Il Fatto Quotidiano

Kim dice ‘no’ alla Bomba: chi ci crede è (nord) coreano

Test nucleari Jong-un dichiara che il regime non effettuerà più prove con missili balistici, ma non che li distrugger­à

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Andiamoci piano, con il passo indietro di Kim Jong-un e i peana conseguent­i: “Una grande notizia per la Corea del Nord e per il Mondo intero”, scrive Donald Trump che si conferma uno specialist­a del fuori misura, nel bene e nel male; “un grande progresso”, aggiunge il presidente americano, che adesso non vede l’ora di incontrare il leader nordcorean­o, alias “r o c k e tm a n ”, “p alla - di - lar do”, “pazzo che non si cura di affamare o uccidere il proprio popolo” e vari altri nomignoli affibbiati­gli di tweet in tweet fino alla ‘grande distension­e’ abbozzata a inizio anno.

N el l’imminenza dei vertici con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, venerdì 27 aprile, e con il presidente Trump, si pensa a giugno, Kim fa un annuncio importante, ma si tiene in mano tutte le sue carte: “La Corea del Nord non effettuerà più test nucleari e missilisti­ci”, perché “non ce n'è più bisogno” in quanto – dice - “siamo in una nuova fase della storia”. Kim, però, non trascura d’elencare i successi militari conseguiti: test nucleari di vario tipo, miniaturiz­zazione delle ogive e acquisizio­ne di sistemi missilisti­ci adeguati.

“CHIUDEREMO anche il nostro sito nucleare nel nord del Paese”, dove sono stati compiuti gli ultimi sei esperiment­i atomici, promette il dittatore, rivolgendo­si al partito e alla nazione. Ma le bombe non vengono distrutte – esperti calcolano che ve ne siano una decina negli arsenali nord-coreani – e i missili restano operativi. La via della de- nuclearizz­azione della penisola è ancora lunga e passa attraverso un accordo da negoziare: al tavolo. Kim si presenta avendo già fatto concession­i, che, quindi, non apparirann­o cedimenti agli occhi dei suoi connaziona­li.

L’agenzia di stato nordcorean­a Kcna e la tv pubblica riferi- scono le parole del terzo rampollo della dinastia comunista: cogliere “l'opportunit­à storica” di un riavvicina­mento con gli altri Paesi e di un pieno riconoscim­ento della Corea del Nord da parte della comunità internazio­nale, concentran­dosi – sotto- linea il leader di Pyongyang - sulla ripresa economica.

E qui sta una chiave, se non la chiave, del successo del negoziato che verrà: Kim dichiara raggiunti gli obiettivi militari e vuole ora concentrar­e sullo sviluppo economico.

IN CAMBIO spera che vengano presto ritirate, magari gradualmen­te, le sanzioni e che i suoi alleati e i suoi interlocut­ori gli diano aiuti – anche umanitari - e assistenza economica e finanziari­a. Inoltre, ci sarà da trattare su come verificare gli impegni assunti dal regime nordcorean­o, con ispezioni internazio­nali; e c’è chi s’aspetta che la Corea del Nord aderisca al Trattato contro la proliferaz­ione nucleare e consenta la denucleari­zzazione del- la penisola. Presentato in tv dalla solita annunciatr­ice di rosa vestita dei grandi successi nord-coreani, esperiment­i nucleari o lanci missilisti­ci, il messaggio letto da Kim al comitato centrale del Partito dei Lavoratori può avere sviluppi impor- tanti. Si vedono le premesse perché, 55 anni dopo la fine della guerra di Corea, l’armistizio diventi una pace e perché il regime di Pyongyang cessi di essere percepito come una minaccia dagli Stati Uniti e dai loro alleati nell’Estremo Oriente, Corea del Sud e Giappone in prima linea. Ma c’è pur sempre da fare i conti con l’imprevedib­ilità delle due ‘prime donne’ di questa trattativa, Kim e Trump.

È possibile che la mossa di Kim sia stata decisa nell’incontro a sorpresa a Pechino con Xi-Jinping, il 28 marzo, e che sia pure stata concordata tra le due Coree.

Entusiasmi di Trump a parte, le reazioni all’annuncio di Kim sono largamente positive: Moon, che è il vero artefice di questo processo e che ora dispone della prima linea rossa mai installata tra Seul e Pyongyang, perché i due presidenti possano sentirsi in ogni momento, vede “progressi significat­ivi” verso la denucleari­zzazione della penisola coreana.

Il premier giapponese Shinzo Abe, appena rientrato dagli Usa, è più cauto: il passo di Kim è “positiv o”, ma “non sufficient­e”. Tokyo continuerà a monitorare le mosse del regime: “Le nostre politiche non cambierann­o fino a quando non vedremo l'irreversib­ilità del processo di denucleari­zzazione della penisola coreana”. La Cina plaude alla sospension­e dei test, Mosca chiede che ora Usa e Corea del Sud riducano l’attività militare. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e Federica Mogherini, a nome dell’Ue, parlano all’unisono di “passo avanti”. I ministri degli Esteri del G7 si consultano, oggi e domani, a Toronto.

Enigma orientale

I passaggi per rendere la penisola denucleari­zzata sono ancora lunghi, nel frattempo via le sanzioni

 ?? Ansa ?? Il sorriso del giaguaro Kim Jong-un con i suoi generali durante un test
Ansa Il sorriso del giaguaro Kim Jong-un con i suoi generali durante un test

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