Lluch: “Ammazzarono mio padre nel 2000 non li ho perdonati, preferisco ignorarli”
Eulàlia Lluch è la figlia di Ernest Lluch, politico del Psc, ucciso dall’Eta nel novembre 2000.
Come considera il comunicato? Non me lo aspettavo, mai avrei pensato che l’Eta avrebbe chiesto perdono, perciò mi fa piacere. Ma rifiuto completamente questa distinzione che fanno tra le vittime, domandando perdono a una parte, le vittime collaterali, e all’altra no. L’Eta si dispiace per le vittime volute e chiede perdono per quelle accidentali.
Stanno dicendo che ci sono vittime che meritavano d’esser assassinate e altre che si trovavano nel posto e nel momento sbagliati: non lo accetto. L’Associazione vittime del terrorismo contesta all’Eta di non aver fatto alcuna autocritica.
Otegi dice che l’hanno fatta, io questa autocritica non la vedo. Dicono che è un conflitto durato a lungo, che lamentano il danno causato e domandano perdono per quei casi in cui si sono sbagliati. È come chiedere perdono a metà, un po’ di nascosto.
Lei ha perdonato l’Eta per averle ucciso il padre?
Sono una persona che perdona, non sento rancore e non sono vendicativa. Li ho perdonati? Sicuramente no, quello che cerco è non pensare affatto a questa gente. Mi è successa una cosa 17 anni fa, la cosa peggiore finora nella mia vita che difficilmente sarà superabile. Avevo 33 anni, avevo un lavoro, una vita costruita e immagino che essendo una persona adulta ho potuto razionalizzare tutto meglio; non so il motivo per cui assassinarono mio padre, né so se voglio saperlo. E considero che qualsiasi motivazione diano per spiegare l’assassinio di qualunque persona non è giustificabile, nessuno merita di essere assassinato.
Che pensa della banalizzazione che si fa del terrorismo in Spagna, per cui tutto è Eta?
È incomprensibile: mi offende, non lo ammetto. Una cosa è il terrorismo etarra o jihaidista e l’altra è ciò che vogliono far passare come tale. Il concetto è diventato così generico che possono appigliarsi a quello che vogliono per accusare la gente di terrorismo.