BULLISMO: RIDIAMO VALORE AGLI INSEGNANTI
Merita una riflessione l’episodio del prof bullizzato a Lucca e la violenza sempre più diffusa a scuola. Il bullismo dilaga, dopo Lucca è esploso il caso Velletri: “Ti faccio sciogliere nell’aci do, pro fess ore”. Aspetti comuni: idiozia, rozzezza e “genialità” di postare l’impresa in rete autodenunciandosi. L’importante è esser “visti”, anche in situazioni non edificanti, conta avere molte visualizzazioni. Effetti perversi di una terribile sinergia: imbecillità e tecnologia. Ma non vengono bullizzati solo i prof: nel nord est una ragazza esasperata dagli insulti s’è gettata dalla finestra. Il fenomeno riguarda anche i licei e gli strati sociali medio alti, checché ne dica Michele Serra nella sua amaca incredibilmente classista ( Repubblica, 20 aprile).
LA MIA MEMORIA va a uno studente giovanissimo, apparentemente tranquillo, di buona famiglia, viso d’angelo, sveglio, ma praticamente un “demonio”; a vederlo, non dimostrava la perfidia, simulava, e la scena la attraversava senza il passo spavaldo degli spacconi. Sembrava mite e questo lo rendeva più pericoloso. Fu la collega di Fisica a parlarmene: un ragazzo viene costretto a fare cose sconce nei bagni. Ma al di là dei dettagli. Il dato è che in un liceo, luogo deputato all’istruzione, un alunno di famiglia bene- stante, torturava un coetaneo per sentirsi forte. Quali modelli educativi lo ispiravano? Quali erano gli ideali di riferimento? Si dice: la colpa è della scuola che non trasmette valori. Ma quando i ragazzi arrivano così, in classe, con giudizi (e pregiudizi), ben definiti, con turbe mentali e immondizia televisiva/modaiola/Kitsch ben radicata, è davvero possibile alla scuola fare qualcosa? Mi è capitato a volte di assistere alla mia sconfitta, quando, per dire, anche i film più noti sul bullismo scolorivano di fronte alla cruda realtà che avevo di fronte. È una vecchia questione, Don Milani (adorabile) ha la sua “responsabilità”. Sono davvero troppe le situazioni di bullismo a scuola; ho visto anch’io prof molto deboli derisi dagli alunni. E comunque è vero la scuola è un ginepraio in cui accade di tutto, vero specchio della nostra società in crisi. Perché il docente di Lucca non ha reagito? I docenti hanno strumenti adeguati? E le famiglie, non peccano forse di giustificazionismo? Quante volte abbiamo assistito a genitori che aggrediscono i docenti? Ci vorrebbero più interventi d’informazione e formazione culturale, per alunni, docenti e famiglie. Molti pensano ancora, davvero, che il bullismo sia “un rito di passaggio”. Espressione che non dice nulla. Nasconde. Il bullismo non sarà sconfitto fino a quando i valori fondamentali – tolleranza e solidarietà – non penetreranno nella coscienza di tutti. Mi chiedo – senza avere una risposta che convinca me stesso – il bullismo dilaga anche perché troppi tacciono? È un’ipotesi. Non ci si spende più per gli altri, per difendere un prof preparato ma debole; un compagno di classe fragile. Anzi si tace. Si ride. Si prende il telefonino e si filma.
PERCHÉ IL RAGAZZO che ha bullizzato il prof di Lucca non è stato bloccato dai compagni? Capisco la paura, ma entro certi limiti: odio gli indifferenti, diceva Gramsci. Tuttavia c’è anche un problema di programmi, di educazione civica alla responsabilità: senza rispetto delle regole non c’è convivenza civile. E c’è il problema di ridare dignità – anche economica – al docente: aumentare lo stipendio dei prof significa (anche) aumentarne l’autorevolezza. C’è ancora molto da fare. Intanto, alunni e prof continuano a essere bullizzati mentre i benpensanti tacciono. “Dio ci guardi dalla cosiddetta gente per bene”. È una frase di Benedetto Croce. Sapeva quel che diceva. Il bullismo non è una caratteristica del popolo, degli ultimi, è presente anche tra i borghesi ai Parioli; Michele Serra è andato davvero fuori tema. Urgono piuttosto risposte adeguate. La politica, passate queste infinite consultazioni, batta un colpo.
RISPOSTE ADEGUATE Finite le consultazioni, la politica batta un colpo: iniziando dall’aumento dello stipendio dei professori e dai programmi scolastici