E il Pd torna nel freezer: “Aspettiamo il Colle”
Martina attendista, Orlando parla come i renziani. Soltanto Sala chiede un dialogo
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Partito democratico si registrano, al momento, due linee di pensiero sul rapporto con i Cinque Stelle: quelli che aspettano le prossime decisioni del Quirinale e quelli che aspettano il dibattito sui programmi. In entrambi i casi, dunque, non si segnalano passi in avanti verso la formazione di un governo Pd-M5S. Forse, passi indietro e il costante silenzio di Matteo Renzi, l’ex segretario dem che condiziona fortemente l’orientamento dei gruppi parlamentari.
Il più disponibile nei confronti del Movimento è il sindaco di Milano. Dice Beppe Sala: “Auspico assolutamente un dialogo tra Pd e M5S, partendo dal presupposto che ovviamente su alcuni principi fondamentali bisogna intendersi. Tra reddito di cittadinanza e il nostro modello di welfare solidale, che porta aiuto a tanti e coinvolge il terzo settore, è chiaro che io scelgo il nostro. Detto ciò, bisogna parlare con tutti, però va fatta una riflessione sui programmi. Non servono mille cose, ma quattro cinque cose fondamentali. Non possiamo pensare di allearci con chi pensa distruggere quello che la sinistra ha fatto fino a oggi”. E su Renzi, che Sala non sente da un po’, spiega: “Per me è indecifra- bile anche perché non sta parlando. Parlano un po’ i suoi, ma da ciò non si riesce a capire cosa abbia in testa”.
IL SEGRETARIO regge nte Maurizio Martina, dopo alcune dichiarazioni che facevano presagire uno scongelamento del Nazareno, frena su tutto: “Noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del presidente Mattarella e capire quale sarà lo scenario da domani. Dal punto di vista politico, è indubitabile che abbiamo vissuto 48 giorni di una polemica continua tra le cosiddette forze vincitrici del 4 marzo e questo la dice lunga sulla capacità di creare una pro- spettiva. Il Paese è fermo siamo passati da ‘prima gli italiani’ a ‘prima i fatti loro’ e questo è inaccettabile”. E contestualmente, dal partito arriva una smentita sui presunti contatti fra Renzi e Davide Casaleggio. All’improvviso, però, il ministro Andrea Orlando, capo della minoranza, parla come i renziani: “Tocca a loro, tocca agli altri. Il Movimento sta alacremente lavorando per costruire un’asse con la destra”.
Orlando si limita a guardare all’interno del Pd e critica la scelta di rinviare l’assemblea inizialmente previ- sta per ieri: “Vuol dire che il partito non riesce ad imboccare la strada per una discussione”.
LA BOTTA FINALE a un possibile contatto M5S-Pd, almeno per ora, arriva tramite il renziano Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato: “Ormai Di Maio, pur di fare il premier, chiede l’appoggio esterno a tutti, anche a Qui, Quo, Qua. Ma loro, come è noto, vogliono Paperino alla Presidenza del Consiglio. Forse mediazione su P ape ronde’ Pa peroni. Quante revisioni del programma dovrà prevedere Casaleggio per accontentare Di Maio?”.