Principato con Davigo: “Md si è appiattita su logiche spartitorie”
Storica pm antimafia lascia Magistratura democratica e sceglie Autonomia e indipendenza
Oggi pomeriggio nella Sala Europa della Corte d’appello di Roma il gruppo di Piercamillo Davigo, Autonomia e Indipendenza, ha organizzato un convegno, “Il momento del cambiamento, proposte per un nuovo Csm”, in vista delle elezioni fissate per l’8 e il 9 luglio. AeI è nata dalla scissione di Magistratura Indipendente, corrente di destra, ma i simpatizzanti sono trasversali. Lo dimostra un neo ingresso destinato a fare rumore. Dopo decenni di adesione a Magistratura Democratica, la corrente di sinistra, Teresa Principato si è iscritta ad AeI. È uno degli storici pm antimafia di Palermo, già al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ora in Dna. Da Md ad AeI, è la caduta del Muro di Berlino in magistratura?
Mi sono iscritta a Md nel 1980, quando per un giovane magistrato che voleva fare carriera tale scelta era penalizzante: eravamo sprezzantemente definite “le toghe rosse”. Ma io aderii perché Md incarnava i miei ideali di uguaglianza sociale, di autonomia della magistratura. La mia convinta adesione è durata per molto tempo fino a quando la mia corrente ha iniziato una sua fase dapprima di appannamento, poi di declino e quindi di perdita d’identità. L’unione con Movimenti per la Giustizia, che ha portato alla nascita di Area ( il gruppo maggioritario al Csm, nd r ) non credo abbia portato cambiamenti positivi.
In che senso declino? Appiattimento sulle logiche correntizie, spartitorie, per le nomine che competono al Csm. Un aspetto molto grave, per una che ha sempre creduto e ispirato il proprio lavoro alle regole e a sistemi meritocratici. Da molto tempo la mailing list de ll ’ A nm ma anche quella di Area è piena di messaggi della base della magistratura che esprime sfiducia nei confronti dei metodi della corrente.
Si riferisce alle polemiche per la nomina in Cassazione di Donatella Ferranti, rientrata in ruolo dopo essere stata in Parlamento?
È l’ultimo caso palese di violazione delle regole, al di là dei suoi meriti.
La Terza Commissione ha rivendicato la legittimità della proposta, approvata dal Plenum a maggioranza, perché da ex segretario generale del Csm Ferranti ha il titolo per stare in Cassazione…
Il regolamento del Csm prevede che per saltare la valutazione si debba già aver esercitato la funzione di legittimità. Qualcuno potrebbe obiettare che Il suo giudizio sul Csm è rancoroso dato che le sue domande presentate in questa consiliatura sono state bocciate…
Il mio non è che uno dei casi di stravolgimento delle regole da parte di questo Consiglio. Le mie domande, con stupore di tutti, non sono state prese in considerazione, nonostante nella mia carriera io mi sia sempre occupata, sin da epoca precedente alle stragi, di lotta alla mafia a ogni livello, mentre sono state accolte quelle di chi non ha eserci- tato la giurisdizione per anni. È stato un periodo di forti disillusioni, ma parliamo di fatti di un anno fa. Da allora io non ho più presentato alcuna domanda. A maggior ragione oggi non ho alcun “obolo ” da chiedere; sono alla Dna e per me va benissimo così. Ci ha pensato molto prima di lasciare Md?
La mia decisione è maturata dolorosamente dopo una lunga riflessione e dopo aver visto tante sopraffazioni di fronte alle quali la mia corrente è rimasta a volte in silenzio per paura di rimanere isolata. Ho voluto, però, esprimere un atto di speranza e aderire a u- na corrente che sostiene i principi essenziali nei quali credo: corretto riconoscimento del merito, autonomia del pm. Ha pure centrato il problema della corruzione come uno dei principali mali che oggi devastano il Paese, come l’interfaccia della mafia, indicando anche dei validi rimedi da adottare. Non prendo neppure in considerazione il fatto che AeI sia una corrente di destra. Ormai ogni distinzione tra destra e sinistra è purtroppo superata. D’altra parte, mi trovavo sempre d’accordo con le valutazioni di Paolo Borsellino, notoriamente uomo di destra. Spero che questa corrente qualora arrivi al Csm perseveri nelle sue buone intenzioni.
Non è che l’ha convinta Davigo a passare con AeI? Non ho parlato con nessuno della mia sofferta decisione. Ho scritto una lettera a Md motivando le ragioni del mio passo indietro e contestualmente al coordinatore di AeI Alessandro Pepe per chiedere l’iscrizione. Un’esigenza assolutamente mia, venuta dalla presa d’atto del mio scollamento ideologico con Md.
Chi è Teresa Principato è stata pm antimafia a Palermo dai tempi di Falcone e Borsellino e procuratore aggiunto. È alla Direzione nazionale antimafia
TERESA PRINCIPATO Aderisco a una corrente che sostiene il merito e indica la corruzione tra i principali mali del Paese, l’interfaccia della mafia