sono state percepite, me ne scuso”.

Poco prima l’ex ministro Nicola Mancino, nell’ultima dichiarazi­one spontanea, ripropone la sua versione dell’incontro con Paolo Borsellino, il 1° luglio ’92: “Non conoscevo fisicament­e il compianto magistrato, ma quel giorno non esclusi di avergli potuto stringere la mano come stavo facendo con tutti quelli, non sempre da me conosciuti, che facevano ressa avanti al mio ufficio’’. E legge il verbale di Vittorio Aliquò che quella mattina accompagnò Borsellino al Viminale: “È entrato prima Borsellino, una piccola stretta di mano, non abbiamo avuto la possibilit­à manco di parlare – legge Mancino –. Può bastare la dichiarazi­one del dottor Aliquò per seppellire tutte le insinuazio­ni, per mettere definitiva­mente da parte le tante ricostruzi­oni che vennero erette col deliberato desiderio di demolire la mia immagine’’. A sorpresa, l’ex ministro fa autocritic­a sul pressing telefonico al consulente dell’ex capo dello Stato, Loris D’Ambrosio: “A posteriori penso che sarebbe stato meglio non telefonarg­li”. Ma precisa: “Ho sempre sostenuto non l'avocazione delle indagini, ma il coordiname­nto da parte della Procura nazionale antimafia”.

Sono state le ultime battute di un’udienza durata meno di un’ora nell’aula bunker del carcere di Pagliarell­i, al termine della quale il presidente Montalto ha dichiarato chiuso il dibattimen­to ritirandos­i in camera di consiglio con la giudice a latere Stefania Brambille e i sei giu-

Ultima udienza L’accusa alle difese: “Polemiche estreme e inopportun­e” E rinuncia alla replica

dici popolari. Dalla presenza di numerosi e robusti bagagli, trolley e beauty case, si può ipotizzare una permanenza di alcuni giorni per giungere alla sentenza che in qualche modo si preannunci­a “storica”.

Interpella­to dai giornalist­i fuori dall’aula, Mancino non ha azzardato previsioni: “Quando prevedo che la mia squadra di calcio vinca la sua partita le cose non vanno come penso, quindi sto più attento e non faccio pronostici... – dice –. Io tifo per il Torino dal 1946”.

 ?? Ansa ?? L’ex ministro Nicola Mancino risponde di falsa testimonia­nza
Ansa L’ex ministro Nicola Mancino risponde di falsa testimonia­nza

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy