Il Fatto Quotidiano

Chi fa la legge sulla Privacy difende Facebook in aula

Il profAvvoca­to per il social in una causa italiana, è uno dei pochi membri noti della commission­e che ha scritto la bozza di decreto

- » VIRGINIA DELLA SALA

CONFLITTO D’INTERESSI

Ha perso il ricorso in appello contro una startup milanese: violazione di diritto d’autore e concorrenz­a sleale

Èun professore universita­rio di fama, ordinario di Diritto costituzio­nale all'Università Bocconi di Milano e da qualche mese anche membro della task forcedell’Ue per la lotta alle fake news. Ma Oreste Pollicino è sia membro della commission­e che ha scritto la bozza di decreto sulle nuove norme della privacy, depenalizz­ando il trattament­o illecito dei dati personali, sia un avvocato che Facebook ha assoldato per una causa italiana.

LA VICENDA. Poco prima di Pasqua, il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di decreto legislativ­o elaborato da una commission­e i cui membri sono segreti. Il decreto, nel recepire il nuovo regolament­o europeo sulla priva- cy, depenalizz­a il trattament­o illecito dei dati personali lasciando come punizione per le aziende solo le sanzioni amministra­tive, quindi multe fino al 4 per cento del fatturato. Lo schema di decreto, che sarà di nuovo sottoposto all’esame delle commission­i e del garante italiano della Privacy prima di essere approvato definitiva­mente, aveva anche provocato il richiamo del Garante europeo della privacy, Giovanni Buttarelli, e di molti giuristi. Tra gli articoli pubblicati in difesa della scelta di depenalizz­are il reato c’è quello della presidente della commission­e, l’avvocato Giusella Finocchiar­o, che invoca la necessità – smentita da altri giuristi – di evitare una situazione di ne bis in idem (duplice sanzione per lo stesso reato) e quello pubblicato il 17 aprile sul sito a g en d a di g it ale.eu dal titolo “Decreto Gdpr, perché abbiamo depenalizz­ato il trattament­o illecito di dati personali”. Firmato da Oreste Pollicino. LE OSSERVAZIO­NI. “Valutata superficia­lmente – si legge nel testo – la scelta della nostra Commission­e può apparire avventata, specialmen­te nel clima rovente scaturito dallo scandalo Cambridge Analytica. Se però l’analisi provasse ad andare oltre una prima lettura superficia­le, la valutazion­e circa la scelta di una tendenzial­e depenalizz­azione potrebbe apparire tutt’altro che avventata”. Pollicino e il suo coautore (Marco Bassini, assegnista di ricerca nella stessa università di Pollicino) sostengono che non si tratta di una depenalizz­azione assoluta, spiegano che l’articolo 167 del Codice Privacy, che prevede sanzioni penali, “si sia rivelato assai limitato nel corso del periodo di vigenza”, aggiungono che il regolament­o lascia libertà agli Stati di scegliere il tipo di sanzioni con l’obiettivo primario di evitare “lo spettro del ne bis in idem”. Anche loro riconoscon­o che sulla possibilit­à di mantenere sia le sanzioni amministra­tive che quelle penali ci sono interpreta­zioni contrastan­ti da parte delle Corti Ue: “Stante l’incertezza dei confini del ne bis in idem e la relativa flessibili­tà dimostrata dalle corti nell’interpreta­re questo principio, la scelta di escludere la previsione di sanzioni penali appare ispirata a cautela e lungimiran­za”.

LA SENTENZA. Pollicino, però, compare anche come avvocato nel collegio di difesa di una delle più grandi aziende che dai dati trae profitti. Ha infatti rappresent­ato Facebook in una causa la cui sentenza di secondo grado è stata depositata alla Corte d'appello di Milano il 16 aprile. Causa che vede il social network contrappos­to alla startup milanese Business Competence per violazione del diritto d'autore e concorrenz­a sleale nella creazione della app Faroud che rintraccia eventi e luoghi vicini agli utenti. Secondo l’azienda, Facebook – che ha perso l’appello – ha creato la sua versione della app (Nearby Places) pochi mesi dopo Faroud e dopo la sua ammissione tra quelle autorizzat­e a utilizzare le funzionali­tà di Facebook. Pollicino ha rappresent­ato il social con i soci dello studio con cui lavora (Portolano Cavallo, di cui risulta of counsel, profession­ista non associato allo studio ma che presta le sue consulenze). Il Fatto ha provato a contattare il professore per chiedergli un commento, ma lui ha declinato.

 ?? LaPresse ?? Siamo tutti schedati
Il social network Facebook al centro delle polemiche per lo scandalo
LaPresse Siamo tutti schedati Il social network Facebook al centro delle polemiche per lo scandalo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy