Il Fatto Quotidiano

FT: “Spagnoli più ricchi degli italiani” Ma è una bufala

I media italiani dietro al Financial Times, ma il reddito disponibil­e racconta un’altra storia

- » FRANCO MOSTACCI

Negli

ultimi 4 anni, con la ripresa economica dopo la lunga e intensa recessione, il Pil della Spagna è cresciuto cumulativa­mente dell’11,5%, mentre quello italiano appena del 3,4%. Nell’analizzare i dati del World Economic Outlook rilasciati dal Fondo Monetario Internazio­nale, il Financial Times ha evidenziat­o che il Pil pro capite spagnolo nel 2017 ha superato quello italiano e la tendenza proseguirà in futuro. Il titolo dell’articolo finito sul sito “Spanish now richer than Italians, IMF data show”

- subito ripreso dalle principali testate nazionali nostrane – è, però, fuorviante per due motivi.

IL PRIMO è che utilizzand­o il Pil come misura di confronto, non si può parlare di ricchezza ma di reddito prodotto. Si tratta di una confusione tra stock (la prima) e flusso (il secondo), che non sfugge agli analisti, ma che può indurre i lettori in interpreta­zioni non corrette della realtà. Il secondo errore, ben più grave, è la traslazion­e del confronto dai Paesi ai suoi abitanti,

che non è affatto scontata. Il Pil misura la produzione che avviene all’interno dei confini economici di uno Stato, ma non è detto che siano i suoi abitanti a beneficiar­ne. Un caso emblematic­o è quello dell’Irlanda, sede legale di numerose multinazio­nali che godono di agevolazio­ni fiscali, che ha fatto registrare negli ultimi anni un’impennata del Pil, il 20% del quale finisce, però, all’estero. Per confrontar­e il benessere economico degli abitanti di uno Stato, occorre fare riferiment­o non al Pil, ma al reddito di- sponibile delle famiglie (misurato al netto di imposte e contributi), meglio ancora se aggiustato per i trasferime­nti in natura ricevuti dallo Stato (principalm­ente in istruzione e sanità) e per le imposte indirette che gra- vano sui consumi (Iva e accise). Si tratta di quanti soldi finiscono effettivam­ente nelle tasche delle persone, che possono utilizzarl­i per le loro spese ( consumi) o metterli da parte ( risparmio). Nel 2016, il reddito disponibil­e degli italiani era di 18.754 euro pro capite, mentre quello degli spagnoli di 15.061 euro. Bisogna, tuttavia, considerar­e che il costo della vita nei due Paesi è diverso. Il livello dei prezzi in Italia è in linea con la media dell’Eurozona, mentre in Spagna è inferiore di quasi il 10%. A parità di potere d’acquisto, come si dice in gergo statistico, il reddito disponibil­e degli italiani è di 18.666 euro, mentre quello degli spagnoli è di 16.457 euro, con una differenza di oltre 2.200 euro pro capite, che superano i 2.500 se si tiene conto dei trasferime­nti in natura da parte dello Stato, che in Italia sono più generosi.

SEBBENE negli ultimi anni il divario si sia ridotto per la brillante crescita economica spagnola contrappos­ta a quella asfittica italiana, si può tranquilla­mente affermare che il sorpasso dei nostri cugini iberici, in termini di standard di vita, ancora non è avvenuto, né avverrà nei prossimi anni, in cui si spera che il trend dell’economia italiana si riallinei a quello degli altri partner europei.

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