La Sardegna in ginocchio tra emiri, Renzi e Chiesa
Neocoloniali Investendo nell’ospedale, l’emirato si guadagna la sudditanza della Regione: nuove cubature e soldi alla clinica. Lo chiedono l’ex premier e il Vaticano
Forse il vero legame tra la Sardegna e l’emirato del Qatar è l’in cl in azione al matriarcato. Sarà per questo che pochi nell’isola sembrano notare la sottomissione alla sceicca Mozah bint Nasser al- Missned, imposta da Matteo Renzi (soprattutto) e dal Vaticano. La Sceicca è riverita su entrambi i lati del Tevere. Lunedì scorso il senatore di Rignano è andato a Doha per l’inaugurazione della National Libraryvoluta dalla signora, madre dell’emiro Tamim bin Hamad al-Thani. Ma già nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano l’ha nominata Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica. Papa Francesco la riceve abitualmente in udienza privata. Batte tutti il sindaco di Olbia Settimo Nizzi che due mesi fa ha deciso di intitolarle (da viva) una scuola.
TUTTI impegnati per gli interessi del Qatar in Sardegna, pietosamente chiamati investimenti anche se il conto lo paga la Sardegna. Si intreccia-
La madre dell’Emiro Il Papa la riceve spesso e nell’isola è venerata: il sindaco le intesta (da viva) una scuola
Sulle aree incontaminate va la riserva naturale Ma con un albergo a Porto Cervo, dove ci sono case e hotel, cosa comprometto? SMERALDA
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no la storia di un ospedale e quella della Costa Smeralda, entrambe scandalose. Il nuovo ospedale Mater Olbia è stato fatto passare per regalo all’isola bisognosa, come se fosse una regione dell’Africa nera, ma è solo una clinica privata convenzionata, cioè un affare. Era un’iniziativa del San Raffaele di don Verzè, poi andato a gambe all’aria. La Qatar Foundation Endowment è subentrata. Il general manager della Qfe Lucio Rispo ha dichiarato a Repubblica: “Ce lo chiese nel 2012 l’allora presidente Giorgio Napolitano”.
Avrebbe dovuto aprire i battenti tre anni fa, forse non vedrà la luce nemmeno per l’estate 2018, nonostante le assicurazioni fornite nell’ultima visita a Olbia dall’ambasciatore qatariota Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki Al Jehani e le analoghe dichiarazioni del direttore amministrativo dell’Università Cattolica Sacro Cuore, Marco Elefanti, che con l’ospedale Gemelli do- vrebbe assumere al 40% la gestione del nuovo ospedale, dopo la misteriosa uscita di scena del Bambin Gesù, sponsorizzato dall’esponente della segreteria di Stato Vaticana Angelo Becciu, sardo di Pattada. Tutto fermo. Eppure il governo Renzi a settembre 2014 aveva infilato un articolo apposito nel decreto Sblocca Italia: “Al fine di favorire la partecipazione di investimenti stranieri per la realizzazione di strutture sanitarie, per la regione Sardegna, con riferimento al carattere sperimentale dell’investimento straniero da realizzarsi nell’ospedale di Olbia...”. Già, prima ancora che l’ospedale fosse costruito è stata fatta una legge per consentire al governatore renzianissimo Francesco Pigliaru di ignorare la legge del governo Monti sul controllo della spesa sanitaria. Pigliaru annunciò che il Qatar avrebbe investito un miliardo in dieci anni, senza dire che in realtà 600 milioni glieli avrebbero dati i sardi: la spesa regionale per cliniche convenzionate passerà di colpo da 100 a 160 milioni, con severi tagli alle strutture sanitarie pubbliche.
IN VISTA DELLE regionali 2019 ai politici sardi fanno gola i mille posti di lavoro promessi. Ma la clinica non parte. La Regione doveva includere l’ospedale di Olbia nel complesso riordino della rete ospedaliera. Ma se il Bambin Gesù puntava tutto su chirurgia e pediatria, ora pare che sarà l’oncologia la specializzazione del nuovo ospedale. Programmazione sanitaria à la carte, decisa dal privato. Però la procedura di accreditamento del Mater Olbia, quella che accompagna l’assegnazione dei posti letto, è ferma. Per questo il 19 ottobre scorso il Consiglio Regionale ha deciso di posticipare a fine 2019 l’assegnazione dei posti letto, consentendo al Mater di restare in partita. Per ora si sa solo che all’ospedale di Olbia dovrebbero essere assegnati 204 posti letto rispetto ai 242 inizialmente previsti.
Dicono i maligni che gli uomini del Qatar prima di partire con le assunzioni vogliano l’approvazione della nuova legge urbanistica regionale. Nel 2012 il fondo sovrano Qatar Investment Authority ha comprato la Costa Smeralda dall’americano Tom Barrack. Chiede di aumentare del 25 per cento la cubatura dei quattro alberghi di lusso a meno di 300 metri dal mare. Mario Ferraro, ad di Smeralda Holding, un anno fa ha detto al consiglio regionale che senza nuove cubature non potrà dare ai giovani sardi nuovi posti di lavoro da cameriere. Detto fatto. Il disegno di legge urbanistica include all’articolo 31 l’aumento della cubatura anche per gli alberghi che già sono cresciuti del 25 per cento grazie al “piano casa” del berlusconiano Ugo Cappellacci. Dice Ferraro: “Sulle aree incontaminate ci mettiamo una riserva naturale. Ma se costruisco un albergo a Porto Cervo, dove ci sono già case e hotel, che cosa sto compromettendo ?”. Per gli ambientalisti nuove volumetrie entro i 300 metri dal mare sono vietate dal Codice Urbani, una legge dello Stato che la Regione non può aggirare se non con una provvedimento ari schiodi incostituzionalità. L'ASSESSORE all’Urbanistica Cristiano Erriu, convinto che la norma serva all’economia della regione soprattutto fuori della Costa Smeralda, tira dritto. Il governatore Pigliaru tentenna come ormai tradizione del suo mandato. La legge non marcia, i lobbysti del Qatar sono nervosi come lo stesso ambasciatore a Doha Pasquale Salzano, che ieri ha festeggiato il suo primo anno di mandato dichiarando il Qatar sua “seconda patria” (dopo solo un anno). Il Mater Olbia è arenato e le gerarchie vaticane appaiono disamorate. Come se Renzi, con il suo entusiasmo da neofita del lobbysmo, avesse ficcato la politica sarda in un guaio da cui non sa come uscire.