Brugnaro invita a votare l’amica Cisl. Risultato: voti dimezzati
Sonora bocciatura per Luigi Brugnaro, imprenditore e sindaco di Venezia. Aveva giocato pesante, alla vigilia delle votazioni per le ra ppre sentanze sindacali del Comune, che negli ultimi anni è stato al centro di conflitti sindacali senza precedenti. Pensando di essere al timone di una delle sue aziende, aveva scritto ai quasi 3 mila dipendenti, invitandoli a votare per la Cisl (senza citarla), cioè l’unica sigla che ha finora siglato l’accordo decentrato, indicandola come la parte buona del personale, pronta a rimboccarsi le maniche e a lavorare. Tutti gli altri erano il “partito del no”, contrari alla modernizzazione.
Risultato: Cisl ha quasi dimezzato i consensi, passando dai 278 voti (12,6%) del 2015 a 161 voti (7,9%) e scendendo da 5 a 3 rappresentanti. A brillare Cgil e Uil, i maggiori antagonisti di Brugnaro e del suo piano di riduzione del personale e degli interventi sul territorio comunale. La Cgil è passata da 377 (17,1%) a 559 voti (27,5%) aumentando da 7 a 10 i delegati nella Rsu, la Uil è cresciuta da 497 ( 22,6%) a 563 ( 27,7%), confermando i 10 delegati. In calo alcune sigle autonome come Diccap (dal 24,3% al 15,3%) e Cobas (dal 14,9% al 12,6%).
“È un risultato straordinario che dà ragione alla nostra scelta di contrastare la linea della Giunta che sta destrutturando i servizi pubblici e umiliando i lavoratori - ha detto Daniele Giordano, segretario generale Funzione pubblica della Cgil - Il sindaco pensava con la propria lettera di orientare i lavoratori sul sindacato che lo sostiene, i risultati dicono che non ci è riuscito. Gli consigliamo di cambiare radicalmente linea e ascoltare le ragioni del lavoro se vuole rilanciare l’azione amministrativa nell’interesse della città”. Brugnaro cercava conferme, i lavoratori lo hanno bocciato, visto che solo l’8 per cento ha approvato le sue scelte su personale, incentivi, servizi educativi e chiusura delle municipalità.