Otamendi: “Annuncio atteso in vista del 5 maggio: sarà lo scioglimento dell’Eta”
Le reazioni alle “scuse ” dei terroristi indipendendisti nei confronti delle loro numerose vittime
Martxelo Otamendi è il direttore di Berria , quotidiano edito in lingua euskera che ieri ha pubblicato il comunicato diffuso dall’Eta nel quale il movimento terrorista separatista basco chiede “scusa per le vittime”.
È un passo “storico” come dice il leader separatista Arnaldo Otegi?
Era qualcosa che ci si aspettava, perché era stato richiesto da molte parti. È importante perché è la penultima decisione nella storia dell’Eta, l’ultima sarà la sua dissoluzione il 5 di maggio.
Nel comunicato non si parla di dissoluzione.
Non se ne parla perché è un comunicato esclusivamente sulle vittime e comunque l’Eta non annuncia mai ciò che farà.
E con la dissoluzione che faranno quelli che stanno nell’Eta?
Quelli che stanno in carcere conti- nueranno a starci e quelli che sono in clandestinità vi rimarranno, perché se questa fosse stata una fine concordata e se nell’accordo ci fosse stato il reinserimento nella società com’è successo con le Farc in Colombia, o com’è accaduto in Irlanda... ma non è avvenuto, non c’è stato un negoziato e perciò dovranno continuare la clandestinità.
Ci son state critiche sulla distinzione tra le vittime.
In Irlanda l’Ira si rivolgeva solo alle vittime accidentali, invece le Farc chiesero perdono a tutte le vittime senza distinguo, l’Eta sceglie di dire alle vittime volute “ci dispiace molto” e chiede perdono alle vittime accidentali. Una distinzione sottile, su cui sicuramente hanno ragionato a lungo. Però la cosa importante è che l’Eta abbia pubblicato un intero comunicato sul dolore delle vittime. Però non prende le distanze dalla lotta armata del passato, anzi rivendica le origini dell’organizzazione nell’antifranchismo. L’abbandono della lotta armata è stato un percorso lungo: finora non aveva mai detto di essersi sbagliata nella strategia, questo è ciò che vorrebbero facesse il governo basco e quello spagnolo.