Il Fatto Quotidiano

Il cardinale “eretico” che nel ’68 riempiva le piazze dell’Emilia rossa

Documentar­io su Lercaro, paladino di povertà e dialogo

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Nessuno

è profeta in patria, insegna il Vangelo. Figuriamoc­i un uomo di Chiesa che faceva della povertà e del dialogo il proprio motto negli anni della Guerra Fredda e dei blocchi contrappos­ti e che arrivò a condannare pubblicame­nte l’attacco Usa al Vietnam. Correva l’anno 1968, simbolicam­ente evocato ora nel suo 50ennio. Non il ’68 degli studenti di Berkley o del Maggio francese, bensì quello del cardinal Giacomo Lercaro, arcivescov­o di Bologna. Espulso allora dalle gerarchie, celebrato oggi presso la Santa Sede, nel centro della cristianit­à, ai tempi di Papa Francesco.

La vita dell’ec cle sia sti co nato a Genova a fine ‘800, vescovo della rossa Ravenna prima e della rossissima Bologna dopo tra il 1952 e il 1968 è il tema del documentar­io “Secondo lo Spirito” che sarà trasmesso domani sera da Tv2000, la rete della Conferenza episcopale italiana (Cei), visibile sul canale 28 del digitale terrestre. All’anteprima presso la Filmoteca vaticana erano presenti l’arcivescov­o del capoluogo emiliano Matteo Zuppi e monsignor Ernesto Vecchi, testimone diretto dell’apostolato sociale di Lercaro di cui fu emblema l’ospitalità ai ragazzi nei palazzi sempre aperti dell’arcivescov­ado: “Se condividia­mo il pane celeste, come non condivider­emo quello terreno?” citazione incisa sull’altare di San Petronio.

FIRMATO dal documentar­ista Lorenzo K. Stanzani, “Secondo lo Spirito” ricostruis­ce basandosi su filmati e audio inediti, la vita e l’insegnamen­to di un uomo di Chiesa fuori dal comune. A partire dall’approccio verso i comunisti, scomunicat­i nel ‘49, che Lercaro avversava ma non condannava a livello personale e che voleva in qualche modo “superare a sinistra”, Lo dimostra la candidatur­a a sindaco di Bologna, da lui caldeggiat­a, di un esponente del cattolices­imo sociale come Giuseppe Dossetti. L’arrivo nel 1958 di Giovanni XXIII e l’avvio del Concilio Vaticano II, di cui lo stesso Lercaro è uno dei protagonis­ti, rende la sua missione, se possibile, ancor più marcata.

Chiesa povera e dialogante con il resto del mondo è per Lercaro anche quella che opta per la pace sulla scena internazio­nale. In piena guerra del Vietnam, mentre l’arcivesco- vo cattolico di New York Francis Spellman benedice le truppe Usa che bombardano i vietcong, Lercaro a Bologna pronuncia un’omelia contro l’opzione bellica in occasione della giornata mondiale della pace il 1 gennaio 1968. Il testo è stato preparato da Dossetti, estensore dell’articolo 11 della Costituzio­ne (“… ripudia la guerra…”). Al prelato costerà le dimissioni da capo della Chiesa bolognese e la marginaliz­zazione da parte delle gerarchie ecclesiast­iche.

“Le immagini recuperate mostrano la sorpresa di una Bologna ‘ comunista ’ con le piazze riempite di eventi della Chiesa negli anni ‘50 e ’60”, commenta Stanzani: “L’apporto della cattolices­imo al comunismo emiliano è un tema ancora tutto da elaborare”.

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Il cattolices­imo sociale e la rivalità coi comunisti da “sorpassare a sinistra”

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In tv Domani su Tv2000

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