Alemanno arriva con gli ex Nar e divide i fratelli Mattei superstiti
Roma, 45 anni fa il rogo di Primavalle
“Dopo
anni di percorso oggi succede questo. Mi sento offeso”. Il quartiere tappezzato di croci celtiche, il codazzo di “alcuni politici”, il corteo partecipato da militanti neo-fascisti e ultras, un ex Nar e capo tifoso estremista ad assistere alla deposizione istituzionale delle corone. Giampaolo Mattei non la voleva così la commemorazione dei 45 anni della strage di Primavalle, nella quale il 16 aprile 1973 morirono i suoi due fratelli Virgilio e Stefano Mattei, rispettivamente di 22 e 8 anni, per mano di tre estremisti di sinistra di Potere Operaio, Achille Lollo, Manlio Grillo e Marino Clavo. Soprattutto, dopo il tempo trascorso per la costruzione di una memoria condivisa di quegli anni – abbracciò Carla Zappelli, mamma di Valerio Verbano, ucciso dai fascisti il 22 febbraio 1980 – non avrebbe voluto la presenza di Luigi Ciavardini, condannato in via definitiva, fra gli esecutori della strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, e Guido Zappavigna, già capo tifoso della Roma e vicino agli ambienti dell'estrema destra. Presenza per la quale ha accusato l’ex sindaco Gianni Alemanno. “È stata la cosa più vergognosa è più bassa che un essere umano potesse fare. Tradire la fiducia, far finta di non capire, buttare la palla dall'altra parte dicendomi di non fare polemica e non alzare i toni”. A invitarli, però, è stata Antonella Mattei - l’altra figlia dell’allora dirigenteMsi, Mario - che conferma: “Guido è uno di famiglia, è stato con noi quando avevamo paura, ci accompagnava a trovare papà in ospedale, è stato vicino a nostra madre, è una persona che c’è sempre perme. E anche Luigi non ci ha mai lasciati soli. Mi ha fatto piacere la loro presenza e, poi, il corteo che ha visto tanti giovani, dopo 45 anni, ricordarsi della nostra famiglia”.