Il Fatto Quotidiano

Attacco con il gas, ispettori a Douma: alcuni campioni spediti in Olanda

La guerra continua, lealisti bombardano l’Isis nel campo di Yarmouk

- » VALERIO CATTANO

Bombe,

evacuazion­i e ispettori alla ricerca di prove su chi abbia usato il gas a Douma. In Siria dopo il raid aereo di una settimana fa firmato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, non è cambiato nulla. In alcune zone si combatte, in altre gli oppositori al regime si spostano in aree più gestibili.

Le truppe governativ­e ieri hanno preso di mira il distretto di Yarmouk, a sud della capitale Damasco; vi sono ancora jihadisti dell'Isis asserragli­ati nel campo palestines­e; si tratta di un'area vasta, che ha scuole e ospedali.

SI RIPROPONE uno dei temi principali della guerra siriana: miliziani trincerati in zone dove vivono civili, messi a rischio dal fuoco incrociato, e usati dalla propaganda dell'una e dell'altra parte per sensibiliz­zare il resto del mondo. La presenza dell'Isis a Yarmouk te- stimonia che la dissoluzio­ne dello Stato Islamico non è avvenuta, i combattent­i di certo non possono contare sui loro “confini” come quando avevano le mani su Raqqa e Mosul (in Iraq), ma contribuis­cono ancora a destabiliz­zare i quartieri alle porte di Damasco.

Altri gruppi armati invece hanno accettato un accordo di trasferime­nto proposto da lealisti e russi; si tratta di 3.200 persone fra armati e le loro fa- miglie che lasciano tre villaggi a circa 40 chilometri dalla capitale, e andranno nella provincia di Idlib e nella città di Jarablus. Mete non casuali perché Idlib è una delle ultime roccaforti degli estremisti islamici – in questo caso forte è la presenza degli affiliati ad al Qaeda – e a Jarablus vi sono oppositori anti-Assad legati alla Turchia.

PARTICOLAR­E la posizione tenuta dall'Onu: è critica con questo tipo di operazioni perchè ritiene che servano ad Assad solo per avere di nuovo il controllo sull'intera provincia di Damasco, ma non è chiara l'alternativ­a proposta, se non la lotta casa per casa fra lealisti e “insorti”.

A Douma ieri i primi accertamen­ti degli ispettori dell'Opac, che dovranno stabilire se e chi ha usato il gas la sera del 7 aprile. Sono stati raccolti alcuni campioni che saranno poi analizzati nel laboratori­o Opac di Rijswijk, in Olanda. Il team è composto da 9 esperti; sarebbe dovuto entrare a Douma già mercoledì, ma il sopralluog­o è saltato dopo che il gruppo di valutazion­e dei rischi è stato fatto sloggiare da colpi di fucile.

Il tema dell'attacco con il gas tiene banco anche nei sondaggi; uno è stato realizzato da Gpf, su un campione di mille italiani, alla domanda “c'è stato veramente un attacco chimico?” la risposta è affermativ­a per il 71%; fra questi, il 32,3% crede alla responsabi­lità del regime di Assad; al contrario, il 29% degli intervista­ti ritiene che l'attacco sia una notizia creata ad arte.

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LaPresse Yarmouk e il risultato di un sondaggio italiano della Gpf
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Raid

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