“Sta per crollare!”, allarmi (e lesioni) ignorati da tutti
La strage di Torre Annunziata
Salvatore è vivo perché alle 3 di notte, tre ore prima del crollo, se ne andò a pesca. Ma prima di uscire di casa si accorse che una crepa si era allargata a tal punto “che vi aveva infilato un coltello e la lama era penetrata per 2/3 centimetri”. Giuseppina invece è rimasta schiacciata sotto le macerie. Qualche settimana prima si era sfogata con un’amica: “A casa mia si sono create crepe così grandi che posso infilarci una mano”. Il giorno prima di morire aveva urlato al telefono di aver visto sul muro “un animale che si arrampica”. Poi guardò meglio. Era “una spaccatura nel muro della camera da letto”. Un operaio ha riferito di aver visto due giorni prima del crollo “crepe lunghe 50 centimetri e larghe mezzo centimetro” nell’ appartamento al secondo piano dove si stavano svolgendo i lavori più invasivi. Un altro operaio ha aggiunto che le crepe “e- rano visibili anche all’esterno”. E per giorni si era ascoltato il fracasso di un martello pneumatico in azione diverse ore al giorno. Il palazzo di via Rampa Nunziante a Torre Annunziata (Napoli), dove erano in corso interventi di profonda ristrutturazione al secondo piano, e altre opere al primo piano, si stava sbriciolando sotto gli occhi di inquilini e passanti preoccupati. Nelle case gli infissi non si chiudevano e le porte strisciavano. La sorella di una delle vittime ha messo a verbale che “dieci giorni prima del crollo il balcone che affacciava sul giardino del secondo piano si era talmente inclinato verso il basso che nell’uscire fuori ebbi un senso di disagio e di paura”. Ma nessuno è intervenuto. Nessuno ha denunciato il pericolo. Nessuno ordinò lo sgombero.
Così otto persone hanno perso la vita all’alba del 7 luglio 2017 nel crollo di una palazzina di cinque piani che guardava la spiaggia di Torre Annunziata. Si chiamavano Giacomo Cuccurullo, Adele Laiola, Marco Cuccurullo, Giuseppina Aprea, Pasquale Guida, Anna Duraccio, Francesca Guida e Salvatore Guida. Sono vittime – scrive la Procura di Torre Annunziata – di lavori abusivi al secondo piano del fabbricato che ne hanno scarnificato le mura attraverso la demolizione dei tramezzi, fino a indebolire irrimediabilmente la struttura. È la sintesi di una perizia di 133 pagine dei professori Nicola Augenti e Andrea Prota, corredata dai verbali di interrogatorio della polizia giudiziaria. Il fabbricato, affermano i periti, era a sua volta urbanisticamente illegittimo: cinque piani eretti con una licenza del giugno 1957 per una villetta bifamiliare. Erano gli anni del boom del mattone. Nei giorni scorsi i pm Andreana Ambrosino e Silvio Pavia, coordinati dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, hanno notificato sedici avvisi di conclusione delle indagini verso chi ordinò le opere senza le autorizzazioni e verso i tecnici accusati di aver certificato il falso. E ora gli indagati, difesi da alcuni dei migliori avvocati locali – Elio D’Aquino, Gabriele Di Maio, Vincenzo Maiello – hanno in mano le carte di una battaglia processuale difficile. I verbali che pubblichiamo sono stati raccolti da polizia e carabinieri nei gior- ni immediatamente successivi alla strage. Parlano i sopravvissuti degli appartamenti rimasti in piedi. Parlano gli amici e le amiche di chi ci ha lasciato la vita. Parlano alcuni professionisti che trafficarono intorno ai lavori. Il racconto complessivo di un disastro preceduto dalla paura e dalla consapevolezza che qualcosa stava andando storto. I giornali locali scrissero che il proprietario del secondo piano, Gerardo Velotto (indagato), lo stava rifacendo da capo per tra- sformarlo in bed and breakfast. Ma gran parte della palazzina era stata modificata o era in corso di modifica. Il pomeriggio prima del crollo ci fu un summit di tecnici a casa Velotto, alla presenza del proprietario. Videro le crepe. Sapevano. Partecipò anche Giacomo Cuccurullo, architetto del Comune, settore edilizia privata. Abitava al quinto piano con la sua famiglia. Sterminata. Se fosse sopravvissuto, i pm avrebbero indagato anche lui.
Una vittima raccontò “A casa mia si sono create crepe così grandi che posso infilarci una mano” La scorsa estate a Torre Annunziata (Na) il crollo di un vecchio stabile provocò la morte di otto persone Il fatto 2017 7 luglio
In un palazzo di 5 piani in via Rampa Nunziante a Torre Annunziata, se ne sbriciolano due, facendo collassare l’intera struttura. Sono le 6:25 di mattina 2018 17 aprile
Chiusa l’indagine la Procura emette 16 avvisi di garanzia per il crollo della struttura