“Hamas vuole il caos, è l’ora dei due Stati”
AbrahamB. Yehoshua Lo scrittore israeliano distingue fra i leader di Gaza e l’Autorità palestinese: “Non riconoscono il nostro diritto di esistere”
Abraham B. Yehoshua non fa marcia indietro circa le considerazioni su Gaza contenute nel saggio appena pubblicato dal quotidiano israeliano H aa r e t z in cui spiega perché la soluzione dei due Stati è ormai impossibile da realizzare. Anticipato mesi fa ai microfoni della Radio dell'esercito israeliano, il pensiero dello scrittore è stato affidato alle colonne del quotidiano progressista. Yehoshua, noto non solo per i suoi romanzi ma anche per la sua battaglia contro l'occupazione e per la ricerca di un modus operandi che metta fine a quello che lui e altri suoi noti colleghi israeliani definiscono un regime di apartheid, sostiene che vada innanzitutto sottolineata la differenza tra Gaza e la Cisgiordania.
Anche lo scorso venerdì, sono stati uccisi manifestanti palestinesi disarmati che chiedevano di fare ritorno nelle proprie case e terreni sottratti loro ufficialmente quando venne creato lo Stato d'Israele, esattamente 70 anni fa. Perché ritiene che Israele abbia il diritto di agire in modo così sproporzionato?
Perché Israele se ne è andato da Gaza già 13 anni fa, eppure Hamas non ha riconosciuto il suo diritto a esistere come invece ha fatto l'Autorità Nazionale Palestinese nella Cisgiordania ancora sotto occupazione. Hamas manipola la frustrazione degli abitanti di Gaza, in maggioranza profughi, per spingerli a distruggere la rete di protezione ed entrare nel nostro territorio in massa, mettendoci alle corde. Se ci riuscissero, Israele non riuscirebbe più a gestire la situazione: si tratta di due milioni di persone, non di poche migliaia.
È vero che non ci sono più colonie ebraiche a Gaza, ma Israele continua a impedire ai suoi abitanti di uscire dalla Striscia non solo attraverso i confini terrestri ma anche marini. Non pensa che sia solo una libertà di facciata quella data ai gazawi? L'esercito israeliano e il go- verno ci devono proteggere e pertanto non possono permettere che Hamas faccia arrivare dal mare ancora più armi iraniane e usi ciò che dovrebbe andare alla popolazione per costruire tunnel e venire ad attaccarci nel cuore della notte, come hanno già tentato di fare. Anche l'Egitto, paese musulmano come Hamas, tiene quasi sempre chiuso il valico con la Striscia perché il movimento islamico sostiene i terroristi annidati nel Sinai ed è legato alla Fratellanza Musulmana. Per tornare alla sua articolata proposta per uscire dall'impasse in cui si trova la soluzione dei due Stati, perché ritiene che vada annessa a Israele l'area C della Cisgiordania, come sostiene da tempo la destra israeliana a cui lei non è mai appartenuto?
Perché nell'area C vivono ormai, anche se illegalmente, mezzo milione di coloni e non è realisticamente pensabile che Israele li possa far tornate entro i suoi confini. A questo punto è meglio annetterla e dare agli abitanti di Gerusalemme Est la piena cittadinanza israeliana e in alcuni anni anche ai palestinesi che vivono nell'area C. In questo modo i palestinesi della Ci- sgiordania non subiranno più le conseguenze dell'occupazione che li tiene segregati come avveniva per i neri del Sudafrica, e godranno degli stessi diritti degli ebrei e dei palestinesi che hanno la cittadinanza israeliana.
Nel suo saggio lei suggerisce che Israele dovrebbe diventare una Repubblica presidenziale, come quella francese, e confederata, con la Cisgiordania trasformata in uno dei cantoni, come in Svizzera.
Sarebbe l'unico modo per dare la possibilità anche ai palestinesi di votare direttamente il capo dello Stato che avrebbe più poteri e sarebbe slegato dalla conflittualità parlamentare. Inoltre i palestinesi dell'area C della Cisgiordania, diventati cittadini israeliani a tutti gli effetti, potrebbero avere molti più parlamentari a rappresentarli nella Knesset (Parlamento) e potrebbero aspirare a veder nominati ministri dei palestinesi, cosa finora impensabile. Ma non sarà facile che ciò avvenga, perché né la destra israeliana né alcuni esponenti dell'Autorità Nazionale palestinese accetteranno di perdere parte del proprio potere a favore del bene di questi due popoli.
Il gruppo paramilitare manipola la rabbia dei profughi e li spinge al confine: sono 2 milioni, se entrano in massa ci mettono alle corde Diamo gli stessi diritti degli ebrei agli abitanti di Gerusalemme Est: così metteremo fine alla segregazione