Il Fatto Quotidiano

Di Maio, attento: la Flat Tax di Salvini&B. fa solo disastri

Il M5S vuol fare “un gran lavoro” con la Lega. Ma sul fisco sono guai

- ▶ DE CAROLIS E ROTUNNO

■Mentre i Cinque Stelle tornano a cercare il Carroccio, domani in prima serata su Rai3 un’inchiesta di “Report” smonta la principale proposta economica del centrodest­ra: negli Stati che la usano è una mezza catastrofe, perfino in America

La differenza è già negli aggettivi, quindi nei toni. Perché con il Matteo Salvini sempre più inquieto “possiamo fare cose molto impor tant i”. Mentre le aperture plurime dal Pd “fanno piacere”. In un sabato già estivo, dal Salone del mobile di Milano, Luigi Di Maio conferma che la rotta alla ricerca di un governo punta sempre più verso la Lega. Tanto che anche ieri, dopo il venerdì del riavvicina­mento, ha scambiato messaggi a ripetizion­e e telefonate con il segretario del Carroccio, ragionando di punti di programma e scenari. Mentre non ha incontrato il segretario reggente dem Maurizio Martina, che pure transitava per il Salone.

PERÒ SALVINIdev­e sbrigarsi. Perché dal Movimento riparlano di ultimatum: “Ci aspettiamo segnali chiari entro domani, altrimenti lunedì si muoverà il Quirinale con un mandato esplorativ­o a Roberto Fico per sondare un accordo tra noi e il Pd, dove si stanno aprendo al confronto”. Non solo. “Il Colle - assicurano - è stufo delle giravolte di Matteo, ogni ipotesi di governo del centrodest­ra è finita con l’esplorazio­ne della Casellati”.

Ergo, nelle prossime ore il Carroccio deve strappare con Silvio Berlusconi, o almeno muoversi in maniera decisa in quella direzione. Rassegnand­osi ad avere Di Maio a Palazzo Chigi, “perché di terzi nomi non ce ne sono”. In cambio, avrà ministeri di peso e un programma calibrato anche sulle sue esigenze. Scadenze e condizioni che ovviamente Salvini potrebbe anche ignorare, per aspettare le Regionali in Friuli Venezia Giulia. Ma la sua rottura con il Caimano appare possibile. E può favorirla anche la sentenza del tri- bunale di Palermo sulla trattativa Stato-mafia: “Uno spartiacqu­e”, secondo Di Maio. Molto meno rilevante per Salvini. Però la sentenza è pur sempre un nodo in più nel rapporto traballant­e tra Forza Italia e il Carroccio, silente sulla decisione. E comunque il leghista si era mosso già prima dei giudici: agevolato proprio da Silvio Berlusconi, che venerdì mattina aveva parlato di un possibile aiuto in Aula “da Pd e gruppi misti” a un governo di centrodest­ra.

Un autogol, perché ha permesso al leghista di tuonare contro “chi guarda a sinistra, mettendosi fuori da solo”, ventilando “tre passi in avanti”, da solo. Non a caso, ieri mattina Berlusconi ha abiurato: “Non ho mai detto di voler fare un governo coi voti del Pd, e non c’è nessun contatto con i dem”. Ed è la conferma che l’ex Cavaliere teme lo smarcament­o di Salvini.

Ne ll’attesa, Di Maio semina frasi al rosolio: “So bene il momento politico che vive la Lega, ma ho avuto modo di testare la sua affidabili­tà quando abbiamo eletto le cariche in Parlamento e sono sicuro che se firma un contratto di governo terrà fede ai patti”. Per poi celebrare: “Con il Carroccio possiamo fare un buon lavoro, e cose importanti”. Però non bisogna sbilanciar­si troppo. E allora, ostenta fiducia nel Fico esplorator­e: “Di lui posso dire solo cose buone”. Ovvero, il Pd non potrà strumental­izzarlo contro di lui. Poi ribadisce come il contratto alla tedesca sia un’ipotesi che vale ancora sia per la Lega che per il Pd: “Ho incontrato il professor Giacinto Della Cananea, che ha concluso il lavoro istruttori­o per trovare i punti di contatto con i programmi di Lega e dem”. Quindi ora si potrà passare al contratto, da tarare a seconda dell’interlocut­o- re. Su Facebook Di Maio promette: “Ci saranno aiuti alle famiglie con figli, misure per il lavoro, più sicurezza, sburocrati­zzazione”. Ma non si è ancora passati alla redazione del testo. Nel quale ci sarà la riforma dei centri per l’impiego, base essenziale per il reddito di cittadinan­za, per cui servirà almeno un anno. “Un punto che va bene a tutti” dicono dal M5S.

SUL REDDITO INVECE c’è discussion­e: perché preoccupa la Lega, portabandi­era della flat tax, e non convince il Pd. Così nel Movimento riflettono se “sfumarlo”, rendendo la sua introduzio­ne più graduale, quindi meno onerosa (“ma resta un pilastro” ). Poi c’è il tema sicurezza, e su questo il contatto con il Carroccio si troverà puntando innanzitut­to “sull’aumento di 10mila unità delle forze dell’ordine”, già previsto nei 20 punti di programma del M5S. Dove si parlava anche di superament­o della legge Fornero, con l’entrata in pensione dei “quota 100” (somma di età e anni di contributi). Misura quasi identica nel programma del Carroccio. Poi però ci sono anche gli Esteri. E su questo tema le distanze tra l’ormai atlantista Di Maio e il filo-russo Salvini, che pochi giorni fa ha formulato gli auguri al rinnovato presidente ungherese Orban (quello del muro anti-migranti), si fanno larghe. Tanto che il capo dei 5Stelle non vi fa cenno. “Bisogna venirsi incontro, e io ce la metterò tutta per andare incontro alle esigenze di chi ci può dare una mano” chiosa. Ecumenico e fiducioso.

Mosse sul programma Il Movimento lavora al contratto alla tedesca E pensa a un reddito di cittadinan­za graduale

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LaPresse Così vicini, così lontani Luigi Di Maio e Matteo Salvini
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