“Fatture false” sugli outlet: i Renzi a rischio processo
Firenze, chiuse le indagini Secondo i pm non ci sono mai state le prestazioni per cui ci sono stati pagamenti da 20 e 140 mila euro
Due fatture false da 20 e 140 mila euro per operazioni inesistenti: è quanto contesta la Procura di Firenze a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex premier. Ieri i magistrati toscani titolari del fascicolo, Christine von Borries e Luca Turco, hanno notificato l'avviso di chiusura indagini ai coniugi di Rignano sull'Arno e al loro amico imprenditore Luigi Dagostino, ex amministratore della società Tramor.
LE FATTURE individuate dagli uomini della Guardia di Finanza, si legge nelle cinque pagine di provvedimento, sono relative a prestazioni mai svolte per le operazioni di sviluppo connesse all’outlet The Mall di Reggello. La prima, da 20 mila euro, emessa dalla Party srl, società fondata da Tiziano Renzi (40%) e dalla Nikila Invest (60%) amministrata da Ilaria Niccolai, compagna di Dagostino. La seconda, da 140 mila euro, emessa dalla Eventi 6, società della famiglia Renzi di cui è oggi presidente Laura Bovoli che detiene l'8% delle quote mentre le figlie Matilde e Benedetta, sorelle di Matteo, possiedono rispettivamente il 56 e il 36%. Fatture pagate dalla Tramor, società impegnata nello sviluppo dell'outlet The Mall a Reggello e della quale è stato amministratore Dagostino. Quest'ultimo è sotto inchiesta da oltre un anno proprio per l’ipotesi di reato di emissione di fatture false per operazioni inesistenti ed è ora accusato anche di truffa per aver attestato la veridicità della fattura da 140.000 euro più Iva con il successivo amministratore della società, Remì Leonforte, il quale fu da lui indotto ad autorizzare il versamento.
Dagostino, infatti, seppur ormai non più amministratore, scrisse una email a Carmine Rotondaro, procuratore speciale del gruppo Kering – del quale Tramor era amministrata – pregandolo “di mettere in pagamento urgentemente” la fattura da 140 mila euro più 30.800 di Iva a favore della Eventi 6. Rotondaro, secondo i magistrati indotto così in errore, si rivolse al tesoriere con un messaggio dall'oggetto: “Tramor – fattura da pagare con estrema urgenza” e nel testo “avrei bisogno di far pagare con estrema urgenza la fattura allegata”.
L'INTERA vicenda è stata portata alla luce ormai due anni fa dai colleghi Pierluigi Giordano Cardone e Gaia Scacciavillani del fattoquotidiano.it che hanno rivelato la ragnatela societaria e di interessi dei genitori del segretario dimissionario del Pd attorno al fortunato outlet The Mall, a pochi chilometri da Rignano sull'Arno. All'inchiesta giornalistica, Tiziano Renzi rispose con una querela. Poi lo scorso marzo Giacomo Amadori sul quotidiano La Veritàha rivelato l'esistenza di alcune specifiche fatture, in particolare quella da 140 mila euro emessa dalla Eventi 6. La Guardia di Finanza ha perquisi- to la sede dell'azienda e il 22 marzo è emerso che i coniugi Renzi erano iscritti nel registro degli indagati.
IL PADRE dell'ex premier scelse di difendersi sui giornali diffondendo una nota. “All’improvviso e del tutto casualmente dal 2014 la nostra vita è stata totalmente rivoluzionata: da cittadino modello a pluri-indagato cui dedicare pagine e pagine sui giornali”, scrisse. “Ribadisco con forza e determinazione che non ho mai commesso alcuno dei reati per i quali sono stato, e in alcuni casi ancora sono, indagato. Se devo essere processato che mi processino il più velocemente possibile, se possibile. Passerò i prossimi anni della mia vita nei tribunali per difendermi da accuse insussistenti e per chiedere i danni a chi mi ha diffamato. Ma almeno potrò dire ai miei nipoti che la giustizia si esercita nelle aule dei tribunali e non nelle fughe di notizie e nei processi mediatici”, riferendosi anche al caso Consip che lo vede indagato dalla Procura di Roma. Il giorno dopo acquistò un’intera pagina del quotidiano Qnper pubblicare la stessa nota e poi decise di non presentarsi davanti ai pm per essere interrogato.
Ieri l'avvocato di Renzi, Federico Bagattini, contattato dal Fatto, ha stigmatizzato “l'ennesima fuga di notizie avvenuta pochi secondi dopo la notifica della chiusura indagini al legale del diretto interessato”. Con l’atto di ieri, ha aggiunto, “si è verificato quello che auspicavamo: subito i processi”. Il legale ha ora venti giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive ma, ribadisce, “vogliamo i processi”. Potrebbe essere accontentato: la richiesta di rinvio a giudizio potrebbe essere formulata già tra un mese. Poi deciderà il gip.
La difesa
I legali di Tiziano e Laura Bovoli: “Ennesima fuga di notizie, la giustizia ora faccia presto”