La pensione da 15 mila euro al mese per il generale che guidò Ros e Sisde
Chi sonoL’unico politico è già in cella per mafia, De Donno fa sicurezza privata
Tra
gli uomini di Stato condannati, il più conosciuto è Mario Mori, ex vice comandante del Ros dei carabinieri ai tempi della prima trattativa Stato-mafia, con una carriera sfolgorante. Generale, Prefetto, Direttore del Sisde. Oggi è un pensionato d’oro con oltre 15 mila euro al mese. L’ultimo periodo l’ha passato a fare tour per l’Italia per presentare il libro “Servizi e Segreti” e il docu-film “Mario Mori. Un’Italia a testa alta”, scritto da un altro condannato per la trattativa, l’ex colonnello dei carabinieri Giuseppe de Donno, alter ego di Mori, tanto da essere il suo capo di Gabinetto al Sisde e dall’ex segretario dei radicali Giovanni Negri. Regia, Ambrogio Crespi. Mori è stato consulente per la sicurezza di Gianni Alemanno dal 2008 al 2013, stava anche per candidarsi alle politiche del 4 marzo con la lista di Stefano Parisi, ma poi è saltata così come la candidatura alla presidenza della regione Sicilia. Sia Mori che de Donno nel 2009 furono chiamati alla Regione Lombardia da Roberto Formigoni per far parte del “Co- mitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali”. Nel 2014, quando de Donno era già amministratore delegato di una società di sicurezza privata, la G- Risk, l’ex ufficiale fu tra gli indagati per appalti truccati.
AI TEMPI della trattativa con Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo (giugno 1992) il comandante generale del Ros dei carabinieri era il generale Antonio Subranni, anche lui condannato ieri a Palermo. È in pensione. La vedova di Paolo Borsellino, Agnese, nell’ultimo periodo di vita aveva raccontato ai magistrati, che non hanno potuto trovare riscontri, su quanto gli disse il marito “sconvolto”, il 15 luglio 1992: “Ho visto la mafia in diretta perché mi hanno detto che Subranni era punciuto”. Il generale è stato indagato anche per il depistaggio sulla morte di Peppino Impastato. Nel 2016, invece, è scoppiata una protesta dei sindacati di polizia per il doppio stipendio della figlia Danila, portavoce di Angelino Alfano sia come ministro della Giustizia che dell’Interno: “150 mila euro all’anno” come portavoce, denunciò il Consap e come capo della segreteria del ministro, allora al Viminale. Il condannato “eccellente” per essere stato l’eminenza grigia di Silvio Berlusconi è Marcello De ll’Utr i in carcere per la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Tutti i suoi ricorsi per la scarcerazione per motivi di salute o la revisione del processo sono stati respinti. L’ultimo no lo ha incassato dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo il 5 aprile. Dell’Utri, per motivi di salute, dal carcere di Rebibbia è stato trasferito a febbraio al Campus Biomedico di Roma.
È IN CARCEREancheMassimo Ciancimino, figlio di Vito, controverso teste d’ac c u sa , tanto che sono stati gli stessi pm di Palermo a indagarlo e a farlo arrestare. Ciancimino junior è tornato in carcere a gennaio 2017 per due condanne definitive: una per riciclaggio e una per detenzione di esplosivo. Ieri è stato condannato per calunnia nei confronti de ll’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. I boss di Cosa Nostra condannati sono Leoluca Bagarella, cognato stragista di Totò Riina, al 41 bis dal 1995, e Nino Cinà, medico di Riina e Provenzano.