Riciclati, editorialisti, magistrati: nuova vita per gli ex onorevoli
C’è chi ha trovato uno strapuntino negli enti locali, chi scrive sui giornali, chi riprende la toga (e chi colleziona francobolli)
C’è chi conta i denti ai francobolli, chi aspetta tempi migliori e chi si è già riciclato alla grande nella vita dopo il Parlamento. L’attuale legislatura è quella con il più alto tasso di ricambio della storia repubblicana, sono stati confermati solo il 34% dei seggi: orde di ex onorevoli sono rimasti fuori dai Palazzi. In pochi senza impiego.
L’ex deputata renziana Lorenza Bonaccorsi, sconfitta il 4 marzo in un collegio di Roma, ha trovato asilo alla Regione Lazio: Nicola Zingaretti l’ha nominata assessore al Turismo. Nel Pd laziale altri due avevano fiutato per tempo la malaparata e si erano candidati nelle liste del governatore: Marietta Tidei ed Emiliano Minnucci sono passati senza traumi da Montecitorio alla Pisana.
PIÙ A NORD, qualcuno benedice le morbide maglie della provincia autonoma di Trento.
L’ex senatore tirolese Franco Panizza è stato restituito dopo una lunga aspettativa al dipartimento Foreste, Faune e Agricoltura del capoluogo ( impiego prestigioso ma mai esercitato: vinse il concorso nel 2001 quando era già assessore regionale). Il leghista Sergio Divina invece lascia il Senato dopo 13 anni e si deve accontentare di un più modesto ufficio all’Apapi, l’agenzia per la previdenza integrativa della Provincia di Trento.
Generosa è anche la Sardegna. L’ ex senatore Luciano Ur as aveva a lungo brigato per una candidatura nel Pd con Dario Stefàno – entrambi “pisapiani” cooptati da Renzi – ma a differenza del collega il 4 marzo non ce l’ha fatta. Poco male: il presidente della Regione Francesco Pigliaru gli ha ritagliato un incarico “tecnico politico” nel suo gabinetto.
In questi giorni di trame e consultazioni, c’è molto lavoro per un altro ex parlamentare: Francesco Saverio Garofani – tre legislature nel Pd, e un lungo rapporto di fiducia con Sergio Mattarella – ora è consigliere politico del Quirinale.
Diversi, poi, i magistrati tornati al ruolo. La dem Donatella Ferranti è rientrata direttamente da giudice di Cassazione dopo 18 anni di aspettativa. Stefano Dambruoso (Scelta Civica) è in Procura a Bologna. Hanno chiesto il rientro anche l’ex Md pD orisLoM oro e il sottosegretario Domenico Manzi o ne. Anna Fin occhiaro, che aveva lasciatola Procura di Catania 30 anni fa, riprende la carriera ma non la toga: “Chiederò di essere assegnata– ha scritto al Corsera – a funzioni amministrative non apicali nel ruolo del ministero della Giustizia”.
TRA LE ANIME più o meno smarrite c’è pure E rnes to Carbone. Malgrado il “ciaone” che gli hanno restituito gli elettori, fa politica più o meno come prima: soprattutto in tv e sui social (l’ultimo tweet fondamentale: “Quelli della Formula E sono i vegani della Formula 1”). È tornato a fare l’avvocato (ma il racconto è generico): “Esercito in un grande studio con sede in via San Lorenzo in Lucina”. A pochi passi da Montecitorio, e a poche traverse dall’agenzia di lobbying Utopia, dove sono stati visti transumare diversi ex onorevoli in cerca di ricollocazione (sulle identità, massimo riserbo). Commenta un altro ex, Daniele Capezzone : “Molti di quelli facevano i lobbisti già in Parlamento... almeno ora non fanno danni”. Lui – già radicale, berlus coniano e poi“fittiano”– si dedica al giornalismo: scrive su La Veritàe dirige la rivista Atlantico.
Le porte tra i palazzi e le redazioni sono girevoli in entrambi i versi. Nicola Latorre, Pd, ex presidente della commissione Difesa al Senato, scrive un editoriale a settimana per Il Messaggero di Caltagirone, mentre l’eterno Denis Verdini si diletta da colonnista per Il Tempo dell’amico Angelucci ( è diventato presidente del ramo Editoria della sua Tosinvest). Fabrizio Cicchitto dopo 6 legislature coltiva velleità da storico: scrive un libro su Forza Italia (“Sono arrivato al 2014”).
Francesco Russo ( Pd ), Alfredo D’AttorreeMiguel Gotor (LeU) hanno ripreso la carriera universitaria. Poco si sa invece sulle meteore dei 5Stelle (fatta eccezione per l’imminente ritorno in A- merica latina di Alessandro Di Battista) ma pochi giorni fa si è riaffacciato alla Camera, da privato cittadino, Ivan Della Valle: di lui si erano perse le tracce dopo lo scandalo delle mancate restituzioni ( il padre disse, poi smentito, che se n’era andato in Marocco con i quasi 200 mila euro che aveva omesso di versare). Ora verga parole amare sugli ex colleghi: su Facebook paragona M5S alla fattoria degli animali di Orwell.
TUTTI, ma proprio tutti gli ex parlamentari si sono consolati con una buona uscita: la camera di appartenenza ha versato loro 45 mila euro a testa per ogni mandato. Il recordman è Carlo Giovanardi: 7 legislature e 315 mila euro di liquidazione. Sopravvive senza patemi: “Mi dedico alla filatelia”. Ovvero i francobolli. “Sto curando una mostra per il centenario del primo bollo stampato a Fiume, il 2 dicembre 1918”. Senza nostalgia: “Per Forlani ‘l’ambizione della posizione perduta porta gli uomini alla rovina’. Io sono stato ministro, sottosegretario, capogruppo; di posizioni non ne ho mancate molte”. Rosy Bindiha lasciato il Pd e la politica dopo sei legislature. “Mi occupo di mia mamma, studio, riordino le carte. Sto mettendo a posto 30 anni di vita”. Dice di essere finalmente felice.