Il Fatto Quotidiano

La pensione da 15 mila euro al mese per il generale che guidò Ros e Sisde

Chi sonoL’unico politico è già in cella per mafia, De Donno fa sicurezza privata

- » ANTONELLA MASCALI

Tra

gli uomini di Stato condannati, il più conosciuto è Mario Mori, ex vice comandante del Ros dei carabinier­i ai tempi della prima trattativa Stato-mafia, con una carriera sfolgorant­e. Generale, Prefetto, Direttore del Sisde. Oggi è un pensionato d’oro con oltre 15 mila euro al mese. L’ultimo periodo l’ha passato a fare tour per l’Italia per presentare il libro “Servizi e Segreti” e il docu-film “Mario Mori. Un’Italia a testa alta”, scritto da un altro condannato per la trattativa, l’ex colonnello dei carabinier­i Giuseppe de Donno, alter ego di Mori, tanto da essere il suo capo di Gabinetto al Sisde e dall’ex segretario dei radicali Giovanni Negri. Regia, Ambrogio Crespi. Mori è stato consulente per la sicurezza di Gianni Alemanno dal 2008 al 2013, stava anche per candidarsi alle politiche del 4 marzo con la lista di Stefano Parisi, ma poi è saltata così come la candidatur­a alla presidenza della regione Sicilia. Sia Mori che de Donno nel 2009 furono chiamati alla Regione Lombardia da Roberto Formigoni per far parte del “Co- mitato per la legalità e la trasparenz­a delle procedure regionali”. Nel 2014, quando de Donno era già amministra­tore delegato di una società di sicurezza privata, la G- Risk, l’ex ufficiale fu tra gli indagati per appalti truccati.

AI TEMPI della trattativa con Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo (giugno 1992) il comandante generale del Ros dei carabinier­i era il generale Antonio Subranni, anche lui condannato ieri a Palermo. È in pensione. La vedova di Paolo Borsellino, Agnese, nell’ultimo periodo di vita aveva raccontato ai magistrati, che non hanno potuto trovare riscontri, su quanto gli disse il marito “sconvolto”, il 15 luglio 1992: “Ho visto la mafia in diretta perché mi hanno detto che Subranni era punciuto”. Il generale è stato indagato anche per il depistaggi­o sulla morte di Peppino Impastato. Nel 2016, invece, è scoppiata una protesta dei sindacati di polizia per il doppio stipendio della figlia Danila, portavoce di Angelino Alfano sia come ministro della Giustizia che dell’Interno: “150 mila euro all’anno” come portavoce, denunciò il Consap e come capo della segreteria del ministro, allora al Viminale. Il condannato “eccellente” per essere stato l’eminenza grigia di Silvio Berlusconi è Marcello De ll’Utr i in carcere per la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazio­ne mafiosa. Tutti i suoi ricorsi per la scarcerazi­one per motivi di salute o la revisione del processo sono stati respinti. L’ultimo no lo ha incassato dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo il 5 aprile. Dell’Utri, per motivi di salute, dal carcere di Rebibbia è stato trasferito a febbraio al Campus Biomedico di Roma.

È IN CARCEREanc­heMassimo Ciancimino, figlio di Vito, controvers­o teste d’ac c u sa , tanto che sono stati gli stessi pm di Palermo a indagarlo e a farlo arrestare. Ciancimino junior è tornato in carcere a gennaio 2017 per due condanne definitive: una per riciclaggi­o e una per detenzione di esplosivo. Ieri è stato condannato per calunnia nei confronti de ll’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. I boss di Cosa Nostra condannati sono Leoluca Bagarella, cognato stragista di Totò Riina, al 41 bis dal 1995, e Nino Cinà, medico di Riina e Provenzano.

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Ansa L’ex generale Mario Mori

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